Il titolo originale En Fanfare suona meglio – è il caso di dirlo – che L’orchestra stonata, titolo italiano. Ma il film di Emmanuel Courcol, in concorso al Festival di Cannes in maggio e al Festival di Roma in ottobre, resta un buon film natalizio, che infatti in Italia esce simultaneamente alla Francia.
Racconta di fratelli separati alla nascita, di disoccupazione dell’uno, operaio; di malattia dell’altro, noto direttore d’orchestra. E’ la malattia, con necessità di trapianto di midollo, a far incontrare i due. A unirli, da lontano e inconsapevolmente, è stata, sempre, la musica: il povero suona il trombone nella fanfara di una fabbrica (ormai chiusa) del depresso Nord francese, tifa per il Racing Lens, è divorziato, disoccupato, ma è sano; il ricco è una celebrità, ma i suoi giorni sono contati.
L’orchestra stonata di Courcol tiene presente la lezione di Grazie, signora Thatcher di Mark Herman (1996) e di Ricomincia da oggi di Bertrand Tavernier (1999), due classici del cinema, oltre all’opera complessiva mai abbastanza elogiata di Ken Loach. Courcol sa dunque scegliere sia gli esempi da seguire, sia gli attori da schierare. Realizza così il film edificante, sincero, che nessuno, oggi, in Italia fa: né di destra economica, né di sinistra Ztl.
Andate a vederlo. Subito.
L’orchestra stonata di Emmanuel Courcol, con Benjamin Lavernhe, Pierre Lottin, Sarah Suco, 103′