Il circuito di Yas Marina è la sede del Gran Premio di Abu Dhabi (in uno degli Emirati Arabi Uniti), ventiquattresimo e ultimo nella stagione 2024 della Formula 1.
Il clima, comunque, non è da “ultimo giorno di scuola”, giacché la McLaren e la Ferrari si sono presentate negli Emirati entrambe in lizza per il Titolo Costruttori, con la compagine britannica davanti.
A dividerle ci sono ventuno punti, a fronte di un massimale ancora in ballo di quarantaquattro lunghezze.
Il circuito di Yas Marina misura 5281 metri e presenta sedici curve, di tutte le tipologie, con due zone DRS.
La grande novità è l’esordio dell’australiano Jack Doohan in Alpine – al posto di Esteban Ocon (che andrà in Haas) – originariamente previsto nel 2025 ma anticipato.
Per l’evento conclusivo del 2024, la Pirelli ha scelto le mescole più morbide: le C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).
Le prove libere
Cominciano in salita i tre giorni di Charles Leclerc: il monegasco, infatti, è costretto a montare il terzo pacco batterie (a fronte dei due consentiti al massimo).
Oltre a perdere mezzora delle prime libere, il pilota della Ferrari ottiene così una penalità di dieci posizioni in qualifica; intanto, però, è lui a segnare il miglior tempo proprio delle FP1, in 1’24”321 (Soft).
Per aver invece sostituito il cambio, hanno ricevuto una penalità anche i due piloti della Williams, Alexander Albon e Franco Colapinto, per quanto nel loro caso le posizioni comminate sarebbero state cinque.
Nelle FP2, il venerdì pomeriggio, il primato è di Lando Norris, in 1’23”517 (Soft), riferimento ritoccato il giorno dopo dal compagno Oscar Piastri che il sabato mattina, nelle FP3, è primo in 1’23”433 (Soft).
Le qualifiche
Nelle prove ufficiali del Gran Premio di Abu Dhabi, si scende in pista in piena notte: nella Q1, il migliore riferimento è di Leclerc, in 1’23”302 (Soft).
Sfortunato Lewis Hamilton, costretto a compiere l’ultimo tratto del tentativo di qualificazione con un birillo di delimitazione della pista – colpito da Kevin Magnussen in curva 14 – incastrato sotto la vettura.
Per il britannico – all’ultima gara con la Mercedes dopo dodici stagioni, nonché l’ultima con un propulsore della casa di Stoccarda dopo diciotto – c’è solamente il diciottesimo tempo e l’eliminazione nella Q1.
Nella Q2, Leclerc si ripeterebbe, scendendo sotto il minuto e 23”, in 1’22”980 (Soft).
Sennonché il ferrarista, in curva 1 – all’inizio del proprio giro veloce – ha superato i limiti della pista in curva 1: il tempo gli viene così cancellato, venendo relegato addirittura in quattordicesima posizione.
Le dieci posizioni di penalità lo retrocedono direttamente all’ultimo posto.
Il vertice della seconda manche va così a Carlos Sainz, in 1’22”985 (Soft), sull’altra Ferrari.
Nella decisiva Q3, Max Verstappen si gioca un jolly notevole, nel primo run, quando all’ultima curva – la numero 16 – a causa di un sovrasterzo rischia di andare a sbattere contro il muretto dei box.
Ciononostante, l’olandese avrebbe segnato il primato provvisorio, in 1’22”945.
Il margine per abbassare i parziali comunque c’è e lo dimostrerà Norris, autore della pole position in 1’22”595; secondo il compagno Oscar Piastri, terzo Sainz e quarto Nico Hulkenberg, con la Haas.
Verstappen, invece, dopo un ultimo giro non perfetto, non va oltre il quinto posto, in 1’22”998.
Alle sue spalle, Pierre Gasly, George Russell, Fernando Alonso, Valtteri Bottas e Sergio Perez.
Al termine delle qualifiche, però, Hulkenberg riceve una penalità di tre posizioni, per aver contravvenuto – in Q1 – al divieto di sorpasso in corsia dei box (secondo le note fornite a inizio evento dalla Direzione Gara).
La gara
Nonostante i presupposti, in Ferrari scelgono di non cambiare il motore sulla vettura di Leclerc, lasciando che si schieri sulla griglia diciannovesimo, davanti al solo Canapino.
Hamilton – in virtù dell’arretramento delle due Williams – è invece sedicesimo.
Al capitolo ‘scelta delle gomme’, tranne Hamilton sulle dure, tutti gli altri cominciano sulle medie.
Allo spegnimento dei semafori, Norris mantiene la testa, mentre Verstappen – dalla quarta posizione – ha un ottimo slancio.
L’olandese passa Sainz nei primi metri e in prossimità della curva 1, pur in ritardo, tenta di infilare Piastri.
Il pilota della McLaren, infatti, sembrerebbe lasciare spazio in inserimento, salvo poi stringere alla corda: Verstappen è ottimista ma toccato il cordolo interno, colpisce l’australiano nella posteriore sinistra.
Entrambi vanno in testacoda, con Piastri che si ritrova ultimo e la Red Bull undicesima.
Approfittando della confusione, ancor a prima che il primo giro fosse finito, Leclerc – in virtù di una partenza incredibile – era risalito ottavo; Hamilton, dodicesimo.
Perez, la prima tornata, non la completa nemmeno e dopo essere stato colpito da Bottas nella chicane 6-7 deve ritirarsi: al giro 2 viene deliberata una Virtual Safety Car che permane fino all’inizio del passaggio successivo.
L’australiano della McLaren – che nella confusione delle battute iniziali aveva pure toccato Colapinto nel retrotreno – alla fine del giro 4 rientra ai box per le Hard.
Verstappen e Bottas ricevono comunque una penalità di dieci secondi; il tutto, a fronte della risalita di Leclerc, settimo su Magnussen al giro 7, imitato da Verstappen due giri dopo (ottavo).
Anche Piastri riceve una penalità di dieci secondi, per il contatto con Colapinto.
Leclerc non si ferma e al giro 10, grazie al DRS, sorpassa Alonso sul lungo rettilineo opposto per la sesta posizione.
Trascorrono alti due passaggi e Leclerc si porta quinto su Hulkenberg, con Verstappen che a sua volta sopravanza Alonso per la settima piazza, poi è sesto quando – alla fine del giro 13 – il tedesco va ai box.
Insieme al pilota della Haas, cambia gomme anche Alonso: per entrambi, ci sono le Hard.
A conclusione del passaggio numero 14, Gasly – in quel momento terzo – torna ai box, riprendendo la pista decimo, alle spalle del compagno Doohan che si lascia subito passare al tornante numero 5.
Il recupero di Leclerc, sul passo del minuto 29” e sei, ha comunque assunto delle tinte notevoli, nella misura in cui si è riportato – a parità di gomme – alle spalle di Russell (giro 16).
Il pilota della Mercedes è anche impegnato nel confronto a distanza con Gasly, costretto a dei sorpassi in seguito alla sosta.
Alla fine del giro 20, in Ferrari fanno rientrare Leclerc per le Hard e così il monegasco scende ottavo, a circa due secondi di differenza da Gasly, settimo davanti a lui.
Nel primo giro lanciato dopo la sosta – il ventiduesimo – il pilota della Ferrari è già sul minuto 29” e otto, in sostanza il medesimo riferimento di George Russell.
Da considerare, per il ferrarista, la variabile di essersi ritrovato a guidare nel traffico: ad ogni modo, al giro 23, sorpassa Liam Lawson – che era stato pure scavalcato da Gasly – ed è settimo.
Il passaggio successivo – il ventiquattresimo – Leclerc completa la stessa manovra sul pilota dell’Alpine, portandosi Hamilton, dietro al non ancora fermatosi Hamilton.
Il pit stop di Sainz, virtualmente secondo in quel momento, avviene alla fine del giro 25, sempre per le dure.
Norris lo imita al centimetro e la tornata successiva – la 26 – viene fatto rientrare dalla McLaren per le Hard; la stessa mossa – nella medesima tornata – la effettua George Russell.
Di nuovo nel retrotreno di Gasly al momento di tornare in pista, il britannico della Mercedes lo scavalca subito (giro 27) ancor prima del curvone 9, portandosi sesto.
Russell si era comunque visto sopravanzare da Leclerc, riuscito l’undercut (la sosta anticipata della Ferrari sulla Mercedes) della compagine italiana.
Il passo iniziale sulle Hard, in testa, è sul 28” basso, nella misura in cui si è legittimata la possibilità di una seconda sosta, se non altro per coloro i quali avevano cambiato molto presto le gomme.
Verstappen cambia al termine del giro 29: per lui dure, oltreché i dieci secondi in più da scontare.
In pista, l’olandese si ripresenta da undicesimo.
Bottas, in lotta nelle retrovie con Kevin Magnussen, sperona il danese ed è costretto a chiudere mestamente la sua probabile ultima gara in Formula 1.
Piastri effettua la seconda sosta alla fine del giro 32, confermando le dure e scontando i dieci secondi.
Hamilton invece, sulle Hard del via, ha scelto di allungare al massimo il suo primo stint: il veterano si ferma alla fine del giro 34, per le medie.
Da momentaneo terzo, Hamilton rientra settimo, unico sulle Medium tra i concorrenti.
Al giro 36, Verstappen sale ottavo, passando Alonso; al passaggio numero 40, Hamilton infila Hulkenberg all’interno della chicane 6-7 assumendo la sesta piazza virtuale.
Il numero 44 replica due tornate dopo, su Gasly, salendo quinto; Verstappen, al giro 43, è settimo sulla Haas di Hulkenberg.
Norris nel frattempo, costruendo il proprio passo sui due, tre decimi sotto ai riferimenti di Sainz, al giro 44 è arrivato ad avere un margine di quasi cinque secondi sullo spagnolo.
La risalita di Verstappen – al giro 45 – lo vede sesto su Gasly.
Piastri dà invece vita ad un grande duello con Yuki Tsunoda, tra il giro 47 e il 48, rischiando anche di tamponarlo, ma poi passandolo (giro 48) e portandosi undicesimo.
Il giovane australiano, alla tornata numero 53, entra in zona punti, in virtù del sorpasso all’esterno su Alexander Albon – all’esterno del rettilineo opposto – che lo fa salire decimo.
Il più rapido, comunque, almeno ai vertici resta Hamilton – viste le medie e l’auto scarica di carburante – che passaggio dopo passaggio, alla terzultima tornata ha ormai chiuso quasi tutto il distacco da Russell (su Hard).
Al termine dei 57 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Lando Norris, che consegna il Titolo Costruttori alla McLaren, il primo, per la compagine di Woking, dal 1998.
Con lui, sul podio, Carlos Sainz – all’ultima gara con la Ferrari, dove era arrivato nel 2021 – e uno straordinario Charles Leclerc, in grado di terminare il 2024 con una prestazione sintesi di qualità e velocità.
Il duplice podio, però, non è bastato alla Scuderia di Maranello per arrivare al successo nella classifica delle squadre: per la compagine italiana, i punti totali sono stati 652, contro i 666 della McLaren.
Ancora impegnati nell’ultimo giro, si era nel frattempo compiuto lo scambio di posizioni tra le Mercedes. Hamilton aveva portato – subito dopo il curvone 8 – l’attacco all’esterno di Russell, chiudendolo all’esterno del curvone 9.
Alla sua ultima uscita con la Mercedes dopo dodici annate – e dopo diciotto da rappresentante della casa teutonica – il classe 1985 ha completato un’ottima rimonta.
Da sedicesimo a quarto , Hamilton si è esaltato nella domenica di Abu Dhabi, tra gestione e diversi sorpassi; quinto, si è classificato George Russell.
Sesto Max Verstappen, poi Pierre Gasly, Nico Hulkenberg, Fernando Alonso e Oscar Piastri.
Il giro più veloce l’ha segnato Kevin Magnussen, in 1’25”637 alla tornata 57, l’ultima, sebbene il danese fosse doppiato di un giro.
Magnussen comunque – che lascerà pure lui la Formula 1 – all’ultima gara dopo sette annate con Haas è arrivato sedicesimo, dunque fuori dalla Top 10 e non ha perciò ottenuto il punto bonus.
La regola del giro più veloce, per altro, non sarà più in vigore nella prossima annata.
Per la Formula 1 – e proprio ad Abu Dhabi – ci saranno ancora dei test riservati ai giovani, dopodiché comincerà una pausa, fino a Marzo 2025.