1953. In un racconto di Arthur C. Clarke, monaci buddisti acquistano un calcolatore elettronico, ben più rapido della ruota delle preghiere del monastero, per comporre i nove miliardi di nomi di Dio. E’ già notte quando il calcolatore funziona. I tecnici stanno scendendo a valle. Uno di loro nota che, come previsto dai monaci, le stelle si stanno spegnendo una a una.
2023. Nicola Crocetti non vive in un monastero tibetano, ma in un falansterio milanese. Se potesse, abiterebbe a Delfi, nella sua Grecia d’origine. E’ primavera. Nicola non ha ancora distribuito alle librerie, dopo anni di lavoro, Dimmi un verso anima mia, antologia da lui curata con Davide Brullo, che esce in autunno. Nicola già lavora a Versi a Dio. Antologia della poesia religiosa (Crocetti Editore, pp. 321, euro 30), ora in libreria.
Il volume è curato da Davide Brullo, Antonio Spadaro e Crocetti stesso. Lo apre la Lettera ai poeti di Papa Francesco, cioè il Suo discorso pronunciato nel Palazzo Apostolico il 27 maggio 2023. Eccone un passo: “Cari poeti, grazie per il vostro servizio. Continuate a sognare, a inquietarvi, a immaginare parole e visioni che ci aiutino a leggere il mistero della vita umana e orientino la nostra società verso la bellezza e la fraternità universale. Aiutateci ad aprire la nostra immaginazione, perché essa superi gli angusti confini dell’io e si apra alla realtà tutta intera, nelle pluralità delle sfaccettature: così sarà disponibile ad aprirsi anche al mistero santo di Dio. Andate avanti, senza stancarvi, con creatività e coraggio!”
Davide Brullo risponde a barbadillo.it.
“Poesia religiosa” è un tema ampio. Che cosa significa?
“Cito il vecchio ‘Pianigiani’; secondo etimologia, religione significa “scrupolosa attenzione”; “esattezza”; “cura”.
Dunque?
“Ogni poesia, dunque, dovrebbe essere per natura religiosa…”.
… Ma?
“In verità: attenzione, esattezza e cura portano il poeta alla ricerca incessante di un’alterità che frastorna, che trasforma. Poesia, allora, quella qui raccolta, che sana i malati e smuove le ombre, che contempla. Poesia che è ascesi e addestramento, bracconaggio di Dio”.
Che differenza c’è tra poeta e profeta?
“Il profeta si fa portavoce di Dio, è un vaso, un invasato; il poeta è voce di un ignoto, che finisce per costituire la sua audace individualità”.
Quindi?
“Ogni grande poeta ci porta nell’aldilà del linguaggio, ci fa scoprire – a proposito di attenzione – che le piccole cose di questo mondo recano sempre – a saperle guardare – uno splendore miracoloso”.
Nel libro mancano Dante, Hölderlin, Dylan Thomas…
“…E tanti altri! Il gioco è infinito e fatuo. Duplice la risposta”.
Mi dia la prima.
“Si è preferito snidare poeti spesso inediti in Italia, artefici di un’autentica esperienza spirituale. I grandissimi poeti dobbiamo leggerli per bene: inutile inserirli con una poesia in un’antologia”.
Mi dia la seconda.
“Avremmo rischiato un’ antologia della poesia cristiana. Il gioco – il rischio – è invece quello, in 350 pagine, di riassumere in florilegio del pensiero religioso planetario, dagli sciamani ai taoisti, dai precolombiani al mito greco e romano, dal Buddhismo all’Islam”.
Come riassume il libro?
“Basterebbe un verso”.
Di chi?
“Ibn Arabi, nato in Spagna, a Murcia, nel XII secolo”.
E quale verso?
“Il mio cuore prende tutte le forme”.