“Ce l’hanno fatta!” è il succo dei titoli di tutti i giornali a proposito del trionfo Labour. Sir Keir Starmer abbraccia teneramente la moglie, siglando la super vittoria con un bacio appassionato. Mentre la famiglia del maharaja impaglia i tondi, qui vanno per le spicce, ho visto di persona caricare un tavolinetto e altre masserizie sul camion giallo della ditta Bishop’s move, proprio mentre Jeremy Hunt (ex cancelliere dello Scacchiere nonché tory miliardario d’annata) con un sorriso a 24 carati passeggiava con la famiglia, appena uscito da casa al numero 11 di Downing street. Che abbia già in mente qualcosa per il dopo labour? Su tutti i giornali: Keir Starmer saluta “la luce del sole della speranza” mentre la Gran Bretagna si sveglia davanti alla schiacciante vittoria dei laburisti.
Il nuovo leader promette “un’era di rinnovamento nazionale” in cui il suo governo “inizierà a ricostruire il Paese. Dopo 14 anni di regno tory” dice, “il nostro compito e di rinnovare gli ideali che tengono unita la Gran Bretagna”, mentre i london business leaders hanno caldamente invitato l’amministrazione di Starmer a provvedere subito alla: crescita, crescita, crescita (così su Evening Standard) dell’economia, questa la priorità assoluta. Ms Mordaunt, quella che reggeva lo spadone durante l’incoronazione di King Charles III, e promotrice di raccolta fondi per un memorial che celebrasse la vittoria della royal navy sullo schiavismo, ammette che il suo partito ha preso una batosta perché ha fallito nell’onorare e rispettare la fiducia degli elettori. Il terremoto elettorale ha spazzato via lei e altri personaggi pittoreschi come Jacob Ree Mogs, che si addormentava sdraiato, sui divani durante le sedute parlamentari, e lo stesso Sunak, ieri alle stelle -si fa per dire- perché non ha mai saputo parlare al popolo per via dei suoi distraenti conti in banca, è già un ricordo che sta impallidendo. Sue-Ellen Cassiana, “Suella” Braverman, ex ministro degli interni, ovvero la tigre indiana, è in agguato nella gabbia semideserta dei tories e porge le scuse all’elettorato facendo eco alle parole di Rischi Sunak dicendo: “Voi, il grande popolo britannico avete votato per noi per 14 anni, e noi non abbiamo mantenuto le promesse. Farò tutto in mio potere per ricostruire la fiducia, abbiamo bisogno di ascoltarvi, ci avete parlato in modo chiaro.” Jeremy Corbin canta vittoria con la sua lista indipendente anche se sotto sotto si chiede ma perché lui (Starmer) ce l’ha fatta e io no? Mentre qualcuno, detto voce tonante, promette di dare filo da torcere a tutti, e c’è da credergli, il “guerriero” Farage, ritratto con la sua fiamma francese alza il pollice in segno di vittoria come per dire: “Se vedemo!”
Evening Standard, 5 luglio 2024 titola: “Truss è la più grande vittima del brutale bagno di sangue dei Tory” e “Ben fatto Keir, per ora siamo con te ma attenzione, il favore non durerà per sempre.”
A meno di rivoluzioni galattiche non si sentirà più parlare di Liz Truss e di Boris Johnson, o di Jacob Ree Mogs. Qui di bello c’è che il loro sistema elettorale non ammette rientri, non prevede riciclati, chi è defenestrato e perde la fiducia degli elettori è meglio che trovi un altro impiego.
The Guardian, 5 luglio 2024: “L’ascesa del partito di Farage, che ha diviso il voto della destra, potrebbe rappresentare una grande sfida per il nuovo governo Starmer, che dovrà elaborare una strategia per combattere l’ascesa dell’estrema destra, una tendenza che si rispecchia in tutta Europa.
La vittoria del Labour sarà comunque vista come un faro di speranza per i partiti progressisti di tutto il mondo, nel mezzo di feroci battaglie elettorali contro la destra populista in paesi come Francia e Stati Uniti.
I risultati hanno mostrato che i laburisti hanno riconquistato vaste aree del nord dell’Inghilterra e delle Midlands, il cosiddetto “muro rosso,” conquistato dai conservatori nel 2019.
La vittoria di Starmer segna un’enorme svolta per il partito, quattro anni e mezzo dopo essere diventato leader e meno di cinque da quando Jeremy Corbyn guidò il partito verso una disastrosa sconfitta.
Una volta che le acque si saranno calmate, il nostro instancabile team politico si dedicherà a guardare al futuro e a come possiamo aspettarci che il Paese cambi dopo anni di caos politico.
Qualunque cosa portino i prossimi anni nel Regno Unito e nel mondo, i nostri giornalisti continueranno a mettere in discussione e interrogare le decisioni prese da chi è al potere” parola di The Guardian.