Seconda Guerra Mondiale, corre l’anno 1941, quando il 5 ottobre Bucarest, capitale della Romania, è teatro di une grande evento che ha per protagonista la Regia Aeronautica italiana.
Lo Stato romeno intende esprimere viva gratitudine all’Italia ed ai piloti e specialisti italiani che da due anni svolgono un’intensa attività addestrativa a favore della Forțele Aeriene Regale ale României (Reale Aeronautica di Romania).
Italia-Romania, il precedente di una amicizia
Per quanto nel Secondo Conflitto Mondiale Italia e Romania siano alleate, le due Nazioni hanno sempre avuto buoni rapporti. Già nel 1930 le due Armi Azzurre hanno approfondito la reciproca conoscenza in ragione di una trasvolata della Regia Aeronautica avente una specifica finalità.
Scelti dal Ministro dell’Aeronautica Italo Balbo non per conseguire non un primato, ma in caso di evenienza bellica, 9 caccia CR 20 FIAT si sono cimentati sfidando non poche intemperie, in un volo a tappe, toccando varie città e capitali dell’est europeo. La Squadriglia italiana al comando del Tenente Colonnello pilota Rino Corso Fougier ha fatto tappa a Szombathely, Budapest, Belgrado, Sofia, Bucarest.
Proprio l’arrivo in Romania ha rappresentato il momento più importante per la Regia Aeronautica vista la grande manifestazione aerea tenutasi il 15 settembre 1930, dove si sono esibiti piloti italiani, jugoslavi, francesi, rumeni, cecoslovacchi. Le autorità rumene in particolare, hanno apprezzato le qualità della Regia Aeronautica.
La Romania nel 1941
La Regia Aeronautica che dal 1939 addestra i piloti della Forțele Aeriene Regale ale României, opera in una Nazione retta da una Monarchia al cui vertice vi è il giovanissimo Re Michele. Dal 5 settembre 1940, Primo Ministro e uomo forte dello Stato è il Conducător Maresciallo dell’Esercito Ion Antonescu, militare austero, deciso ed al tempo stesso pragmatico.
Quando Antonescu assume il potere, la Romania è attraversata da forti tensioni in quanto il popolo rumeno non ha accettato alcune cessioni territoriali – su pressione di Italia e Germania – quali la Transilvania settentrionale all’Ungheria e la Dobrugia meridionale alla Bulgaria. In più, l’Unione Sovietica (URSS) di Stalin si è annessa la Bessarabia e la Bucovina del nord.
Dopo aver convinto Re Carol II ad abdicare chiamando al trono il figlio diciannovenne Michele, il Maresciallo ha assunto la carica di Conducător dello Stato Nazionale Legionario in ragione di un decreto firmato dal neo sovrano, e dell’appoggio ricevuto dalla Guardia di Ferro di Horia Sima. L’alleanza Antonescu-Horia Sima avrà vita effimera e breve tant’è che, agli inizi de 1941 il Conducător reprimerà con successo un tentativo rivoluzionario di presa del potere della Guardia di Ferro ponendo fine allo Stato Nazionale Legionario.
Antonescu, che nel dicembre 1940 ha assunto l’interim degli Esteri, sa bene che la Romania non può rimanere estranea al conflitto. Deve pertanto decidere da che parte schierarsi. Sceglie la Germania, che non ha mire territoriali sulla Romania, schierandosi contro l’URSS con l’auspicio di riprendersi i territori annessi da Stalin.
Il contesto storico
Il Conducător non dispera di riagguantare i territori ceduti ad Ungheria e Bulgaria che nel conflitto sono comunque alleate nel Patto Tripartito.
Sottoscritto a Berlino il 27 Settembre 1940 da Germania, Italia, Giappone, al Patto hanno aderito, il successivo mese di novembre, Ungheria, Slovacchia, Romania, nel marzo e giugno 1941, rispettivamente Bulgaria e Croazia.
Precedentemente a tale Trattato, il 25 novembre 1936, Germania e Giappone avevano sottoscritto a Berlino il Patto Anticomintern (anti-internazionale comunista) con il quel si impegnavano «a informarsi reciprocamente sulla attività dell’Internazionale comunista, a consigliarsi sulle misure difensive necessarie e a porre in atto tali misure in stretta collaborazione».
Successivamente vi avevano aderito nel 1937 l’Italia, nel 1939 Spagna, Ungheria, Manciukuò, nel novembre 1941 Finlandia, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Danimarca, Cina.
Il 1° settembre 1939 la Germania invade la Polonia per risolvere l’annosa questione della città tedesca di Danzica, sottrattagli al termine del Primo Conflitto. Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia muovono guerra a Hitler che, a sua volta, il 23 agosto precedente ha sottoscritto un Patto di non aggressione con l’Unione Sovietica. Gran Bretagna e Francia non dichiarano guerra a Mosca quando tre settimane dopo l’apertura delle ostilità Stalin attacca da est la Polonia mangiandosene la metà.
L’Unione Sovietica non si ferma. Nel novembre 1939 aggredisce la Finlandia annettendosene una fetta consistente di territorio. Sempre l’URSS, nella primavera ed estate 1940 aggredisce Estonia, Lettonia e Lituania portandole sotto il giogo stalinista. La Germania comincia a guardare con preoccupazione all’espansione comunista ad est, ma è legata a Stalin dal Patto di non aggressione del 1939.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra contro Gran Bretagna e Francia; il successivo mese di ottobre dichiara guerra alla Grecia.
Un qualcosa di incredibile accade nel marzo 1941. Il giorno 25, il Primo Ministro del Regno di Jugoslavia Dragiša Cvetković ed il Ministro esteri Aleksandar Cincar-Marković sottoscrivono l’adesione dello Stato jugoslavo al Patto Tripartito. Il Tripartito pensa di aver consolidato le proprie posizioni contro l’Inghilterra. Invece, la mattina del 27 marzo, un golpe fio-inglese del generale Simović congela l’adesione della Jugoslavia al Tripartito. Il 6 aprile 1941 la Germania muove guerra alla Jugoslavia seguita da Italia e Ungheria. La Jugoslavia viene smembrata. Nasce lo Stato Indipendente di Croazia che aderisce al Tripartito (giugno 1941).
Intanto, il 22 giugno 1941, probabilmente con alcune settimane di ritardo causa le operazioni in Jugoslavia, la Germania invade l’URSS e, poco dopo, anche l’Italia con il CSIR (Corpo Spedizione Italiano in Russia) partecipa alle operazioni belliche in quell’area unitamente a Romania, Ungheria, Finlandia, Slovacchia.
Accade, però, che la grande e naturale alleanza Churchill-Stalin, Gran Bretagna-Unione Sovietica, escogiti una mossa che si rivelerà se non decisiva, almeno fondamentale nel prosieguo del conflitto: l’Operazione Countenance. Trattasi dell’invasione congiunta del neutrale Iran che ha inizio il 25 agosto 1941 per concludersi il successivo 17 settembre. In tal modo, la Gran Bretagna, attraverso l’Iran, può fornire di armi e materiali l’URSS ormai prossima al collasso vista la travolgente avanzata in territorio sovietico delle forze tedesche.
Bucarest, 5 ottobre: onori alla Regia aeronautica italiana
Veniamo al 5 ottobre 1941, giornata memorabile per la Regia Aeronautica che, grazie alla dedizione dei propri uomini, si accinge a ricevere un importante riconoscimento da parte delle Autorità rumene per l’attività addestrativa svolta a favore dei piloti dell’Arma Azzurra di Romania.
Assurta ad Arma autonoma nel 1924, avendo vertice uno specifico Sottosegretariato all’Aeronautica, la Forțele Aeriene Regale ale României annovera poco più di 60.000 uomini.
Durante il conflitto, le donne munite del brevetto di pilota che intendono prendere parte allo sforzo bellico rumeno vengono incorporate nella Escadrila Albă, la Squadriglia Bianca. Ideata dall’aviatrice Marina Știrbei soprannominata Principessa dell’Aeronautica rumena, la Squadriglia Bianca ha finalità mediche ed annovera monoplani in versione aeroambulanza. Oltre ad utilizzare velivoli di varie nazionalità, l’Aeronautica rumena ne produce alcuni su licenza.
Riguardo l’Italia, utilizza il Nardi FN.305, monoplano da addestramento caccia e trasporto leggero, il ricognitore/bombardiere Savoia Marchetti S55, il bombardiere Savoia Marchetti SM79, l’idrovolante Cant Z.501, l’idrovolante da ricognizione Savoia Marchetti S62.
Vista la varietà degli apparecchi italiani utilizzati dalla Romania, appare più che logica l’attività addestrativa in atto da due anni, in tale contesto, a favore dei piloti rumeni.
Reduce dal fronte orientale dove ha ispezionato unità della Regia Aeronautica impegnate sul fronte russo, il Sottosegretario di Stato e Capo di Stato Aeronautica, Generale Francesco Pricolo giunge in aereo all’aeroporto di Bucarest il 5 ottobre.
Il Generale di Squadra Aerea Gheorghe Jenescu, Ministro Segretario di Stato e Sottosegretariato di Stato dell’Aria, accoglie l’omologo italiano Pricolo alla presenza degli ufficiali e sottufficiali istruttori della Regia Aeronautica in onore dei quali offre un pranzo.
Il momento più significativo lo si raggiunge quando il Generale Jenescu, esaltando le doti degli uomini dell’Arma Azzurra italiana, consegna ad ufficiali e sottufficiali della Regia Aeronautica la più alta decorazione dell’Aviazione rumena: la Medaglia Virtù Aeronautica accordata da Re Michele su proposta dello stesso Jenescu. Da parte italiana viene elogiata l’Aviazione rumena che, «in modo tanto glorioso sta facendo il suo dovere per la Patria e per la causa comune dei popoli europei in lotta contro il bolscevismo». Proprio la guerra ad est desta una certa preoccupazione vista la citata Operazione Countenance.
In pratica, se l’URSS non crolla nel giro di poche settimane la situazione si andrebbe a complicare per le forze antisovietiche costrette a stagnare nel micidiale inverno russo (cosa che avverrà). Lo ha ben intuito Pricolo che prima di recarsi a Bucarest per la cerimonia del 5 ottobre, ha fatto tappa sul fronte orientale. Pochi giorni dopo, verso la fine di ottobre, il Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica torna nuovamente sul fronte dell’est per rendersi conto personalmente della situazione.
Ma anche per Pricolo il tempo sta per scadere visto che, fra una manciata di giorni non guiderà più la Regia Aeronautica. Gli succederà, il 15 novembre 1941, quel Rino Corso Fougier la cui squadriglia, il 15 settembre 1930, nel cielo di Romania, aveva riscosso l’ammirazione delle varie Armi Azzurre là convenute.
L’ articolo sulla Aeronautica Rumena è molto interessante , mi complimento con l’ Autore Michele Salomone e con barbadillo.it che lo ha ospitato.
A proposito degli eroici piloti della Regia e della ANR date un’ occhiata anche al sito amico adrianovisconti.it
Gianni Tripodi