Pound inedito, Pound come troppo spesso si è voluto evitare di descriverlo, omettendo i suoi testi più scabrosi, quelli nei quali, senza giri di parole, ha manifestato una convinta adesione al Fascismo che ha pagato con tredici durissimi anni di reclusione in un manicomio.
Eclettica Edizioni ha da poco ristampato “Qui Ezra Pound” di Fabrizio Vincenti, un volume indispensabile per conoscere a tutto tondo l’impegno del più grande poeta americano dello scorso secolo durante i drammatici mesi della Repubblica Sociale Italiana, nei quali Pound dette vita a opuscoli, poesie (tra cui gli unici due Cantos scritti in lingua italiana), articoli a ripetizione a conferma che la sua adesione all’ultimo progetto mussoliniano fu davvero intensa e vissuta: il Pound della Rsi smentisce duramente l’immagine di “fascista per caso” troppo spesso appiccicatagli addosso.
Una produzione febbrile, solo in parte recuperata alla fine della guerra e che grazie al saggio di Fabrizio Vincenti viene ricostruita nel dettaglio quei 600 giorni di ostinato impegno rivolto al sogno di un mondo finalmente liberato dall’usura e fa luce sulla sua produzione giornalistica, condensata nella collaborazione a ben sette testate diverse, dalle quali vengono riprodotti gli articoli.
Ma “Qui Ezra Pound”, ecco l’importanza della ristampa, è il naturale proseguimento di un altro Pound inedito, ovvero quello che dalla metà degli anni ’30 e sino all’inizio della guerra scrive decine e decine di articoli in lingua inglese per il pubblico britannico nei quali prende le difese dell’Italia a partire dall’avvio del conflitto in Etiopia, un Pound inedito, quello del propagandistica all’estero, che risulta descritto con grande cura in un’altra opera edita sempre da Eclettica e sempre a cura di Vincenti, pubblicato recentemente: “Ezra Pound e il Fascismo spiegato agli inglesi”. Guerra di Etiopia, ruolo degli intellettuali nelle guerre, ma soprattutto la ricostruzione dell’itinerario che ha avvicinato Ezra Pound, il più grande poeta americano del secolo scorso, al Fascismo: c’è tutto questo e molto di più nella dettagliata ricostruzione del rapporto tra il più grande poeta americano del secolo scorso e il fascismo arricchita da oltre settanta articoli inediti (in Italia) che Pound ha pubblicato nella seconda metà degli anni ’30 su alcune riviste inglesi (The British-Italian Bulletin e poi su The British Union Quarterly e Action, due periodici legati alla British Union of Fascists di sir Oswald Mosley). che vengono finalmente riportati all’attenzione del pubblico italiano. Due libri meritoriamente dati alle stampe per conoscere meglio un lato troppo spesso oscurato o preventivamente biasimato, per capire cosa ha spinto davvero Pound verso il Fascismo, come è nata la sua attrazione, che su alcune tematiche è stata incubata già nel periodo vissuto a Londra, e cosa lo ha spinto a seguire Mussolini sino all’avventura finale, forse guidato dal suo “se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui” che tra i tanti aforismi del poeta di Hailey è forse il più noto.