C’è una grande differenza fra ciò che si deve fare e ciò che è giusto fare. Julius Evola resta un pilastro essenziale per ogni uomo ancora in grado di sentire la Forma, esattamente per questo motivo. Destra è, in senso aristotelico, ponte fra Essere e Divenire. Ciò che è giusto discende dalla metafisica. Atto puro. Ciò che è materia e puro divenire è soggetto al Samsara, alla mania, al caos, alla dissoluzione. Va ordinato. Non vi è sinolo senza intuizione noetica e platonica del Bene. Di Dio.
Il realismo moderno è dunque un disvalore. O meglio, potrebbe essere semplice capacità di analizzare la realtà. E volendo di agirvi contro, se correttamente necessario. Altrimenti esso risulterà sempre ipocrita mito incapacitante assai più del tradizionalismo settario ed apolitico tanto criticato dalle nostre parti; dopo quasi ottant’anni di dominio anglosassone sull’Europa non abbiamo timore di smentita alcuna.
Facciamo della pedagogia spiccia: la Destra al di fuori della rivoluzione conservatrice non esiste. Si chiama liberalismo. La Destra (intesa come RC) ebbe il sacro intuito di prendere Nietzsche e Marx, i due grandi disvelatori e demolitori della propaganda del mondo già demolito, e riportarli sotto il segno di Platone. La Destra ha, per sua stessa origine filosofica, il compito di riportare il divenire ed il necessario all’interno dei confini del Cosmo, del Giusto.
Per la Rivoluzione conservatrice con la morte di Dio non era morta l’Idea del Sommo Bene. Anzi, la morte del Dio ebraico era occasione di rinascita ciclica di quella stessa appartenenza. Non troverete alcun effettivo relativismo in quegli autori. Piuttosto l’esigenza di ricostruire il proprio microcosmo dopo l’annientamento liberale ed utilitarista del Vecchio Regime. Non è un caso che il tanto decantato nominalismo della Nuova Destra sia nel tempo, soprattutto nel capofila Alain de Benoist, venuto a mancare. E’ infatti il nichilismo liberale, il politicamente corretto, la cancel culture ad abbracciare ogni forma di relativismo etico e morale a patto che ogni realtà fisica e umana sia sottomessa alla logica totalizzante della merce-valore.
E la costruzione fittizia del desiderio infinito di valore – merce -valore (formula marxiana) non è altro che pura realizzazione del Samsara indù, della manìa greca; essere realisti oggi significa far finta che tutto questo non rappresenti la degenerazione totale del Giusto, e predicare una nuova ed impietosa forma religiosa di colpa e pentimento priva ancorché di speranza e resurrezione.
Va da sé che questa breve pedagogia sia indirizzata a quei giovani lettori che, censurati quando scrivono sui propri social sia dall’algoritmo che dai propri capi fazione, possano trovare brevemente e verso l’alto, la conferma della propria giusta e coerente posizione.
Non c’è nulla da conservare senza pensiero critico. Così come non vi è nulla di futuristico e travolgente al di fuori dell’Idea di Bene. Siamo filosoficamente disvelatori e costruttori. Siamo tutto. Non dimentichiamolo.