E’ nota l’affermazione attribuita erroneamente a Joseph Goebbels, il Ministro della Propaganda del Terzo Reich, dal 1933 al 1945: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Meno conosciuti gli undici punti per fare una perfetta propaganda, formalizzati dallo psicologo Leonard William Doob, professore all’Università di Yale, in Goebbel’s Principles of Propaganda (1950) che fissano una metodologia propagandistica, applicata in Germania negli Anni Trenta, ma – aggiungiamo noi – ancora praticata, al di là di tutte le etichette ideologiche, anche dalla sinistra italiana. Precisiamo, a scanso di equivoci, che si tratta di uno schema generale, ma sono certe assonanze che svelano dei meccanismi propagandistici oggi riportati in auge dalla sinistra italiana (e dalla sua grancassa propagandistica) contro l’attuale governo di centrodestra. A ciascuno di verificare, punto per punto, talune affinità, integrando quelle da noi segnalate.
1. Principio della semplificazione e del nemico unico
È necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
Luciano Canfora: “Meloni è oggettivamente neonazista”.
2. Principio del metodo del contagio
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.
“Giorgia Meloni, il passato che non passa: l’ombra nera mai fugata” (Paolo Berizzi, “la Repubblica”, luglio 2022).
3. Principio di trasposizione
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.
In sintesi: il “ladro di democrazia” chiama “ladro di democrazia” il suo nemico per confondere le idee.
4. Principio dell’esagerazione e del travisamento
Qualsiasi atto compiuto dall’avversario dev’essere etichettato come minaccioso.
“Con la riforma del premierato si vuole far saltare ogni forma di controllo democratico, a partire dalla presidenza della Repubblica” (Tomaso Montanari, “Il fatto quotidiano”, 8 aprile 2024).
5. Principio della volgarizzazione
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare.
“La vostra Giorgia Meloni razzista, fascista, nazista”. La voce che arriva dal palco del Sonic park è quella di Brian Molko, frontman dei Placebo dal palco del Sonic park durante il concerto al festival a Stupinigi: “Pezzo di m…., vaff!” (luglio 2023).
6. Principio di orchestrazione
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
FdI e i “conti con il passato” che non passano mai…
7. Principio del continuo rinnovamento
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.
8. Principio della verosimiglianza
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.
“Non mi viene in mente niente di più fascista del sangue il sangue che stabilisce parentele, gerarchie, eredità, tradizioni. Il sangue che consente di mantenere i privilegi. Il privilegio che è l’opposto e il contrario del diritto. Il fascismo ancora prima di una ideologia, di una memoria, dell’apologia di un reato, è una pratica. Una prassi quotidiana, anche amministrativa” (Chiara Valerio, “La Repubblica”, 21 giugno 2023). Fascismo, ancora fascismo, dunque. Ma dove? Al centro della polemica la procuratrice di Padova, Valeria Sanzari, che ingiunge, legge alla mano, di cancellare il nome della madre non biologica e rettificare il cognome attribuito ai figli negli atti di nascita del comune di Padova. Immediata l’assimilazione con il sangue … fascista.
9. Principio del silenziamento
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.
“Venghino, signori, venghino. Oggi il circo mediatico della sinistra ha un nuovo obiettivo: la collega Incoronata Boccia, vicedirettrice del Tg1, colpevole di aver fatto un ragionamento articolato (e del quale aveva fatto un accurato preambolo) sull’aborto in un programma Tv della Rai. La collega non ha mai messo in discussione una legge dello Stato e i suoi diritti, ma ha espresso con chiarezza una sua opinione di principio e ricordato le parole di madre Teresa di Calcutta: ‘l’aborto è un pericolo imminente più delle guerre’”. Lo afferma il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai in una nota del 21 aprile 2024. “Incoronata Boccia ha avuto anche un pensiero per i nascituri. E’ grave farlo? Da Pd e M5S- prosegue la nota- arrivano addirittura richieste di chiarimento ai vertici Rai. La solita solfa. Ci stiamo abituando alla protervia di chi pensa di poter continuare a dettare legge sulla Rai, accusando i suoi vertici di censura, ieri, e di aver avallato una violazione di legge, oggi. Qual è il menù di domani? Censurare il Santo Padre che sul tema dell’aborto si esprime con parole di chiarezza inequivocabile?”.
10. Principio della trasfusione
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali. Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.
“Il 25 aprile di Meloni dura solo venti minuti e non cita mai l’antifascismo” (“La Repubblica”, 26 aprile 2024)
11. Principio dell’unanimità
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.
Propaganda totalitaria – e agenda – alle quali il governo di destra-centro non sa opporre, sostanzialmente, un bel niente.