Diamanti di Ferzan Ozpetek è un brillante spettacolo pirotecnico, dedicato al mondo del cinema, con numerosi omaggi a figure professionali che lavorano ai film.
Strizzando l’occhio al grande scenografo Renzo Mongiardino, gli interni della Sartoria Canova sono ricostruiti con ricchezza e filologica precisione, con un inchino al ruolo del trovarobe, sommo prestigiatore di scrivanie, tavoli da lavoro e un richiamo evidente a Il pranzo di Babette, capolavoro sul cibo e mise en place.
Un altro inchino va al pesciolino nella murrina, simbolo del regista da bambino nella “stanza dei bottoni”; solo chi ha vissuto infanzia ed adolescenza tra filati e stoffe può capire la tempesta ormonale delle brave maestranze e la vita da caserma nelle mense.
Un inchino deferente va alle signore della musica leggera italiana per le canzoni nel film, a quel delicato pianoforte che sottolinea come i movimenti del cuore traspaiano sui visi delle sorelle titolari ( “ … Me lo hai insegnato tu che conta solo ciò che resta dentro di noi”.) e al cast di brave interpreti, lancette di un orologio che funziona solo se il meccanismo è costruito con maestria.
Protagonista: la Polvere. Giorni fa, sul comodino, vicino al libro di Roberto Peregalli I luoghi e la polvere. Sulla bellezza dell’imperfezione, osservavo in controluce la polvere brillare. Proprio come diamanti.
Diamanti di e con Ferzan Ozpetek, con Alberta Canova, Jasmine Trinca, Vanessa Scalera, Sara Bosi, Loredana Cannata, Stefano Accor, 135′