Arte e Fascismo è il titolo di un’ interessante mostra al Mart di Rovereto ideata da Vittorio Sgarbi, già in corso che durerà fino al primo settembre.Vi sono esposte circa 400 opere che vanno dalla pittura alla scultura all’architettura. Una varietà di stili, di tendenze importanti alcune delle quali si erano già affermate prima del regime come per es il Futurismo. La rassegna pone in evidenza il fatto che Mussolini non impose un gusto, uno stile in modo coercitivo ma lasciò una libertà relativa agli artisti consapevole che l’ arte e chi la crea dovessero avere una certa autonomia. Tutto ciò non significa che il regime non attuasse, ovviamente, una politica volta a celebrare, a magnificare l’ ideologia che lo sosteneva ma che accettava espressioni artistiche non necessariamente celebrative , consentendo così un compromesso con gli artisti. Oltre al Futurismo già noto per le sue caratteristiche che per diversi aspetti era in linea con il regime, vi sono esposte opere di autori che proponevano il cosiddetto “Ritorno all’ Ordine” di cui facevano parte , ad es, Mario Sironi, Carlo Carrà, Renato Guttuso che consisteva nel rifarsi al classicismo, ad una pittura plastica, dalle belle forme. La rassegna evidenzia, poi, ad es in architettura, come, oltre al Razionalismo, altre espressioni seguivano le regole del movimento “Novecento e del “ Monumentalismo” volte a dare essenzialità e senso di grandezza al popolo. Vi sono esposti, per es, come arte scultorea celebrativa, il busto di Mussolini opera di Adolfo Wildt del quale Marinetti nel 1929 ne fece questa descrizione: “ Mascelle quadrate e stritolatrici. Labbra prominenti…Testa massiccia solidissima… testa dominatrice, proiettile quadrato… denti d’ acciaio”. Più in generale si può dire che il rapporto tra gli artisti e il regime non era definito in modo univoco come appunto testimonia la mostra . Si può dire che il rapporto fra gli artisti e il regime non fu così definito e univoco. Infatti, oltre a personaggi notoriamente sostenitori come il roveretano Fortunato Depero e Mari Sironi, ce ne furono altri che si muovevano su una linea di relativa distanza. E’un dato storico il fatto che Mussolini al contrario di Hitler non definì “ Arte degenerata”, “ Die entertete Kunst” tutto ciò che non era in linea con l’ ideologia del nazionalsocialismo. Il percorso espositivo presenta artisti, oltre a quelli già citati, quali Massimo Campigli, Achille Funi, Marino Marini. Vi sono otto sezioni: Novecento italiano-L’ immagine del potere-Futurismo. Celebrare l’ azione-Arte monumentale-L’ architettura e il rapporto con le arti-Nuovi miti-Il sistema delle arti-La caduta della dittatura-
Pasquale Ciaccio