“Un popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di pensatori, di scienziati, di colonizzatori, di trasmigratori”. Questa frase, formula sintetica per descrivere gli Italiani, popolo effettivamente straordinario, unico nel bene e nel male, fu coniata da Benito Mussolini. La pronunciò nel discorso del 2 ottobre del 1935 con il quale annunciava la guerra d’Etiopia. Una frase che indica la volontà di potenza di un popolo. Ma accade che per tutte le categorie viene alla mente una lunga serie di nomi ma per la categoria “colonizzatori e trasmigratori”, insomma i viaggiatori, al di là di qualche nome noto, Amerigo Vespucci, Cristoforo Colombo e qualche altro, nulla affiora dalla memoria.
La categoria è adesso resa ben nota da un’opera che tutti dovrebbero leggere per conoscere una fetta di storia italiana misconosciuta: Viaggiatori straordinari di Marco Valle (Neri Pozza ed.) che per la prima volta narra di un’Italia avventuriera, composta da marinai e viaggiatori che hanno scoperto angoli di mondo non conosciuti prima, che hanno fatto da battistrada a spedizioni, che hanno registrato record, che hanno conosciuto per primi culture e religioni mai viste da uomo occidentale. Un libro ben scritto che trasporta il lettore in altri mondi, facendo riferimento a un’epoca in cui generalmente l’uomo medio difficilmente usciva dalla propria regione se non dalla propria città. Il pregio maggiore di questo volume è che l’autore, Marco Valle, è un giornalista con il tipico spirito avventuriero, curioso, viaggiatore lui stesso, irrequieto e irregolare nei giudizi e nelle analisi. Ha all’attivo decine di libri di viaggio e anche qualcuno di politica estera.
Questo libro fa conoscere le scoperte degli italiani, ma soprattutto il carattere di straordinari uomini con vite sempre al limite ed estreme. Finalmente ecco un pantheon di caratteri speciali che non è da meno dei viaggiatori che tanto vanno di moda nel mondo anglosassone. Valle tira le fila delle grandi avventure cui gli esploratori italiani hanno dato vita analizzando il loro operato a partire dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Sono uomini al limite dell’eroismo, che hanno issato nei posti più sperduti il tricolore, incontrando popoli sconosciuti, civiltà pressoché svanite, religioni, costumi, tradizioni di cui mai s’era sentito parlare. Erano uomini che si lanciavano in avventure con passione, amore per le scoperte, ricchi della propria cultura, pronti a scoprire realtà inedite dell’America centrale e latina, i misteri dell’Africa e le meraviglie del Medio Oriente e dell’Asia.
Così Valle fa scorrere davanti agli occhi personaggi e imprese. Da Giacomo Beltrami, scopritore del Mississippi a Ippolito Desideri primo conoscitore della religione della gente del Tibet, da Odoardo Beccari nel Borneo a Giacomo Bova in Patagonia, Pietro Savorgnan di Brazzà nel Congo (cui la capitale, Brazzaville, gli fu intitolata),Vittorio Bottego e Guglielmo Massaia in Abissinia, dove l’Italia civiizzò quei popoli, senza sfruttare le ricchezze del sottosuolo. Ancora: Giovanni Miami, esperto navigatore del Nilo, Giovan Battista Cerruti, scopritore della Malesia, Alberto de Agostini in Patagonia, Raimondo Franchetti, Ardito Desio, Giacomo Doria, Luigi Amedeo di Savoia, Umberto Nobile e Giovanni Battista Belzoni. Da non dimenticare il grande Giuseppe Tucci, esperto di civiltà asiatiche, conoscitore di oltre undici lingue, difensore delle cuture asiatiche: detto l’”esploratore del Duce”, a lui si debbono alcune fra le maggiori scoperte di parte italiana e aver intrecciato rapporti che ebbero sbocchi ed esiti anche politici.
Un libro da non perdere che rivela e spiega bene una storia misconosciuta che fa onore all’Italia ma finora davvero poco diffusa.
Marco Valle, Viaggiatori straordinari. Storie, avventure e follie degli esploratori italiani, Neri Pozza ed., pagg. 308, euro 20