Il suo cognome è di quelli importanti per la destra: “Ma non ho avuto spinte, ho fatto la gavetta”. E importante è la fiamma tricolore: “Chi vuole spiegarci qual è il modo giusto di essere di destra non ci spiega mai cosa ci sia di antidemocratico nelle nostre proposte”. Parole di Andrea Tremaglia, nipote di Mirko, storico dirigente Msi, due volte ministro con An e autore della legge per il diritto di voto agli italiani all’estero, e figlio di Marzio, assessore alla Cultura in Lombardia, morto nel 2000 per un tumore. Andrea è capolista nel primo collegio della circoscrizione Lombardia 3 per FdI, il collegio di Bergamo.
Tremaglia, qual è il suo rapporto con la destra in cui ha militato suo nonno?
“La mia famiglia ha vissuto tre fasi diverse della destra italiana. Mio nonno ha fatto per lo più parte di una destra di testimonianza, che non poteva pensare a governare. Mio padre con An ha governato la regione traino d’Italia. Oggi, per la prima volta, il primo partito è di destra”.
Pure in FdI le liste sono un affare di famiglia?
“Sono entrato in FdI da subito. Mio nonno e mio padre non c’erano già più e non hanno potuto spingermi. Ma non l’avrebbero mai fatto. Nel 2014 mi sono candidato alle comunali di Bergamo e ho riscosso 140 preferenze. Nel 2019 ne ho prese quasi 700. Eppure il cognome è rimasto lo stesso. I bergamaschi hanno premiato il lavoro. E la Meloni pure. La sua, come la mia, è la storia di chi ha fatto la gavetta”. (dal Quotidiano.net)