Chi è Victoria Nuland, di cui martedì scorso il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha annunciato le dimissioni, segno di un cambio di rotta in vista del voto di novembre 2024?
Perfino la maggior parte degli americani (l’attenzione dei loro media per l’estero è modesta) lo ignora. Ancor più ignora che la scelta da parte del presidente Biden della Nuland (discendente di un medico immigrato dalla Bessarabia, all’epoca annessa all’Urss) a vice segretario di Stato derivava dalla Guerra fredda, origine dei piani di una continua espansione della Nato, la corsa agli armamenti e un ulteriore accerchiamento della Russia. E quasi ogni americano ignora che, dal 2003 al 2005 dell’occupazione militare americana in Iraq, la Nuland era consigliere di politica estera di Cheney, anima nera dell’amministrazione Bush jr.
Chi invece ha ben presente la Nuland sono gli ucraini. Una decina d’anni fa l’hanno ascoltata al telefono. Poco signorile, scagliava un “Fuck the Ue” come direttiva per l’ambasciatore degli Stati Uniti a Kiev,Geoffrey Pyatt. Ovvero: sostituire il presidente eletto ucraino, Victor Yanukovich. La Nuland esprimeva in sole nove lettere il disgusto per l’Ue, che proprio a Kiev aveva messo il campione di austerità Vitali Klitschko, non il burattino statunitense Artseniy Yatseniuk. Primo passo per sostituire Yanukovich, filorusso.
Disprezzo per l’Ue
Quel “Fuck the Eu” divenne virale. Un imbarazzato Dipartimento di Stato, senza negare l’autenticità della chiamata, incolpò i russi per aver intercettato la telefonata. Proprio come la Nsa intercettava i telefoni degli alleati europei degli Usa. Nonostante l’indignazione della Cancelliera Angela Markel, nessuno licenziò la Nuland. La cui bocca sboccata aveva messo in ombra la cosa più seria: il complotto per rovesciare il governo eletto dell’Ucraina e la responsabilità dell’America in una guerra civile, nella quale, prima del febbraio 2022, sono morte tredicimila persone, rendendo l’Ucraina il più povero paese in Europa, già prima dell”’Operazione speciale” della Russia.
I neo-cons
La Nuland, il marito Robert Kagan (co-fondatore del “Progetto per un nuovo secolo americano”) e i loro sodali neo-cons hanno spinto le relazioni Usa-Russia in una pericolosa spirale discendente. La Nuland ha ottenuto ciò da una posizione secondaria, sottosegretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici. Promossa a numero 3 del Dipartimento di Stato, ci si chiedeva quanti altri problemi avrebbe creato. Ora pare che a Washington ne abbiano infine tratto le giuste conclusioni.
Biden avrebbe dovuto imparare dagli errori di Obama che nomine come questa contano. Nel suo primo mandato, Obama aveva permesso che l’aggressivo segretario di Stato, Hillary Clinton, il segretario alla Difesa Robert Gates, i capi militari e quello della Cia opponessero una orwelliana guerra senza fine al suo messaggio di speranza e cambiamento. Premio Nobel per la pace, Obama aveva finito per essere il presidente dei sequestri di persona (uno, diventato noto, anche a Milano) ; delle prigionie senza fine e senza habeas corpus a Guantanamo; un susseguirsi di attacchi di droni micidiali anche su civili innocenti; il permanere dell’occupazione americana dell’Afghanistan, poi conclusa senza onore nel 2021 ; una spirale terrorismo/antiterrorismo; le guerre in Libia e Siria.
Obama dopo la Clinton
Accompagnata all’uscita la Clinton, col nuovo personale ai vertici del suo secondo mandato, Obama aveva una propria politica estera, lavorando direttamente con il presidente russo Putin per risolvere le crisi in Siria e altrove. Putin aveva infatti evitato l’escalation in Siria nel settembre 2013, negoziando la rimozione e la distruzione di armi chimiche e aiutando Obama a negoziare l’accordo provvisorio con l’Iran.
Temendo che il loro controllo sulla politica estera statunitense stesse venendo meno, i neo-cons lanciavano una campagna per etichettare Obama come “debole” in politica estera e per ricordargli il loro potere. Con l’aiuto della Nuland, Kagan nel 2014 scriveva sul New Republic l’articolo “Le superpotenze non si pensionano”. Kagan chiedeva una politica estera ancor più aggressiva, per esorcizzare i timori di un mondo multipolare che gli Usa non dominassero più. Morale: Obama invitava Kagan a colazione alla Casa Bianca, ridimensionando la diplomazia con la Russia (ma silenziosamente proseguiva quella con l’Iran).
Nel 2014 i neocons, contro Obama, agivano per il colpo di stato nell’Ucraina indebitata, per sostenere un candidato fautore dell’adesione alla Nato, contro il primo ministro Viktor Yanukovich, che respingeva l’accordo commerciale con l’Ue, sostenuto dagli Usa, preferendogli il piano di salvataggio da 15 miliardi di dollari da parte della Russia.
Patto leonino
L’accordo commerciale con l’Ue doveva aprire l’Ucraina alle importazioni dall’Ue, ma senza alcuna reciprocità: un patto leonino che Yanukovich non accettò. Invece tale accordo è stato approvato dal governo post-colpo di stato del 2014, aumentando così i problemi economici dell’Ucraina.
La forza trainante del colpo di stato da 5 miliardi di dollari della Nuland sono stati il partito Svoboda di Oleh Tyahnybok e la milizia del Settore Destro. Nella citata telefonata con l’ambasciatore degli Stati Uniti, la Nuland parlava di Tyahnybok come di uno dei “tre grandi” capi dell’opposizione che avrebbero potuto aiutare il primo ministro Yatsenyuk, sostenuto dagli Stati Uniti.
Quando le proteste di piazza a Kiev sono divenute scontri, nel febbraio 2014, Yanukovich e l’opposizione, sostenuta dall’Occidente, hanno firmato un accordo – mediato da Francia, Germania e Polonia – per un governo di unità nazionale e per tenere nuove elezioni entro l’anno. Ma questo non bastava agli Stati Uniti.
Sull’altro lato, perduta la base navale di Sebastopoli, la Russia aveva gradito l’esito del referendum (affluenza dell’83%, maggioranza del 97%) l’esito del referendum per ricongiungersi alla Crimea, russa dal 1783 al 1954. A maggioranza russofona, le province di Donetsk e Luhansk a loro volta secedevano dall’Ucraina, innescando la guerra, che infuria ancora.
Peggio dell’Urss?
Nuland e i neo-cons, tuttavia, si impegnarono in un attrito sempre maggiore con Russia e Cina, per giustificare la politica estera militarista e gonfiare i bilanci del Pentagono. Su Foreign Affairs (luglio 2020), nell’ articolo “Pinning Down Putin”, la Nuland sosteneva che la Russia, più dell’Urss, era una minaccia. Di conseguenza la Nuland voleva una Nato più aggressiva.
Fin da quando era stata ambasciatrice presso la Nato, durante il secondo mandato di Bush jr., la Nuland voleva una Nato confinante con la Russia. Incarnava la volontà più pericolosa, quella di stravincere, degli Stati Uniti, perseguita fin dagli anni ’90. Che si dimetta significa che Washington prende atto degli esiti del campo di battaglia in Ucraina? Forse e non sarebbe la prima volta: l’ha fatto in Corea, in Indocina, in Iraq, in Somalia, in Afghanistan…
La politica degli Stati Uniti è il più serio e grave pericolo che corre l’umanità dalla fine della WWII. Basta appoggiarla acriticamente. Si alzi la voce della ragione: basta avventurismi di tipo ‘ucraino’. Pace.
Andiamo un pochino più a fondo, sempre che i moderatori lo consentano. Nuland, di padre ebreo. Blinken, genitori ebrei. David S. Cohen, CIA director. E potrei fare diversi altri nomi dell’amministrazione Biden. Cito così, tanto per dire. Nessuna insinuazione.
sei un pò troppo tenero con obama, quasi a giustificare la fuffa del nobel per la pace..o forse non sai che gli elementi più importanti dell’attuale amministrazione biden sono tutti “allievi” di obama,,,svezzati e cresciuti durante i suoi mandati…..
oppure .secondo te…siccome ha la pelle scura, obama deve essere necessariamente un sinistroide e pertanto va giustificato e perdonato..
Obama si è collocato nell’ambito del Deep State tradizionale… Di quello peggiore, per giunta…