Era stata annunciata per il 2024, poi però a livello di produzione qualcosa dev’essere andato storto, così Netflix ha fatto slittare l’attesa serie tivù L’Eternauta al prossimo anno, data ancora da definire. Però al contempo ha fatto circolare le prime foto dell’atteso film a puntate tratto da un’opera cult del fumetto di fantascienza, creato in Argentina sul finire degli anni Cinquanta dalla penna di Hector Oesterheld e dalla matita di Francisco Solano López.
La serie è diretta dal regista argentino Bruno Stagnaro – autore di opere poco note in Italia, tra cui il film Pizza, birra, faso (1997) e le serie tivù Okupas (2000) e Un gallo para Esculapio (2017) – che ha anche scritto la sceneggiatura dei sei episodi insieme ad Ariel Staltari. Il cast comprende nomi importanti della cinematografia argentina, a partire dal celeberrimo Ricardo Darín nel ruolo di Juan Salvo, il protagonista. E poi Carla Peterson, César Troncoso, Andrea Pietra, Ariel Staltari, Marcelo Subiotto, Claudio Martínez Bel, Orianna Cárdenas e Mora Fisz. Il nipote dell’autore del fumetto, Martín Mórtola Oesterheld, ha avuto il ruolo di consulente creativo.
La scelta del cast e della produzione locale sembra rassicurare i numerosi fans de L’Eternauta sul sostanziale rispetto dell’opera di Oesterheld e Solano Lòpez (di cui esiste anche una riedizione del 1969, sempre sceneggiata dal primo ma questa volta disegnata da un altro grande fumettista mondiale, Enrique Breccia), tuttavia la notizia che le versione di Netflix verrà attualizzata ai giorni nostri potrebbe nascondere qualche insidia di scivolamento verso i dettami woke della piattaforma americana. Staremo a vedere.
L’Eternauta comparve per la prima volta a puntate nel 1957 sulla rivista argentina Hora Cero ma in Italia arrivò soltanto vent’anni dopo grazie al settimanale Lanciostory e poi in seguito all’omonima rivista di fumetti (pubblicata da EPC e Comic Art dal 1980 al 2000), riscuotendo anche qui un grande successo, come del resto in Francia e negli altri Paesi europei. La serie completa è poi stata ripubblicata in anni più recenti sotto forma di graphic novel da Editoriale Aurea e 001 Edizioni. La serie originale, oltre alla riedizione del 1969, è proseguita negli anni Settanta a cura dell’autore Oesterheld e dopo la sua morte con la sceneggiatura del nostro Alberto Ongaro e di altri famosi fumettisti internazionali. L’ultima edizione è uscita tra il 2003 e il 2006 con la sceneggiatura di Pablo Maiztegui e le matite di Francisco Solano López, cioè il suo primo disegnatore.
La storia è nota: a Buenos Aires un uomo si materializza in casa di uno sceneggiatore di fumetti e racconta di essere un viaggiatore del tempo, vale a dire un eternauta, dopo aver tentato di fuggire a bordo di una macchina del tempo aliena. Tutto sarebbe iniziato con una strana nevicata radioattiva e la successiva invasione aliena che ha decimato la popolazione porteña. I superstiti si riuniscono in uno stadio e cercano di organizzare la difesa contro gli extraterrestri e i loro micidiali insetti-robot, ma le forze in campo sono assolutamente impari. Nel tentativo di mettersi in salvo l’uomo, Khruner, sale a bordo di un’astronave aliena e da allora viaggia nel tempo nella speranza di tornare a casa. E ora, finalmente, sembra esserci riuscito. Ma su Buenos Aires torna a nevicare e lo sceneggiatore di fumetti capisce che ciò che è avvenuto a Khruner accadrà di nuovo.
Al di là della trama fantascientifica, il soggetto di Oesterheld era una precisa allegoria di quanto stava accadendo in quel periodo in Argentina, dopo il golpe che nel 1955 detronizzò Perón e portò al potere un regime militare. L’autore era infatti un peronista di sinistra, posizione che si accentuò ulteriormente negli anni Settanta, tanto che dopo il nuovo golpe del 1976, quello del generale Videla, Oesterheld (in foto) entrò nella guerriglia dei Montoneros e il 21 aprile del 1977 venne arrestato e scomparve, entrando nel lungo elenco di desaparecidos della dittatura militare.
Prima di lui, l’anno precedente, per lo stesso motivo era stata uccisa la figlia Beatriz, militante della Juventud Peronista, ed era scomparsa un’altra figlia, Diana Irene, entrata nei Montoneros. Ma la tragedia familiare non terminò qui: dopo il padre, la stessa sorte è toccata anche alle altre due figlie ancora in vita, Marina e Estela Inés, entrambe sequestrate e scomparse quando erano incinte. Il figlio di quest’ultima, Martín (quello che ha collaborato alla produzione della serie), venne poi consegnato alla nonna Elsa, unica sopravvissuta della famiglia Oesterheld. Per molti anni la vedova è stata attivista delle Nonne di Plaza de Mayo.