Nuovo connubio in Aston Martin nel 2023
La prima: il passaggio in Aston Martin di Fernando Alonso che ha siglato un contratto pluriennale, a partire dal 2023.
Lo spagnolo, bicampione del Mondo nel 2005 e 2006, lascerà dunque l’Alpine dopo due stagioni (Alonso aveva già corso con i transalpini, quando ancora si chiamavano Renault, in qualità di tester nel 2002, poi come titolare dal 2003 al 2006 e tra il 2008 e il 2009).
Una scelta particolare, giacché la grinta e la determinazione del classe 1981 sembrano quelle dei tempi migliori; a mancare però, soprattutto nel 2022, è stata la competitività delle verdi monoposto britanniche.
Evidentemente, la voglia di nuove sfide e i corposi investimenti della squadra britannica (sia in termini finanziari che dell’acquisizione di nuovi tecnici) hanno convinto Alonso, pronto per delle grandi stagioni di battaglie.
2026: le nuove unità motrici
Sul fronte motori poi, finalmente sono state approvate dal Consiglio Mondiale della FIA le nuove direttive in materia di unità motrici dal 2026; regole che di fatto spalancheranno l’ingresso a due costruttori del calibro di Porsche e Audi.
Se da una parte l’architettura v6 del motore endotermico turbo è stata mantenuta, completamente stravolta sarà invece la parte elettrica, semplificata.
Rimossa la MGU-H (che nelle attuali unità motrici assorbe l’energia cinetica in eccesso dalla turbina, trasformandola in elettricità), rimarrà solamente l’altro motogeneratore, la MGU-K (il quale funge da recupero di energia dalla franata, per trasferirla come aggiunta alla potenza del motore endotermico) che sarà spostato all’interno del telaio, vicino al pacco batterie.
Ebbene, la capacità di quest’unico motogeneratore sarà migliorata.
In parole povere, a grandi linee la potenza delle Power Units 2026 rimarrà sui mille cavalli odierni, soltanto che il 50% di tale potenza sarà generato dalla MGU-K che passerà da 120 a 350 kw, per un totale di quasi 470cv.
Infine, il carburante dovrà essere sintetico al 100%; la riduzione ulteriore del flussometro sarà si che per completare un Gran Premio si dovrà fare ricorso a 70, 80 kg di combustibile, contro i 100 kg previsti in questa stagione (e così dal 2014).
Ora, come ogni volta, di fronte a dei cambiamenti radicali, tra i tecnici e gli addetti ai lavori, non mancano le critiche: in particolare, oltre all’ormai ben noto contingentamento delle componenti, il dubbio più grande verte sul fatto che, dopo più di dieci anni di enormi investimenti, una componente fondamentale quale la MGU-H sia stato rimossa, senza nemmeno ripensarla.
Insomma, un passo indietro.
Le preoccupazioni non mancano nemmeno sul fronte carburante, viste le ulteriori limitazioni del flusso utilizzabile per percorrere un Gran Premio, come pure sulla possibile perdita di prestazione del motore, a fronte di un ruolo sempre più importante ricoperto dalla parte elettrica.
C’è da dire che in un momento cosi particolare per il mercato dell’automobile, la Formula 1 deve cercare di rinnovare sé stessa, per rimanere appetibile e fungere da grande vetrina per le case costruttrici.
Quale sarà il livello della competizione è ovviamente impossibile dirlo.
Non ci resta che pazientare, in attesa del 2026 e intanto continuare ad apprezzare e a supportare i piloti, impegnati nei circuiti del Mondiale.
Per tornare ad una F 1 vera dovrebbero togliere tutte le minchionate elettrico-ibride. Sul fatto di Alonso che dire? La scuderia è scarsa ed Alonso ormai anziano e non vince una gara da una vita. Quindi una non-notizia, in fondo, direi…