Il film di Gabriele Salvatores Napoli – New York evoca una sceneggiatura, per quasi un secolo rimasta tale, di Fellini e Pinelli. Infatti nei primi anni ’50 il neorealismo era tramontato.
Pierfrancesco Favino fa qui di un commissario di bordo la caricatura di se stesso in Comandante, ambientato nel 1940/41. In una scena ambientata nell’agosto 1949, a Napoli, Favino infatti si aggira su una nave mercantile col cappotto militare, a bavero alzato, mentre gli altri attori e figuranti sono in abiti estivi.
Se si supera questo umorismo involontario è perché la vicenda di bombardamenti bellici e strage postbellica, poi quella successiva di emigrazione suscitano rimpianto per un’Italia povera che si rimetteva in piedi.
La traversata dell’Atlantico di due ragazzi, clandestini, e il periodo di sopravvivenza a New York City (in realtà ora Trieste, ora Fiume) sono una fiaba triste dal finale edificante.
Il film è stato girato nella scorsa primavera. Uno dei personaggi “buoni” a New York si chiama “Sangiuliano”. Si sarebbe chiamato “Giuli”, se il film fosse stato girato a fine estate?
Napoli – New York di Gabriele Salvatores, con Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Pierfrancesco Favino, Tomas Arana, Anna Ammirati, Antonio Catania, 124′