Il 5 gennaio 1925 nasce Ida Magli. Diventa antropologa, filosofa e saggista. Scompare nel 2016. Nota per la critica alla modernità occidentale, nel XX secolo è una delle voci italiane più controverse e originali. Descrive l’UE come costruzione burocratica e artificiale, destinata a distruggere le peculiarità culturali e spirituali dell’Europa. Secondo Ida Magli l’Europa si caratterizza per pluralità di nazioni e tradizioni, unite da un senso comune di appartenenza. Ma la UE, col suo modello omogeneo e tecnocratico, ne elimina le diversità.
Totalitarismo morbido
Ne La dittatura europea (Rizzoli, 2010), Ida Magli denuncia il totalitarismo morbido, mascherato da ideali di unità e progresso, la centralizzazione politica e monetaria, che mina la sovranità delle nazioni e distrugge l’autodeterminazione. Vede nell’euro una trappola economica, che aggrava le disuguaglianze tra Paesi.
Femminista, ma diversa
In precedenza Ida Magli è pioniera del femminismo in Italia, ma il suo approccio differisce dalle correnti dominanti. Non rivendica, analizza. In Matriarcato e potere delle donne (Feltrinelli, 1978) esplora il ruolo storico delle donne nelle società patriarcali, sottolineando come il potere maschile si radichi nelle istituzioni religiose e sociali. Non ha una visione antagonista degli uomini e insiste sul comprendere le differenze biologiche e culturali tra i sessi per costruire una società più equilibrata. Ciò la mette in conflitto col movimento femminista, ma le fa sviluppare una visione unica della condizione femminile.
Nostalgia di comunità
Un altro tema centrale nella riflessione di Ida Magli è il rapporto tra religione e modernità. Sebbene critichi le istituzioni religiose, specie la Chiesa cattolica, riconosce il ruolo fondamentale del cristianesimo nell’identità europea, di cui esamina in Contro l’Europa (Bompiani, 1997) il declino come matrice culturale e spirituale dell’Occidente. La secolarizzazione non porta alla libertà individuale, ma alla frammentazione sociale e alla crisi dei valori. Non credente, Ida Magli ha nostalgia per il senso di comunità e trascendenza.
Accanto a D’Annunzio
La critica all’Ue si rivela più pertinente che mai, in un contesto di crescenti divisioni e crisi identitarie. Il suo femminismo offre spunti sul ruolo delle donne. Infine, l’analisi del rapporto tra religione e modernità pone domande sul vuoto spirituale del nostro tempo. Come collocare Ida Magli in questa o quella famiglia di pensiero? Questo è il motivo per cui approfondire il suo contributo. Non per caso riposa al Vittoriale Dannunziano: luogo che, come lei, è simbolo di originalità.
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