La presentazione di un volume in un albergo a Genova, un testo di destra, promosso da associazioni di destra, ha alimentato una mobilitazione di stampo totalitario volta a pregiudicare il pluralismo nella città della Lanterna. Con il cima rovente nelle città e negli atenei italiani si tratta di una pratica pericolosa, da no sottovalutare, che meriterebbe una presa di posizione di tanti intellettuali iberi. Per questo pubblichiamo la lettera del liberale Dino Cofrancesco, che invita a riflettere su questi avvenimenti.
Caro Roberto,
ormai non si può più presentare un libro (discutibile quanto si vuole), né fondare un Circolo culturale, senza l’autorizzazione degli antifa, dei centri sociali, del teppismo rosso, dell’ineffabile Anpi.
Quale democrazia può mai esserci se ,a decidere chi può parlare e chi no, è la piazza carismatica (quella che, per Landini, rappresenta la maggioranza reale, contrapposta a quella parlamentare)?
Non mi sconvolgono tanto episodi come quello dello Star Hotel di Genova, quanto l’assordante silenzio degli intellettuali liberali (ma ce n’è ancora qualcuno?).
Nella migliore delle ipotesi, invece delle condanne senza se e senza ma, avremo i talk show, dove ognuno dirà la sua e figure come Antonio Caprarica sosterranno che gli episodi sono deplorevoli, ma pure è deplorevole scrivere un libro sull’invenzione dell’antifascismo…
Le parole scritte e orali stanno sullo stesso piano di chi vuole impedire ai “fascisti” di pronunciarle con atti di violenza e intimidazione. Eterno cerchiobottismo dell’italica viltà..!!
Un abbraccio grande
Dino