La Russia ritrova la dignità che sembrava perduta con la dissoluzione dell’Urss. È finita quell’Unione e, con essa, la narrazione del comunismo (solo quella: nell’Urss il “comunismo”, nel senso di Marx e Bordiga, non è mai esistito). Ma non poteva finire la civiltà russa, la sua eredità bizantina, greco-cristiana. Questa civiltà, consorella della nostra, non è venuta meno neppure con l’Urss. Come nel 1948 aveva messo in evidenza Arnold J. Toynbee in Civilisation on Trial (tradotto da Bompiani come Civiltà al paragone), la Russia ha sempre cercato la salvezza in quella istituzione politica che fu l’Impero Romano d’ Oriente.
Salvare la facciata
“Il Gran Ducato di Mosca fu la fucina di questo esperimento politico. Il compito svolto da Mosca, così come la sua ricompensa, fu il consolidarsi, sotto la sua regola, di un gruppo di deboli principati in un’unica grande potenza. A questo edificio politico moscovita due volte è stata data una facciata nuova, da Pietro il grande prima, indi ancora da Lenin, ma la struttura essenziale è rimasta inalterata e l’Unione Sovietica di oggi riproduce, come il Gran Ducato di Mosca nel XIV secolo, i tratti salienti del medievale Impero Romano d’Oriente” (p. 259).
Secondo Carl Schmitt…
A fare la facciata per la terza volta è stato Putin. Quella eredità bizantina, coi suoi valori e con le sue tradizioni cristiano-ortodosse, non poteva venire meno ed è stata riaffermata in contrasto con un Occidente (o meglio con l’“emisfero occidentale”, secondo la definizione di Carl Schmitt) sempre più corrotto nei costumi, decadente e profano.
Resa all’Occidente
Nel 1989 crollava il Muro di Berlino. L’anno dopo, con la riunificazione della Germania, uno Stato del Patto di Varsavia, la Repubblica Democratica Tedesca, era annesso alla Repubblica Federale di Germania. Estinguendosi come Stato, entrava a far parte della Nato.
Nel 1991 implodeva l’Unione Sovietica, in un modo che forse attende ancora di essere storicamente ricostruito in tutti i particolari. Il giorno di Natale di quell’anno Gorbaciov si dimetteva, perché non esisteva più l’Urss e iniziava il “processo di democratizzazione”, che poi significava resa all’Occidente. Ma il popolo sovietico voleva quella dissoluzione?
Le trattative occidentali con Gorbaciov sembravano lasciare almeno intendere, per quel che ne sappiamo, che la Nato non si sarebbe spinta oltre. L‘annessione della Germania Est poteva bastare. E invece sappiamo come è andata a finire.
Vladimir Zeitgeist
Boris Eltsin stava portando a compimento l’opera iniziata da Gorbaciov, svendendo il Paese. C’era persino chi, negli Stati Uniti, parlava di fine della storia, intendendo la fine della Russia, quando Putin ha bloccato il processo di dissoluzione. Il destino ha voluto che un uomo incarnasse hegelianamente lo spirito del suo mondo, il senso di una civiltà millenaria e si opponesse alla sua scomparsa.
Multietnica, multiculturale
Putin ha dovuto reagire quando, con la prospettiva dell’Ucraina nella Nato, dopo che l’Alleanza Atlantica aveva già incorporato le Repubbliche del Baltico, la sicurezza non solo della Russia, ma dell’intera Federazione, sarebbe stata a repentaglio. Una Federazione multietnica e multiculturale, formata da popolazioni la cui coabitazione è garantita dalla Russia. Il faro della Federazione è infatti sempre lo stesso: Mosca.
L’assedio e la sortita
Caduta l’Urss, l’Occidente ha cercato di colpire la Russia, di asservirla, di farle perdere la sua anima: la Russia non poteva che difendersi. Putin ha aspettato, accettato trattative che, col senno di poi, miravano solo ad indebolire il Paese. Alla fine ha dovuto reagire e forse lo ha fatto troppo tardi.
Per comprendere il senso della guerra e perché essa possa finire solo con la capitolazione dell’Ucraina, bisogna rovesciare la prospettiva del mainstream. La Russia si sente assediata, non le resta che difendere se stessa e la sua civiltà. E lo farà. Mosca è la Terza Roma, non la Quarta Washington.
Intanto smettiamo come Occidente di rompere le scatole a Mosca. Rionosciamole il ruolo di Grande Potenza che le spetta e smettiamola di mettere stracciaculi mendicanti nella NATO solo per dar fastidio al Cremlino. Come europei, che cosa ci guadagnamo?