
Ultimo giorno dell’anno: note memorabili risuonano tra le navate di una chiesa seicentesca. Musica che va dritta al cuore, melodie che evocano gioia, tristezza, passione e allegria, ma soprattutto amore.
Dall’archetto del primo violino si sprigionano emozioni profonde. Per un attimo, dimentico le ansie che affliggono l’animo di ciascun uomo cosciente di ciò che accade e mi lascio prendere dai sentimenti.
Lo strapotere binario
Mi domando: che cosa sarà dell’amore, la forza più potente per alcune religioni; che cosa ne sarà quando gli spazi per la nostra libertà saranno chiusi dallo strapotere binario delle macchine?
L’Intelligenza Artificiale (IA) non è capace di sentimenti, né di consapevolezza, ripetono gli esperti. Peccato che gli esperti non esistano: chi può predire come si evolverà qualcosa che riproduce sé stessa, in assenza d’intervento umano? Ma, nel frattempo, il suo quoziente d’intelligenza ha superato quello più alto mai misurato in un uomo e presto supererà anche la nostra capacità d’immaginarne l’evoluzione.
Diceva Rutger Hauer…
Chat GPT e i suoi infinitamente più potenti successori saranno in grado di innamorarsi, di essere ubriacati dall’attrazione per un loro simile o per un umano?
Se la risposta fosse positiva, avremmo un futuro alla Blade Runner (1982) dove i replicanti sono, in effetti, capaci di sentimenti. Ricordate l’epico monologo di Rutger Hauer nel 2019 della sua morte nel film (e nella realtà): “Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare…”? Era in fondo, una dichiarazione d’amore.
Macchine fallibili
Questa ipotesi, però, implica che le macchine siano fallibili, abbiano in sé un elemento di imprevedibilità, che potrebbe portarle a decisioni irrazionali, dettate, appunto, dall’amore per qualcuno o per sé stesse. Data la natura attuale dell’Intelligenza Artificiale, questa ipotesi sembra improbabile, almeno in un futuro prossimo.
Sopprimere l’irrazionale
Nel caso opposto, se le macchine fossero incapaci di provare sentimenti e quindi impossibilitate a innamorarsi, l’amore (come gli altri sentimenti) rimarrebbe una prerogativa della razza umana. Non essendo il prodotto di un’attività razionale, tuttavia, e costituendo, anzi, esso una minaccia per il comportamento logico degli uomini, l’amore sarebbe, nel migliore dei casi, marginalizzato; nel peggiore, soppresso dalle macchine.
Immuni dal sentimento
Si può sopprimere l’amore senza sopprimere l’uomo? Probabilmente no, nel senso che non è possibile concepire una mente umana immune dai sentimenti, ma si può attutirne le manifestazioni, inquadrandole all’interno di attività e ambienti controllati digitalmente, in modo da renderle inoffensive.
Un amore, insomma, tollerato, perché reso innocuo, controllando la sua espressione e marginalizzato, probabilmente, anche nella società umana, dove sarebbe visto come residuo di un’era passata e meno evoluta.
Progresso o regresso?
Questo ci porta, ancora una volta, alla domanda delle domande: qual è la vera direzione del progresso? Ovvero, se il progresso tecnologico conduce a un’alienazione delle caratteristiche precipue dell’essere umano, come, ad esempio, avere sentimenti, è esso vero progresso o non è, piuttosto, l’esatto opposto?
Non ci resta che sperare che sia proprio l’amore a salvarci. Se veramente è in grado di movere il sole e l’altre stelle, sarà pur capace di sbarazzarsi dalle pastoie di un computer!