Fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, Roberto Mieville fu il primo segretario del Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori, l’organizzazione giovanile del partito che raggruppava studenti e giovani lavoratori. Tenente carrista nella seconda guerra mondiale, fu fattto prigioniero nel Nord Africa e trasferito dai militari statunitensi nel campo di concentramento di Hereford, nel Texas (Usa). Vi rimase prigioniero per due anni. Nel 1948 fu eletto alla Camera dei deputati nelle fila del MSI. Alle elezioni del 1953 fu rieletto alla Camera ma pochi mesi dopo morì in un incidente d’auto nei pressi di Latina, all’età di 35 anni. Ideatore del famoso motto “Boia chi molla!”, era un neofascista particolare: antiamericano in un partito filoatlantico, antimonarchico in un partito che anni dopo fondò la Destra nazionale alleandosi con i monarchici, fascista repubblicano che si richiamava alla destra sociale in un partito che era in gran parte conservatore e fedele al Manifesto di Verona del 1943 quando ormai con il crollo del fascismo non esisteva più. Lasciò tre libri: Fascist’s criminal camp, Un racconto di guerra e Dal cielo ci guardano. Il primo sull’esperienza della prigionia in un campo di concentramento statunitense dove gli irriducibili italiani si rifiutarono di collaborare, subirono torture, privazioni, difficoltà varie; gli altri due volumi sull’esperienza di guerra in Russia e nel Nord Africa.
Dal cielo ci guardano è un insieme di racconti veri, da qualche settimana in libreria, grazie alle edizioni Passaggio al bosco, e rappresenta una importante testimonianza della guerra vista dai giovani e giovanissimi militari che combatterono per la Terza Via, contro il liberalismo e contro il comunismo. Si succedono e si alternano scoppi di bombe con pensieri rivolti alla famiglia, assalti all’arma bianca fra crateri colmi di camerati morti, in lontananza canti di soldati nel fragore dei colpi di mitra, lo strisciare fra le frasche sotto il sole d’Africa. Assalti, turni di pattuglia per controllare il territorio e per aggredire le pattuglie nemiche incrociate nottetempo. L’amor patrio e la volontà di combattere nella Repubblica Sociale Italiana per mantenere fede al giuramento alla bandiera e per opporsi alla monarchia che cambiò bandiera da un giorno all’altro dando vita alla resistenza accanto agli eserciti angloamericani. Amerino Griffini chiude il volume con un lungo racconto, “Per sempre giovane”, con il quale ricorda e ricapitola la vita – breve – di Mieville. Con una bella prosa narra l’esistenza militante di questo giovane uomo, originario di Ferrara, che lottò quanto potè prima con le armi in pugno poi con la partecipazione politica nelle piazze e in parlamento. Un libro da non perdere.
Roberto Mieville, Dal cielo ci guardano, Passaggio al bosco, pagg. 199, euro 15. (Disegni di Luigi Apolloni e postfazione di Amerino Griffini, a cura di fabrizio Rinaldini)