Da Berlino
Estate 1907. Il giovane ingegnere amburghese Hans Castorp arriva a Davos per visitare il cugino in sanatorio. Vi rimarrà prigioniero anche lui. È l’inizio de La montagna magica, traduzione più esatta ed evocativa del vecchio e pur bello La montagna incantata,in tedesco Der Zauberberg.
Il romanzo uscì il 20 il 28 novembre 1924 e in Germania giornali e riviste ricordano lcon lunghi articoli il centenario e fanno paragoni col presente. Thomas Mann iniziò a scrivere il romanzo nel 1912;l’anno prima era uscito Morte a Venezia, alla fine di quella che era definita la Belle Époque, un tempo in cui ci si voleva illudere che il futuro sarebbe stato migliore, un progresso senza fine.
In attesa della guerra
Gli ospiti del sanatorio, in montagna, rappresentano il vecchio mondo, in attesa della guarigione o della morte. Quando Hans torna a casa, va incontro alla guerra. Nulla sarà come prima. Mio padre nacque nel 1907. La sua è stata una generazione sfortunata: guerre, inflazione,, dittature.
Io appartengo a una generazione fortunata, la prima nella storia che non ha mai dovuto vivere una guerra, i conflitti sono avvenuti sempre altrove, in Vietnam o nel vicino Oriente, nei Balcani, che ci sembrano lontani, e sono a pochi chilometri, al di là dell´Adriatico.
A Berlino nei bunker
Oggi la guerra in Ucraina la sentiamo più vicina, non in chilometri, ma perché rischiamo di essere coinvolti. Macron e i britannici vogliono mandare truppe contro Putin. Il governo a Berlino consiglia di costruire bunker, e aggiunge: non per pessimismo, per realismo. I verdi, una volta pacifici, vogliono consegnare a Kiev missili in grado di colpire il Cremlino.
“I sonnambuli”
La situazione ricorda quella descritta di Christopher Clark nel saggio I sonnambuli (Laterza). Cento vecchi signori non evitarono la guerra, scrive lo storico australiano: l´avrebbero evitata se fossero andati in cura da Sigmund Freud.
“Hotel Abgrund”, hotel sull’abisso, è il titolo dell’articolo di Der Spiegel sul romanzo. Mann pensava di scrivere un racconto breve, sono 1422 pagine nell’ultima edizione dei Meridiani Mondadori, 1008 in quella tedesca di Fischer.
Colorni meglio di Pocar
La traduzione di Renata Colorni, che giustamente ha osato cambiare il titolo, è stupenda e superiore a quella originaria di Ervino Pocar (1892-1981), storico, grande traduttore. La sua Montagna magica, pubblicata da Corbaccio, contiene piccoli errori fastidiosi (nella prima pagina, “presi un gambero”, invece di presi un granchio).
Pocar era un profondo conoscitore del tedesco, ma incerto nell´italiano, le sue traduzioni andavano rilette come sempre avvenne, tranne per Der Zauberberg.
Sembra che io parli male di un mito. Oso perché ammiro Pocar, gli devo la mia conoscenza della letteratura tedesca. Ho letto tre volte in italiano La montagnamagica o incantata, e una (a fatica) in tedesco.
Incompreso
Nel 1939, in una conferenza, Mann consigliò di leggerla almeno due volte. Aveva avuto il Nobel nel 1929 e riteneva che il romanzo avesse un risvolto umoristico, non sempre compreso. I suoi personaggi, riuniti nel sanatorio di Davos, hanno aspetti caricaturali, stereotipi di caratteri nazionali, come l’italiano Settembrini.
Un romanzo lungo, in cui pare non accadere nulla, trecento pagine per raccontare tre mesi e, giunti a pagina 500, sono trascorsi cinque mesi appena, più di tre pagine per ogni giorno, scrive Jürgen Kaube sulla Frankfurter Allgemeine.
Giorni travestiti da giorni
La vita scorre lenta, e per alcuni sarà breve. “Quando ogni giorno è uguale a tutti gli altri”, scrive Mann, “tutti sono come un giorno”. Gli ospiti dell’albergo si perdono in un interminabile chiacchiericcio, isolati e protetti in cima alla montagna, ma si avverte quel che sta per avvenire nel mondo al di fuori, in pianura. Mann impiegò dodici anni per terminarlo.
Il critico è d´accordo con l´autore: Der Zauberberg è uno dei pochi grandi romanzi comici in tedesco. Lo scrittore riesce a prendersi gioco della malattia, della morte, perché la realtà viene vista con gli occhi dei pazienti, che non hanno speranza di guarigione, e si perdono nei dettagli quotidiani, per non vedere la realtà.
Gli analfabeti
Lo stesso Mann nel 1914 si illuse che la guerra sarebbe stata evitata, e in seguito sottovalutò il nazismo, all´inizio. Alla fine di un’intervista, ormai parlando in privato, il figlio, Golo Mann, mi disse che “la madre Katja era più intelligente del padre”. Era una battuta, e intendeva intelligenza politica.
Quanti leggono oggi Der Zauberberg? In Germania se ne vende una copia al giorno. I politici, che parlano di guerra, non hanno il tempo per leggere La montagna magica. Non leggono nessun romanzo, né libri di storia.