2024, 7 dicembre: la Scala inaugura la stagione. Un posto di platea? 3200 euro. Ma nessuna contestazione ha turbato l’evento di sabato scorso. Eppure a Milano ci sono, da oltre un decennio, lunghe code per ricevere un pasto dalla Caritas.
1968, 7 dicembre: la Scala inaugura la stagione tra contestazioni violente. In Lombardia c’è una prosperità mai vista, ma si tollera di essere poveri, se lo sono quasi tutti; non si tollera, se ci si sente i soli poveri.
Figli “bene” contro padri ladri
Il 1968 non è solo rivolta studentesca e poi operaia, è il moltiplicarsi di furti, rapine, estorsioni, sequestri di persona, assassini. Lotta di classe è ormai nel lessico comune. La novità è che i baby boomers dei ricchi anni ’60 hanno capito la natura dei loro padri.
Il confronto fra il remoto e il recente rituale operistico milanese di Sant’Ambrogio evoca il mio 1967 di emigrante senza valigia di cartone.
Como, liceo Volta
Dalla Milano del sud, Catania, era arrivato alla Milano del nord trovando mio zio artigliere a rallegrare l’ambiente. Come ne sentivo la mancanza, quando sono emigrato a Erba… Era ormai il 1968, anno che per me significò una sequenza di viaggi mattutini fino a Como, liceo Volta, in corriera, quasi sempre nella nebbia. Finite le lezioni, rientravo a casa e studiavo per vincere la noia e per non chiedermi che cosa facessi così lontano dal mio mare, dai miei amici, da Tamara, mio primo amore.
Maggio francese, agosto ceco
Si sono succeduti nel 1968 eventi dall’eco mondiale: maggio francese, primavera degli assassini di Martin Luther King e di Robert Kennedy, agosto dell’invasione della Cecoslovacchia, ovvero la versione in chiave Patto di Varsavia del colpo di Stato ad Atene dell’anno prima. Nei juke box si imponeva Lucio Battisti. Ricciuto come lui, suonavo la chitarra in un gruppo rock, sponsorizzato da un marchio di abbigliamento: McGregor.
Applausi in sala
E’ ormai il 1970 quando i miei genitori decidono di stabilirsi dove vivono gli ultimi parenti: a Genova. E lì ricomincio, sempre alla ricerca di me stesso e di stabilità. Come benvenuto, abbiamo avuto l’alluvione dell’ottobre 1970. I miei, intanto, sbiadiscono quietamente, fino a lasciarmi solo.
Sono trascorsi da allora 54 anni, con 54 inaugurazioni della Scala. L’altra sera, mentre il pubblico di Milano applaudiva in teatro, Damasco stava per cadere. Anni fa, operazioni come questa erano dette “primavere arabe”. Avendo un’età, a me viene in mente, invece, la fine della “primavera di Praga”.