È un’opera di difficile classificazione: giallo, thriller e anche un po’ romanzo storico. Antani & Mascetti, coppia letteraria con pseudonimo di ispirazione monicelliana (avete presente Amici miei?) sono qui al secondo episodio di una trilogia che ha l’indubbio merito di portare allo scoperto un provincia italiana poco conosciuta e quasi mai frequentata dai romanzi di genere: Rovigo, il Polesine, il Delta del Po. A condurci nel viaggio è l’ex poliziotto Marco Pavan, già comparso in Le eredità del male (2022) e tornato in libreria poche settimane fa con Il mare non dimentica, sempre pubblicato da Golem Edizioni.
Due indicazioni per inquadrare il corposo romanzo (505 pagine): gli autori partono da un avvenimento storico reale e poco noto, cioè l’evasione di quattro detenute di Prima Linea dal carcere di Rovigo il 3 gennaio del 1982, uno dei tanti colpi di coda del terrorismo ormai quasi sconfitto. Nell’esplosione che il commando guidato da Sergio Segio provocò per abbattere il muro di cinta, rimase ucciso un passante che portava a spasso il cane, Angelo Furlan, mentre un altro cittadino colpito da infarto morì alcuni giorni dopo. Danni collaterali irrilevanti, nell’ottica di Prima Linea.
Il racconto di Quella cosa pericolosa chiamata amore parte da qui, si dipana nei primi anni Novanta con l’avvistamento in uno stagno di alcuni misteriosi bidoni sigillati, dentro i quali ci sarebbero dei cadaveri; prosegue ai giorni nostri con Pavan, ora investigatore privato, che indaga sulla morte accidentale di un ragazzino che sembra collegata a un traffico di droga lungo il Po. Al tempo stesso cerca di capire le ragioni di un misterioso sabotaggio che ha provocato l’infarto di un ex collega, appena andato in pensione, e in queste indagini informali è aiutato da un giovane poliziotto, un po’ sfigato, dell’ufficio passaporti, e da un’agente immobiliare dall’intelligenza brillante costretta però sulla sedia a rotelle.
Come si può intuire, la trama di Antani & Mascetti è complessa e intricata, con un gran numero di personaggi che per giunta si muovono su piani temporali diversi e per parecchio tempo non sembrano destinati a incontrarsi. All’inizio, quindi, la lettura procede in modo un po’ farraginoso perché si ha l’impressione di avere di fronte tre storie diverse, slegate l’una dall’altra.
Ma gli autori sono poi bravi a far convergere le tre narrazioni nella seconda parte del romanzo. E soprattutto sono ancor più bravi a caratterizzare i personaggi e a ricreare il clima degli Anni di Piombo, la deriva ideologica che si respirava da una parte e dall’altra (c’è l’estremismo di sinistra ma anche il radicalismo di destra) nella vicina Padova, che tra gli anni Settanta e inizio anni Ottanta è stata terreno di coltura per varie forme di terrorismo. Sullo sfondo, senza mai esser nominati in modo esplicito, si stagliano le figure magnetiche e sulfuree di due grandi “cattivi maestri” che in quegli anni operavano nella città veneta: il professor Toni Negri, ideologo di Autonomia operaia, e l’editore Franco Freda, processato (e poi assolto dopo polemiche, evasioni e diversi gradi di giudizio) per la strage di Piazza Fontana.
Quella cosa pericolosa chiamata amore è anche il racconto di una grande storia sentimentale che resiste all’usura del tempo, del rapporto conflittuale tra due fratelli schierati su fronti diversi, delle contorte relazioni familiari del protagonista, alle prese con un’ex moglie che ritorna e una figlia poco più che adolescente in crisi d’identità. Non tutte le sottotrame scorrono fluide, così come le vicende intime dei vari personaggi, talvolta un po’ troppo di maniera; ma quando Antani & Mascetti riprendono in mano le redini delle piccole storie umane che si intrecciano con la grande storia (spesso segreta) del nostro Paese, il romanzo riprende quota. I meccanismi del thriller (fantapolitico, ma non troppo) funzionano a dovere e gli ultimi adrenalinici capitoli spiegano molti passaggi rimasti oscuri nelle pagine precedenti. E provano ancora una volta a far luce sui troppi misteri d’Italia del periodo del terrorismo, un’epoca ormai lontana che tuttavia, anche al giorno d’oggi, continua a far sentire i proprio effetti nefasti.
Antani & Mascetti, Quella cosa pericolosa chiamata amore, Golem Edizioni, 2023