La leva monetaria agisce attraverso un aumento o una diminuzione della moneta immessa nel sistema economico. Facciamo un esempio pratico: lo Stato si accorge che l’economia sta entrando in crisi, le imprese non investono, i consumatori non acquistano, le banche concedono prestiti a tassi troppo alti e quindi nessuno li chiede. Allora cosa può fare? Decide di emettere titoli del debito pubblico (i BOT, i CCT tanto per intenderci) ma anziché offrirli ai risparmiatori li fa acquistare alla propria Banca Centrale, mette cioè in atto la cosiddetta “monetizzazione del debito”. Se li compra la Banca Centrale, cioè l’istituto che ha come scopo principale quello di battere moneta, in realtà fa sì che lo Stato abbia nelle proprie casse molto denaro fresco da spendere, creato in pratica dal nulla, e per il quale non dovrà pagare alcun interesse. A quel punto lo Stato immetterà il denaro a disposizione attraverso la spesa pubblica, ad esempio appaltando nuovi lavori per costruire strade, autostrade, ferrovie e altre infrastrutture, oppure potrà aumentare lo stipendio ai dipendenti pubblici o assumerne di nuovi, oppure potrà spendere in maggiori forniture per la sanità e in molti altri modi ancora. Lo scopo qual è? È quello di far avere più soldi a disposizione delle imprese e dei lavoratori/consumatori. Le imprese così investiranno, acquisteranno nuovi macchinari, assumeranno altri dipendenti e creeranno nuova ricchezza. Altrettanto succederà con un aumento di stipendio per i dipendenti pubblici, che avranno più soldi in busta paga, li spenderanno e quindi innescheranno un circolo virtuoso. Questo circolo virtuoso è simile a quello visto in precedenza per le imprese, ma vediamolo nel dettaglio: il dipendente avrà più soldi in tasca, facciamo conto 100 euro, deciderà di spenderne 90 e di metterne da parte 10, così andrà nei negozi e li spenderà. Il negoziante, vedendo che il giro di affari sta aumentando deciderà da un lato di assumere un’altra commessa e dall’altro aumenterà gli ordinativi all’industria che realizza i prodotti in vendita. Quest’ultima farà la stessa cosa del commerciante, perché avendo un aumento degli ordini assumerà nuovi operai e acquisterà più materie prime. Nel frattempo la nuova commessa del commerciante e il nuovo operaio dell’industria avranno uno stipendio da spendere che, magari, prima non avevano. Quindi, metteranno una parte dello stipendio da parte e poi andranno nel negozio a spendere e ripartirà nuovamente il circolo virtuoso, fatto di aumento delle vendite, aumento della produzione, nuovi investimenti e nuove assunzioni.
Quello appena descritto è uno dei più importanti meccanismi dell’economia moderna, un meccanismo che Keynes definì il “moltiplicatore”, nel caso specifico è il cosiddetto moltiplicatore della spesa pubblica. Si parla di moltiplicatore perché, come potete capire dall’esempio sopra, un euro di spesa pubblica immesso nel sistema farà crescere il sistema, cioè creerà nuova ricchezza, in misura maggiore rispetto all’euro iniziale. Tenete presente che questa regola vale anche all’opposto, cioè se uno Stato taglia la spesa pubblica di un euro, la riduzione della ricchezza totale sarà superiore a quell’euro. È quello che è successo in Grecia quando l’Unione Europea ha costretto il governo di Atene a tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici, le pensioni e la spesa per la sanità, per l’istruzione e per i lavori pubblici. A posteriori è stato calcolato che un taglio di un euro ha provocato un impoverimento dell’intero sistema per un euro e mezzo. Ecco perché nel Capitolo 1 ho anticipato che quando in TV vi dicono che l’austerità fa crescere l’economia stanno dicendo un’assurdità, mentono sapendo di mentire. Questo fatto è da non scordare mai, perché su una menzogna del genere si gioca buona parte del futuro della nostra Nazione e delle future generazioni.