Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Lo diceva Oriana Fallaci. E di certo il libro di David Salomoni, “Leonesse. Le guerriere del Rinascimento”, ci racconta donne rivoluzionarie. Che galoppano con la lancia contro il vento, saltano sugli spalti tenendo la spingarda, spadaccine e politiche del proprio tempo. Sono queste le guerriere che difendevano la casa, il feudo, il popolo, i santi. Sono regine o popolane. Anime che devono generare una rivoluzione, un nuovo ordine, perché non accettano le soluzioni stabilite da altri poteri. Perciò queste donne sono entrate dentro la micidiale macchina della politica tra il XV e XVI secolo.
Come Caterina Sforza, “attesa da sangue e battaglie.” Hanno scritto di lei per il suo essere “la più temibile e indomita donna guerriera del Rinascimento italiano.” In un capitolo denso di intrighi e amanti, Salomoni disegna “una leonessa indomabile.” Come Orsina Sforza che indossa l’armatura per dimostrare “di che pasta era fatta e di cosa era capace.” Cioè: capace di insultare i nemici come Giovanna d’Arco, di guidare l’assalto, di lanciarsi addosso ai nemici. Come il Battaglione femminile impegnato nell’assedio di Siena (1554). Lo guidava Laudonia Forteguerri e altre signore d’armi, le quali nelle cronache sono divenute un emblema della coscienza civica.
Soldatesse onorate. Temute. Innamorate. Eversive. Ed è questa carica, eroica ed eversiva, che è stata neutralizzata dalle narrazioni storiografiche nei secoli. Giacché, come ribadisce l’autore, “Il passaggio da persone di carne a persone di carta ha limitato l’esempio eversivo femminile, confinandolo alle rassicuranti pagine dei cronisti, dei poeti, dei politici…” Si scopre la preparazione militare e politica delle donne durante due secoli di travolgimenti sociali in Italia.
Nella pubblicazione Laterza, emerge una ricostruzione che modella una storiografica (mai veramente valorizzata) delle guerriere. Poi la narrazione di Salomoni ci porta a rammentare quell’altra opera fondamentale, “Storia della donna” di Maurice Bardèche, in cui l’intenzione conoscitiva è costituita dal creare una ricerca storica organica; per la quale, adesso, s’impone l’analisi dell’identità eroica delle donne.
Ecco il focus morale da sottolineare: l’identità eroica delle donne esiste da sempre, da un tempo lontanissimo. Il dibattito stereotipato sulla parità di genere qui interessa meno. La storia di sopravvissute, ma principalmente di cuori di donne che costruirono la civiltà.
David Salomoni, “Leonesse. Le guerriere del Rinascimento”, Editori Laterza (2024) pagg. 228, euro 18.00