
L’“autunno caldo” è caldo di scioperi e cortei e sfocia a Milano in un inverno cruento. E’ il 12 dicembre 1969: strage anarchica, si dirà; strage di Stato, si risponderà.
Il presidente del Consiglio, il dc Mariano Rumor, parla in tv. Sospenderà la Costituzione e le sue disposizioni transitorie e finali, come auspica infatti il presidente della Repubblica, il socialdemocratico Giuseppe Saragat? Invece prevale la linea di Paolo VI e Aldo Moro.
Canzonissima, poi Sanremo
Viene il gennaio 1970. Dopo Canzonissima, si profila l’altra sagra canora. Anch’io suono e canto, ma in provincia, alla buona. Però leggo e preferisco Adriano Romualdi ad Adriano Celentano. Ma è quest’ultimo che, con Claudia Mori, vince in febbraio il Festival di Sanremo. Chi non lavora non fa l’amore è una canzone qualsiasi, ma invita a rimboccarsi le maniche, pregustando il premio di (ri)produzione. Va bene alla Fiat e va bene al Vaticano.
Statuto dei lavoratori
Il 20 maggio la Repubblica Italiana approva la legge n. 300: Statuto dei lavoratori. Mi sfugge in quel momento il suo peso. Lo Statuto è stato scritto da Gino Giugni. La locuzione “Giusta causa o giustificato motivo” condiziona ormai i licenziamenti. Pochi mesi dopo, alla facoltà di Giurisprudenza, capirò quanto pesassero quelle parole. Grazie ad esse, quindi grazie al ministro socialista Giacomo Brodolini – che nel giugno 1969, pochi giorni prima di morire, aveva proposto la legge – i miei amici giornalisti, Magnozzi & Marletti, avranno qualche anno dopo giustizia dai loro editori.
Rivoluzione sessuale
L’Italia della mia infanzia era una sorta di Portogallo in versione democratica, con De Gasperi al posto di Salazar. Invece l’Italia della mia adolescenza parla, specie sul secondo canale Rai Tv, di “rivoluzione sessuale”. Lo fa solo un po’ meno che di calcio. Mi sento soIo, perché io non parlo di nessuno dei due.
Colgo però l’umorismo involontario di chi vorrebbe “liberare” massaie rurali e operaie inurbate. Mi pareva che quella libertà fosse praticata da tempo, camuffata da campagna demografica. Infatti il test del Dna era ancora fantascienza.
“Signora Lia”
Comunque né a Erba, né a Genova conosco massaie o operaie. Dunque non ho sotto mano una Signora Lia, come il Claudio Baglioni degli albori. Invece ho, come lui, “quatt’occhi e mezzo naso” e, come già detto, suono e canto (perfino Samba pa ti dei Santana!). Certo, non svetto per statura e, soprattutto, la Rca non mi fa incidere lp.
Presente!
Mentre preparo l’esame di maturità, a Genova arriva, in un clima di altissima tensione, Giorgio Almirante. E’ il 18 aprile. Al suo comizio, in piazza Verdi, il volontario nazionale Ugo Venturini viene ferito. Due settimane dopo, muore. Al funerale, sul sagrato della chiesa della Consolazione, via XX Settembre, l’onore di portare la bara è virilmente conteso…
Fino ad allora non avevo cercato la politica, così la politica aveva trovato me.