Scherzando, gli predissi un futuro da “ultimo giapponese”. Da redattore culturale dell’ultimo quotidiano italiano a chiudere i battenti: L’Eco di Bergamo, proprietà della potentissima Curia bergamasca.
Il tempo, però, – che ci divora – è stato crudele, impedendo la realizzazione di questa facile profezia. Marco Dell’Oro se n’è andato – ora è un anno – con ancora tante cose da realizzare, una passione viva e contagiosa per il lavoro, un gusto finissimo per l’arte e la letteratura, il culto dell’amicizia.
Signori si nasce
Amico di Stenio Solinas e Maurizio Cabona, arrivò in vacanza a Noto una decina di anni fa e mi fu subito simpatico – a me, che vengo accusato di possedere la socievolezza di un plantigrado… Frequentarlo era un piacere. Il suo amore per la cultura, la Francia, la sua signorilità, la naturale modestia: tutto contribuiva a renderlo una persona rara.
Una volta gli chiesi un favore: la pubblicazione sul suo giornale di un profilo di Oleg Supereco, l’artista russo che ha affrescato la cattedrale di Noto. Oleg è mio amico e, al tempo, un apprezzamento sul quotidiano cattolico avrebbe potuto essergli utile. Marco non disse subito sì. Prima, verificò l’effettivo talento dell’artista. Solo dopo fece tutto ciò che era in suo potere. Lo apprezzai doppiamente.
Scambi di libri
Conservo tra le cose care un’elegante edizione di Les Fleurs du Mal con una sua dedica e, in mezzo ai libri che ci siamo scambiati, parecchi biglietti vergati a mano, con inconfondibile grafia. Cose d’altri tempi che, in qualche modo, me lo facevano riconoscere fratello…
Prima o poi
Continuammo comunque fino all’ultimo a sentirci e frequentarci a distanza, dicendo che, prima o poi, ci saremmo incontrati. Purtroppo non fu così. A Natale, sulla mia tavola non mancavano i sapori bergamaschi. Merito di Marco, cui non facevo mancare quelli siciliani. Questo Natale non ci sono stati, come non ci sono stati quello scorso. Mi sono mancati e mi mancheranno…