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Diario di guerra. Mykolaiv, l’ultimo baluardo sotto attacco russo

I bombardamenti proseguono su tutta l’Ucraina

by Antonio Bottalico
9 Agosto 2022
in Esteri
1
Bombardamenti russi contro abitazioni e infrastrutture civili nella regione di Donetsk (Ucraina), 17 luglio 2022

I bombardamenti proseguono su tutta l’Ucraina. Bersagliata dai missili russi Mykolaiv, dove è morto il settantaquattrenne Vadatursky, uno dei più ricchi magnati del grano del paese. Il leader ucraino, Zelensky, ha sottolineato come Mosca stia spostando sempre più truppe dal Donbass verso le regioni meridionali dove, alle porte della Crimea, si trova Kherson e dove si sta organizzando la controffensiva ucraina. Kiev ha annunciato di aver liberato cinquanta insediamenti nei pressi della prima città occupata dai russi e un consigliere di Zelensky ha avvertito che Mosca avrebbe ammassato ventimila soldati nella regione di Kherson, pronti ad avanzare verso Mykolaiv che è la città più prossima al fronte. Proprio Mykolaiv è il bastione della resistenza ucraina: l’ultimo argine per scongiurare la presa di Odessa a ovest e avamposto per riprendere Kherson a est. Vicino Dovhove, tre persone sono morte in un bombardamento ai danni di un minibus che trasportava sette civili in fuga dal villaggio occupato di Starosillia, nell’oblast di Kherson. 

L’evacuazione del Donbass

Nel Donbass, è partito il primo treno per l’evacuazione obbligatoria voluta da Zelensky. Si stima che nell’oblast di Donetsk, zona a maggioranza russofona formalmente sotto il controllo di Kiev ma dichiarata indipendente dalle autorità separatiste, ci sono tra i duecento e i duecentocinquantamila civili, tra cui cinquantamila bambini, che vanno evacuati entro l’autunno per evitare che rimangano senza riscaldamento e acqua. Il governo ucraino ha ammesso le sue difficoltà negli scontri in quell’area e ha dichiarato di essere stato costretto a cedere piccole porzioni di territorio. Lo stesso Zelensky ha affermato: “Sembra l’inferno”. Un missile ha colpito una fermata dell’autobus nella zona di Donetsk, nel Donbass, provocando otto morti e quattro feriti, tra cui tre bambini.

La centrale di Zaporizhzhia

Zelensky ha messo in guardia: “Se i russi riuscissero a difendersi, passerebbero al contrattacco cercando di avanzare nell’oblast di Zaporizhzhia”. Proprio la centrale nucleare di Zaporizhzhia, secondo Mosca, sarebbe stata bombardata dagli ucraini e il Cremlino si è detto pronto a fornire all’Agenzia internazionale per l’energia atomica prove a sostegno della sua tesi. L’organismo di vigilanza sulla centrale lancia l’allarme: “Da marzo, la centrale è occupata dalle forze russe. Nessuno controlla cosa stia accadendo all’interno, dove ci sono sei reattori di cui tre ancora in funzione”. Gli esperti chiedono a ucraini e russi di accordarsi per permettere agli ispettori nucleari super partes di controllare lo stato dell’impianto. In un nuovo raid, Mosca ha colpito Zaporizhzhia. Secondo Kiev, sarebbe stata danneggiata una linea elettrica ad alta tensione nei pressi della centrale ma l’impianto funziona ancora e non sono state rilevate scariche radioattive. Zelensky lo ha definito come un altro atto di terrorismo.

LA DIPLOMAZIA

Il grano

La prima nave a salpare dal porto di Odessa, a inizio settimana è stata ispezionata a Istanbul per poi dirigersi verso il Libano con a bordo ventiseimila tonnellate di grano. Si spera possano prendere presto il largo le restanti venticinque milioni di tonnellate di cereali da smistare entro l’anno per fare spazio al nuovo raccolto che, a detta di Zelensky, quest’anno sarà dimezzato. Il leader ucraino ha affermato: “È troppo presto per celebrare una piena ripresa delle esportazioni”. Ma l’Onu si è detta soddisfatta e la Turchia ha ribadito che sarebbe pronta a fare da garante anche per le esportazioni del grano russo. Altre tre navi cariche di grano, dopo la Razoni, sono salpate da Odessa e sono dirette in Irlanda, Regno Unito e Turchia. Intanto, dopo essere stato nuovamente ispezionato a Istanbul, il primo cargo sta facendo ritorno nel porto di Chornomorsk dove sarà nuovamente caricato. È la prima nave a tornare nei porti di Kiev dopo l’accordo sul grano.

Il gas

La riduzione del gas russo verso la Germania non ha alcuna motivazione tecnica. “La turbina che, secondo il Cremlino, causerebbe il rallentamento del flusso di Nord Stream è stata riparata da tempo e può essere riconsegnata a Mosca in qualunque momento” ha fatto sapere il cancelliere tedesco, Scholz. Gazprom replica: “Il ritorno del macchinario in Russia è impossibile a causa delle sanzioni occidentali”. In vista dell’inverno, il governo tedesco ha invitato famiglie e imprese a moderare il consumo di energia. Alcune grandi città, Berlino inclusa, hanno deciso di spegnere le luci notturne di edifici e monumenti. L’operatore ferroviario Deutsche Bahn ha stabilito un bonus premio di cento euro per i dipendenti, se l’azienda risulterà più virtuosa dal punto di vista energetico. Dopo l’incontro a Soci tra il premier turco, Erdogan, e quello russo, Putin ha dichiarato: “L’Europa deve essere grata alla Turchia perché garantirà le forniture di gas”.

Il caso Amnesty International

È stato reso pubblico un documento, risultato di un’indagine condotta da Amnesty International, in cui risulta come i militari ucraini avrebbero messo a repentaglio la vita dei civili installando basi e sistemi d’arma in aree residenziali, incluse scuole e ospedali, anche quando erano possibili alternative. Kiev si difende dicendo che in questo modo si alimenta solamente la propaganda russa. L’ONG in difesa dei diritti umani, però, insiste: “Le tattiche dell’ucraina hanno violato le leggi umanitarie trasformando strutture civili in obiettivi militari”. Dura la risposta del governo ucraino: “Amnesty International mistifica la realtà e ignora la situazione sul campo. Impossibile equiparare aggrediti ad aggressori, i crimini li commettono i russi”. L’organizzazione non governativa replica: “Stiamo indagando anche su quelli”.

@barbadilloit

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Tags: Antonio BottalicoMykolaivucraina

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Comments 1

  1. Francesco says:
    6 mesi ago

    Sanzioniamo Amnesty International, subito.

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