Nove furono le notti in cui Zeus fece l’amore con Mnemosine. Nove amplessi, nove figlie: le Muse. Protette da Apollo, ne divennero sacerdotesse e ancelle. Le Muse presiedono le Arti e le Scienze. Sarà per questo che, quando nasce il cinema, figlio dell’immaginazione e della tecnica, viene assimilato alla musa del teatro, per poi divenire la settima arte. Musica, danza, teatro, cinema. Per dirla col mito Euterpe, Tersicore, Melpomene e Talia. Donne ancelle sono le Muse in omaggio a quell’immaginario antico che volgeva il patriarcato in poesia e non ne faceva una questione di genere ma solo di ancestrale e fantasiosa discesa nella ferinità delle origini, con uno sguardo almeno più ampio dei suoi eredi: a chi se non alle donne affidare la Bellezza? Chi si reputa erede della tradizione greca non può non celebrare la sinuosa ed eccitante bellezza delle Arti. Tra le più fiere eredi della cultura greca vi è Siracusa. In questi giorni la città sta vivendo un’inquietudine artistica che sembra proiettarla sulle vette di Elicona. Le ultime repliche delle rappresentazioni classiche della Fondazione Inda, cederanno il passo a due eventi speciali che la Fondazione ha messo in cartellone Horai- Le quattro Stagioni”di Giuliano Peparini con l’etoile Eleonora Abbagnato e Giuseppe Sartori e lo spettacolo di Roberto Bolle “Bolle & Friends.
Siracusa aspira a diventare capitale del Teatro. Lo merita perché intorno al Teatro convergono entusiasmo e professionalità ovvero la fertile inquietudine di un dio che si agita dentro coniugata alla sapienza del mestiere.
Ogni luogo della città diventa teatro sotto l’ombra delle pietre dell’inarrivabile Teatro Greco: il Parco Archeologico e le stanze del Museo Paolo Orsi grazie alla direzione di Lello Analfino, il Teatro dei Pupi che ospita anche le sperimentazioni di giovani compagnie di attori. In ultimo la Terrazza Killichè, agorà di cultura sospesa letteralmente sulla piazza tra il campanile del Duomo e il mare del Porto Grande, che martedì scorso ha ospitato il suo primo evento teatrale L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo scritto da Claudio Fava con la regia di Chiara Callegari e interpretato da Simone Luglio e Giovanni Santangelo.
Una pièce intensa che caccia le mani dentro le ferite della memoria più tragica della nostra storia, dentro quel 1992 che doveva essere uno spartiacque civile ed è ora solo cenere di corpi e spazio occupato solo dalla forza della parola artistica. L’unica che davvero sa resistere.
Ma c’è un luogo che ha riaperto lo scorso anno grazie alla tenacia dell’Amministrazione Comunale, del sindaco Francesco Italia e soprattutto di Fabio Granata, assessore alla Cultura della città “Abbiamo così definitivamente eliminato uno dei buchi neri del nostro tessuto culturale, restituendo alla Città il suo smagliante Tempio laico” ed è il Teatro Massimo.
Grazie alla temerarietà di Orazio Torrisi, già direttore artistico della rete Teatro della Città che collega oltre al Teatro Massimo di Siracusa i teatri Vitaliano Brancati e Piccolo Teatro della Città di Catania. La conferenza stampa di presentazione della Stagione 2024 è stata dominata dall’emozione e dalla veemenza di Torrisi “È necessario ritornare ad un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento per la storia dell’uomo dove mettere al centro dell’attenzione tutte le azioni legate ad esso e alla sua vita”, ritornare allo stupore e alle emozioni “Tutto questo può essere possibile solo dando strumenti di comprensibilità della storia, del racconto”. Strepitoso è l’aggettivo ripetuto da Torrisi come un mantra nell’elencare spettacoli, registi e attori. Peter Stein con Crisi di nervi di Anton Cechov, Alessio Pizzech, Giovanni Anfuso con Le intellettuali di Moliere, Luana Rondinelli, Carlo Sciaccaluga, Pino Strabioli, Giuseppe Dipasquale e La giara di Luigi Pirandello, Daniele Salvo, Manuel Giliberti con il suo Harem di Alberto Bassetti e l’esordio alla regia di Salvo Ficarra con Il malato immaginario di Moliere. Presenze di primo piano tra gli attori: Giuseppe Pambieri, Maddalena Crippa, Lucia Lavia e Luigi Tabita per Appuntamento a Londra di Mario Vargas Llosa, Alessandro Averone anche nella regia per Il piacere dell’onestà sempre di Pirandello, Giorgio Marchesi, Marco Quaglia, Giovanna Mangiù, David Coco. E sono solo alcuni per una stagione ricca anche di sorprese (due cartelloni principale e poi il Teatro ragazzi, le rassegne Teatro civile e Parola d’attrice) tra cui l’esperimento Family day cap,. 1 e 2 di Nicola Alberto Orofino. Tre spettacoli con Tuccio Musumeci ci ricordano la necessità di creare un ponte tra la tradizione e il futuro, che fa di Siracusa una città ideale “Per avere una progettualità sul futuro, è necessario avere contezza del presente, partendo dall’esperienza del passato– continua Torrisi-. Questa è la linea che ci ha guidato nel proporre un programma di attività estremamente ricco che non si basa soltanto sul teatro classico ma che pone all’attenzione della comunità di Siracusa, della provincia e della regione tutta, anche i testi di teatro contemporaneo che sono più vicini ai giovani, con uno sguardo attento anche ai testi di teatro civile con l’auspicio che possano suscitare momenti di riflessione.” Uno dei punti di forza della nuova vita del Teatro Massimo, firmata Torrisi, è il dialogo con la città che parte da un premio, il Premio Nazionale di Teatro Contemporaneo dedicato a Piera Degli Esposti, rivolto alle attrici e decretato dal pubblico. A Parola d’Attrice vi sarà il ritorno a Siracusa e al Teatro Massimo di Viola Graziosi. Graziosi a inizio settembre presenterà la trilogia del mito scritta da Luciano Violante Clitemnestra-Circe- Medea nell’ambito del Festival MeditterrArtè- Classico Contemporaneo. Il Teatro come luogo di scambio con l’Accademia d’Arte Drammatica di Inda e con le scuole. Il Teatro come spazio culturale per altre arti, per un’altra musa. E’ stato presentato a margine un ricco cartellone di musica. Prenderà avvio a settembre sempre sul palco del Teatro Massimo la Stagione concertistica dell’Associazione ASAM (Associazione Siracusana Amici della Musica) che celebrerà soprattutto Puccini e Verdi.
Non ha un nome la musa del cinema, ma trova a Siracusa un’altra alcova.
E’ OFF (Ortigia Film Festival) di Lisa Romano e Paola Poli. Oltre 40 i titoli tra concorso e fuori concorso, di cui 2 anteprime internazionali, 7 anteprime nazionali e 12 anteprime regionali, una sezione documentari e una di cortometraggi. E un profluvio di grandi nomi tra cui Roberta Torre, Neri Marcoré, Michela Andreozzi, Michele Riondino, Vinicio Marchioni, Barbara Ronchi, Donatella Finocchiaro, Costanza Quatriglio, Selene Caramazza, Nadia Tereskiewicz, Edoardo Morabito, Margherita Vicario, Vincenzo Pirrotta, Enrico Lo Verso, Mauro Ermanno Giovanardi. Ortigia diventa un’arena: film e dibattiti (moderati da Steve Della Casa, Gianni Canova e Claudia Catalli) e una mostra dedicata a Marcello Mastroianni. “Un festival diffuso, inclusivo, innovativo e green con un programma ricco e variegato che guarda ai contenuti e al presente” afferma Lisa Romano, la visionaria Lisa Romano come sottolinea Fabio Granata. “Quest’anno, il festival non solo celebra il talento e la creatività dei cineasti indipendenti, ma rafforza ulteriormente il legame tra Siracusa e il mondo del cinema” afferma con orgoglio il sindaco Francesco Italia. OFF avrà come tema “Il corpo violato” e nella sezione Cinema Woman guarderà alle donne puntando sulle cose da fare e non solo sulle parole da dire e i corpi saranno di artisti. Perché l’arte non ha genere e finalmente qualcuno ha il coraggio di farlo.