Il primo motivo per consigliare questo romanzo è che è stato scritto da Pérez-Reverte. Il secondo motivo è che Pérez-Reverte non scrive mai libri brutti o insipidi, anche se alcuni sono più riusciti di altri. Il terzo motivo è che Pérez-Reverte, come pochi altri, sa raccontare la guerra e i conflitti umani, forse perché per tanti anni li ha seguiti da giornalista in mezzo mondo. Il quarto motivo è che in Italia si conosce poco la rivoluzione messicana e quel poco che si sa è filtrato attraverso gli occhi di Hollywood e le penne di autori di sinistra: con Pérez-Reverte cambia la musica. Il quinto motivo è che l’editore riporta in copertina un commento di Corrado Augias, che paragona l’autore a Steven Spielberg e Umberto Eco: ma per fortuna è un accostamento del tutto falso e fuorviante. Consigliato a chi è cresciuto a pane, Omero e Sergio Leone.