Sei agosto 1945, dopo le lunghe piogge tipiche della stagione monsonica, su Hiroshima splende finalmente il sole. Nonostante la guerra, gli abitanti portano avanti le loro occupazione con il consueto ritmo frenetico. Nulla sembra presagire la catastrofe che sta per annientare uomini e cose. Fin dalle prime ore della giornata il centro città brulica di biciclette e camion militari. A dispetto dei due allarmi aerei risuonati nel corso della notte, le donne vanno regolarmente al mercato. Nonostante l’apparente normalità, su Hiroshima, come sul resto delle città del Sol Levante incombe l’incubo dei “Bsan”, il nome con il quale i giapponesi chiamano i B29, i bombardieri americani che nel marzo del 1945 hanno devastato Tokyo. La paura è legata soprattutto alle bombe incendiarie che, complice la struttura in legno della gran parte delle abitazioni, innesca incendi che si propagano con grandissima rapidità. Nessuno conosce, invece, l’esistenza di quell’ordigno che proprio ad Hiroshima inaugurerà l’era atomica. L’arma, nata dal “Progetto Manhattan”, è stata costruita in gran segreto. Il presidente americano Harry Truman non vede l’ora di impiegarla in guerra, a tal punto che dalla fine della sperimentazione all’impiego bellico non passa neppure un mese. La fase conclusiva del progetto viene messa a punto nel deserto del Nuovo Messico il 16 luglio, quando, nel poligono di Alamogorno, viene fatta esplodere una bomba i cui effetti sono devastanti. La funzione della nuova arma, molto probabilmente, non è quella di accorciare la durata del conflitto, il cui esito, dopo la fine della guerra in Europa, è ormai segnato, bensì a far vedere i muscoli all’Unione Sovietica. Come sanno gli analisti statunitensi, chiusa la partita con le potenze del “Tripartito”, la sfida futura vedrà protagonisti due blocchi guidati da Usa ed Urss. Nel subdolo linguaggio cifrato della politica internazione, il nuovo ordigno rappresenta, quindi, un inequivocabile messaggio indirizzato alla controparte. La storia della bomba sganciata su Hiroshima, nome in codice “Little boy”, inizia l’1 agosto 1945 a Tinian, la base militare delle isole Marianne, dove l’ordigno, della lunghezza di 3 metri e del peso di oltre 4 tonnellate, viene montato. Al suo interno sono contenuti 68 chili e 280 grammi d’uranio.
Nessuno conosce ancora il nome della città che legherà il suo nome alla prima esplosione nucleare della storia. Solo per uno sfortunato caso l’atomica sarà sganciata su Hiroshima. Le città candidate, infatti, sono quattro: Kokura, Nagasaki, Yokohama e Hiroshima. La scelta della località da bombardare è condizionata dalla meteorologia. Decollato alle 2,45, l’Enola Gay, questo il nome del B29 guidato dal colonnello Tibbets sul quale è stata caricata la bomba, non conosce ancora il suo bersaglio. Ad indirizzare il velivolo saranno i ricognitori inviati sulle città prescelte. Alle 7,45 gli aerei incaricati di verificare le condizioni meteo arrivano a destinazione. I messaggi inviati via radio a Tibbets lasciano pochi margini di scelta. A Kokura, Nagasaki e Yokohama il cielo è coperto e la visibilità è ridotta, situazione decisamente diversa a Hiroshima dove la visibilità supera le dieci miglia.
L’Enola Gay si dirige quindi sulla città che, in quel momento, ospita 245 mila abitanti, altri 100 mila sono stati sfollati. Alle 8,15 e 17 secondi viene aperto il portellone della stiva e l’ordigno, sul quale sono stati scritti decine di oltraggiosi messaggi indirizzati all’imperatore, inizia la sua caduta nel vuoto. Quarantatre secondi dopo, a 660 metri da terra, i detonatori innescano l’esplosione che origina una palla di fuoco di oltre 100 metri di diametro. Nei sette secondi successivi, la temperatura raggiunge i 300 mila gradi, nel raggio di tre chilometri non rimane pressoché nulla. Da terra si alza una colonna di vapore, fumo, polvere e detriti che supera i 3 mila metri d’altezza e si allarga in cima per un diametro di 17 mila metri. Al suolo è l’apocalisse. Nel raggio di 12 chilometri quadrati i danni sono inimmaginabili, 30 mila persone sono state letteralmente polverizzate, di loro non rimarrà alcuna traccia. Complessivamente, secondo le stime di Tokyo, i morti sono 70 mila, i feriti, la gran parte dei quali ustionati, sono 130 mila. Per gli americani la missione è un successo. Truman è raggiante, a tal punto, da autorizzare un nuovo attacco atomico che verrà eseguito a soli tre giorni di distanza. Il nove agosto, infatti, una seconda bomba chiamata “Fat man”, sganciata su Nagasaki, la città in cui risiede la più grande comunità cattolica del Giappone, provoca 30 mila morti e 60 mila feriti. La guerra è finita, l’incubo atomico è appena iniziato.
Articolo interessante, ma su un punto dissento. Forse uno dei motivi per cui gli Stati Uniti sganciarono le atomiche fu di “mostrare i muscoli” all’Unione Sovietica, ma fu solo uno. In realtà i giapponesi avrebbero continuato a combattere fino all’ultimo uomo, come facevano nei vari atolli, e il numero finale dei caduti, anche solo fra i nipponici, sarebbe stato superiore a quello delle vittime dell’Enola Gay.Vittime militari, non civili? Non so fino a che punto. I giapponesi avrebbero combattuto anche nelle città, e quindi come sta succedendo in Ucraina donne, vecchi e bambini sarebbero stati coinvolti.
Le sorti del la guerra erano già decise? Certo, ma altro è concludere un conflitto con duecentomila salme da rimpatriare in più o in meno. Mettendo la casta militare e l’Imperatore con le spalle al muro, e al tempo stesso fornendo loro un alibi per la resa, gli statunitensi paradossalmente compirono una scelta “umanitaria”. Inoltre le atomiche di Hiroshima e Nagasaki, facendo capire all’Urss che gli Usa disponevano di una superiorità militare per il momento decisiva, posero le premesse per quell’equilibrio del terrore che ha assicurato all’Europa bene o male settant’anni di pace.
Il vero cinismo fu quello di Stalin, che dopo Hiroshima dichiarò guerra al Giappone (gli Stati Uniti l’avevano sollecitato da tempo, ma lui aveva nicchiato) per annettersene alcuni territori. Si parla sempre (a torto) di pugnalata alla schiena dell’Italia nel giugno del 1940, ma…
p.s. si può discutere semmai su un altro punto. Forse per piegare il Giappone sarebbe bastata la bomba su Hiroshima
Dunque il Giappone dovrebbe ringraziare gli USA per la loro scelta “umanitaria” e noi dovremmo fare lo stesso perché hanno asssicurato 70 anni di pace all’Europa, dopo averla devastata. In fondo, i crimini del generale Patton in Sicilia, la strage di civili a Tivoli, le bombe al fosforo e benzina su Amburgo, la distruzione di Dresda senza alcuna ragione strategica dal punto di vista militare rientrano a pieno titolo nel concetto di umanitarismo a stelle e strisce. “E non è colpa mia, se esistono i carnefici, se esiste l’imbecillità”.
Direi che il Giappone non avrebbe combattuto fino all’ultimo uomo. Non ci furono ‘ragioni umanitarie’, ma il desiderio di mostrare al mondo la ‘legittimità’ dello strapotere mondiale della Nazione del Destino Manifesto. Certo, pure un avvertimento a Stalin…
E fu anche un esperimento per vedere gli effetti pratici della nuova arma. Quello che mi sorprende è ancora oggi l’esaltazione, da parte statunitense, di quel genocidio cinico. Ma si sa, chi vince ha sempre ragione, chi perde deve morire, generazione dopo generazione, dei sensi di colpa per i ‘crimini olocaustici’…
Sarebbe bastata la sola bomba su Hiroshima la dice lunga sulla destra agonica italiana allo stato terminale del connettere. Quindi come sempre grazie Usa. No comment per non trop comment.
Gli USA non hanno scuse per i loro crimini. Quando nessuno minacciava la loro indipendenza ed intangibilità, semmai era solo contrario al loro dominante potere imperiale unico…Che siano nostri alleati (male minore, risultato della nostra perdita di sovranità dopo la WWII) ora non cancella le loro colpe di ieri, né il risentimento profondo di molti italiani ed europei nei loro confronti… Poi, le ragioni della Meloni sono tattiche ed evidenti…
GOT56. Ma che scemenze scrivi? Sembri il sacrestano Letta…
Alle volte ho quasi la certezza che i pseudo destrosi,siano in realtà camuffati e pretestuosamente squinternatamente critici anti” MELONI”
Destra modernamente Patriota, socialmente equa, preparata per confronti dialettici..Bisogna usare quello che si ha.Le boutade dei palloni gonfiati,basta!!Alla larga Please!!
In Giappone come in Germania non ci fu un solo atto armato contro gli occupanti. Quindi il combattimento ‘sino all’ultimo uomo’ era pura propaganda, bugiarda ovviamente, di Washington…
Guidobono non hai capito il mio commento ironico. Mi dispiace per la tua intelligenza.
Caro Guidobono. Se non hai capito il lato umoristico del mio intervento e’ purtroppo un problema tuo e solo tuo. Mi mancava il sacrestano Letta…
Got56. L’ho capita la tua pseudo ironia… Non ti preoccupare della mia intelligenza. So solo che non sei un nostro amico…
La piaga dell’analfabetismo è ancora dilagante in Italia. FDI ne è triste testimonianza.
La piaga in Italia e non solo,sono i pseudo professori del nulla,atteggiandosi a fini politici illudendosi di poter manipolare il civile corso politico a proprio piacimento..
La distruzione di Dresda fu opera della RAF.
Francesco. Tu vorresti una destra antiamericana, antiNATO, antieuropa, antiMattarella e così via? E poi dopo un fuoco intenso 24/7 da parte di tutti dove li prendi i voti? Per quello ci sono già, inutilmente, FN, CasaPound ecc. Ma quella non è neppure destra!
No Guidobono, vorrei una destra ardentemente europea, quindi antiamericana. Non sopporto lo stato di sudditanza nei loro confronti spacciato per alleanza. Per me sono invasori, per di più esportatori di un modello di società che reputo squallido. Non riesco a tollerarli, che ci posso fare ? Che la Meloni rastrelli voti come meglio crede. Aspetto di vedere se la sua fede atlantista le permetterà di attuare il blocco navale per fermare l’immigrazione clandestina. In generale, resto in attesa di capire come tradurrà la sua idea di sovranismo in azione di governo.
I bombardamenti furono angloamericani. La RAF ha fatto il grosso dello sporco lavoro, è vero. Per me comunque sono la stessa identica feccia, non faccio troppa distinzione.
I tedeschi erano già stremati, i giapponesi potevano combattere sino all’ultimo. Non credo che avrebbero accettato la resa incondizionata senza la bomba. E i bombardamenti al fosforo sulle città nipponiche con le case di carta fecero addirittura più mortidella bomba atomica.
Secondo me non si tratta di giudicare se gli americani erano buoni o cattivi. Ogni nazione fa i propri interessi e se Hitler avesse avuto l’atomica avrebbe fatto di peggio. Si tratta di ammettere che Hiroshima fu il male minore.
Gli americani sono Yankees stronzi, cow-boys ubriaconi ecc. Ne siamo tutti convinti. Imperdonabili, ed inutili a mio avviso, i loro genocidi su Hiroschima e Nagasaki, da prepotenti e sbruffoni, come mettere un V8 da 6 litri e due turbo su una vecchia Camaro… Ma, nell’assenza di un’Europa armata, sono oggi per noi ancora il male minore. Ormai son vecchio, spero anch’io, in fondo, anche se non lo vedrò, che un giorno una bella bombetta scoppi su Manhattan… Ma questi son miraggi inconfessabili, per ora…
Il sovranismo sappiamo tutti che deve essere voluto dal popolo, in maggioranza almeno, non da una maggioranza di governo. Ed in giro vedo poca voglia reale di ‘sovranismo’….
…la maggioranza mi pare voti o per consuetudine (o non vota proprio) o per assistenza, ‘portafoglio’, sicurezza. Al di là di queste categorie vedo solo il voto clientelare o stimolato da populismi demagogici… Sovranismo, identitarismo, antiglobalizzazione ecc. mi sembrano opzioni di pochi assai… come i ‘diritti civili’ (eutanasia e suicidio volontario assistito) o la ‘famiglia’. E qui sono d’accordo. Non è compito della politica tutelare la famiglia o stimolare la riproduzione, ancor meno rimettere in uso la fascista Tassa sul Celibato…