Ho apprezzato, in gioventù, Nanni Moretti, per pellicole come Io sono un autarchico e soprattutto Ecce Bombo, in cui il giovanissimo attore e regista prendeva in giro le nevrosi del suo ambiente (che non era il mio) e della sua generazione (che era anche la mia). Andavo a vedere i suoi film, un po’ come andavo a vedere i primi film di Woody Allen: come lui prendeva in giro la gioventù radicalchic degli anni settanta, così Allen prendeva in giro le nevrosi della borghesia ebraica (ricordate il “cativo rabbino” che si fa frustare in Tutto questo che avreste voluto sapere sul sesso?), cosa che non sarebbe stata concessa a un cristiano, pena l’accusa di antisemitismo. Consideravo sostanzialmente Moretti un conservatore, un grande moralista, come mi facevano pensare film come Bianca o La Messa è finita. Il regista di Brunico (nacque lì nell’agosto del 1953) non piaceva affatto invece a Massimo Fini, che lo stroncò su Pagina, effimero ma vitale periodico dei primi anni Ottanta, in un commento in seguito ripubblicato su Il conformista. Piacque invece a Carlo Cozzi, caporedattore e critico cinematografico del Secolo d’Italia, che pubblicò una garbata recensione del suo Caro Diario. Vennero poi gli anni del berlusconismo e dell’antiberlusconismo e Moretti fu l’inventore dei “girotondi” (sempre meglio, a proposito di regressione infantile dei monopattini che imperversano nelle strade oggi). E sorrisi sotto i baffi quando scoprii che a “girotondare” con lui c’era anche il suo antico stroncatore Massimo Fini.
Nanni Moretti è noioso e…basta!