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Bambini mai nati: col Natale  chiudono i negozi di giocattoli

Il crollo demografico mina perfino il consumismo, prima causa della crisi di nascite in Occidente

by Enrico Marletti
26 Novembre 2024
in Cronache
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Negozio di giocattoli

Il filosofo e antropologo Amadou Hampâté Bâ (1901-1991) scrisse Kaidara. Romanzo iniziatico. Autore maliano noto in Francia, in Italia era arrivato edito da Rusconi nel 1971 grazie ad Alfredo Cattabiani.

Morale: al vasto  pubblico di sinistra Kaidara parve il libro di un editore “nero”; al non vasto pubblico di destra Kaidara parve il libro di un autore “negro”. Di quelle pagine ricordo una frase: “Un vecchio che muore è come una biblioteca che brucia”. Un negozio di giocattoli che chiude evoca i bambini mai nati.
A chiudere il 10 dicembre sarà “La Fata dei bambini” di Galleria Mazzini, a Genova. Quando ero bambino anch’io, davanti alle sue vetrine mi incantavo. Da bambino fortunato, spesso entravo contento e uscivo più  contento, ignaro che l’ampio locale era stato un tabarin, dove un’orchestrina di donne suonava da un soppalco, struttura ancora presente e da salvaguardare.

Un negozio di giocattoli che chiude alla vigilia delle feste, coi regali di Gesù Bambino e Babbo Natale, indica la lunga crisi delle natalità. Per abitanti, Genova è la prima città della Regione Liguria, Repubblica Italiana; è però ormai la seconda della Liguria come area geografica, superata da Nizza (République française), che nei primi anni ’60 aveva solo 130.000 abitanti. Nei primi anni ’70 Genova ne aveva 850.000; ora ne ha 570.000.

Questo negozio di giocattoli era nato, in sostanza, sulle note di Balocchi e profumi  (“Mamma, mormora la piccina / mentre pieni di pianto ha gli occhi…) di E. A. Mario (sue La leggenda del Piave e Tammurriata nera), che a Genova, sul quotidiano Il Lavoro, cominciò l’attività di poeta e paroliere.
Per i baby boomer, le vetrine dei giocattoli degli anni ’50 incantavano soprattutto per i soldatini western (con fortini e saloon in faesite) e le meravigliose riproduzioni di Robby il robot, che nel coloratissimo classico del cinema di fantascienza Il pianeta proibito (1956) fungeva da co-protagonista. Esposto accanto, un gioco da tavolo, ispirato al primo, famoso programma Rai-Tv, Lascia o raddoppia? Era confezionato in una scatola a forma di televisore. E, accanto a quel gioco, abili strutture, fatte con pezzi del Meccano…
A “La Fata dei bambini” si sostituirà una libreria, altro tipo di negozio in crisi. Auguri ai proprietari!
Nella stessa Galleria Mazzini resiste la libreria Hoepli, l’ultima. C’erano state la Libreria Moderna, ai primi del ‘900: qui dannunziani e futuristi si fronteggiavano anche a bastonate. Poi c’è stata la Libreria Sileno dei fratelli Romano, assai innovativa, non solo per l’ambito locale.
Qui nel 1972 convenivano – a ricordare Ezra Pound, appena scomparso – da Roma Felice Chilanti, che in epoca fascista gli era stato amico, dal tribunale cittadino Vico Faggi, magistrato e letterato antifascista, e, da Milano, Giovanni Scheiwiller, editore anche di Julius Evola.
Sempre qui potevate incrociare Eugenio Bellentani, Maurizio Cabona, Emilio Carbone, Alfonso De Filippi, Franco Mannino, Anna Maria Perla, Andrea Santagata, studenti ventenni; Dino Cofrancesco, quasi trentenne e già docente universitario vicino a Renzo De Felice; Renato Del Ponte, docente liceale e già “testimone di Evola”.
Sugli scaffali, testi non solo in lingua italiana dedicati al pensiero, alla grafica, alla fantascienza, al cinema, alle riviste del situazionismo e di altri “ismi” non alla moda del tempo, irreperibili quindi in altre, più prudenti, librerie cittadine.
Nostalgia? Negli anni ’30 Louis Aragon vaticinava per la Francia “i domani che cantano”. Oggi all’Italia restano “gli ieri che leggevano”.
Enrico Marletti

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Tags: denatalitàEnrico Marlettigiocattolinegzi chiusi

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