Cosa farà il 5 novembre prossimo il ventisette per cento degli elettori che nelle finora portate a termine votazioni primarie hanno votato Nikki Haley?
Una parte consistente (assai probabilmente di tale portata anche negli Stati che non si sono finora espressi) questa del novero non solo dei repubblicani (di certo, dove le regole locali lo permettevano, non pochi indipendenti e qualche democratico si erano dichiarati suoi sostenitori).
Immediate, naturalmente, le rilevazioni sondaggistiche in proposito con risultati discordi.
La CNN conclude affermando che l’ottanta per cento non si esprimerà comunque per Donald Trump (l’ex Ambasciatrice non ha assolutamente dato indicazioni cotali e detto al contrario che il tycoon dovrà meritarsi quei voti evidentemente dubitando che ne sia capace) aggiungendo che i due terzi di costoro non lo ritengono adatto a ricoprire l’incarico.
Quinnipiac University invece conclude che la metà di questi ‘orfani’ finirà per votare Trump e poco meno del quaranta per cento addirittura Biden.
Comunque sia, il panorama cambia ed occorrerà tempo per avere indicazioni più serie al riguardo.
Ricordando in particolare quanto accaduto nel 2008 (la destra religiosa repubblicana non si riconosceva assolutamente in John McCain), può certamente accadere che i più convinti tra i simpatizzanti di Nikki Haley decidano per “la traversata del deserto”.
Per astenersi dal voto aspettando tempi diversi, dal loro punto di vista migliori.
McCain anche per questo perse.
Vedremo quanto a Trump.
*Presidente onorario della Fondazione Italia USA
Certo potrebbe ” accadere che i più convinti tra i simpatizzanti di Nikki Haley decidano per “la traversata del deserto” , e sarebbe la ennesima riprova di come certi conservatori progressisti altro non sono che dei radical-socialisti ossequienti alla élite globalista