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Segnalibro. Testimoni della decadenza da Aristotele a Ovidio

Sembra un racconto dei nostri giorni ma le testimonianze di grandi scrittori coevi arricchiscono e supportano l’interpretazione di Mutti, che tratteggia una sorta di genealogia delle talassocrazie, del capitalismo e del materialismo

by Manlio Triggiani
31 Luglio 2022
in Cronache
11
Testimoni della decadenza di Claudio Mutti

I classici aiutano a comprendere la modernità. Molti pensatori ritengono che la decadenza sia frutto delle ideologie liberaldemocratiche nate quattro  secoli fa. Ma nell’antichità certi periodi di decadenza hanno segnato i primi passi per la costruzione di una mentalità antitradizionale. Modelli che hanno dato forma a correnti filosofiche e politiche che hanno corroso le radici della civiltà europea.

Testimoni della decadenza di Claudio Mutti mette in evidenza la lacerazione della realtà greca, spiegandone i motivi con riferimenti ai testi classici di Ovidio, Esiodo, Arato, Giovenale, Teognide, Omero, Solone, Eschilo, Euripide, Aristofane, Senofonte, Platone, Aristotele, Isocrate e Polibio. Testi riportati in appendice al libro, documentazione con la quale l’autore (che è anche curatore e traduttore) illustra la decadenza che avviluppa una fiorente civiltà facendola scivolare verso il “cretinismo parlamentare”. La democrazia e la sua dinamica, che segnano uno dei punti più bassi della civiltà greca, sono tratteggiate in maniera magistrale non solo nelle cause e nel loro svolgersi ma anche dal punto di vista metastorico. L’esito di questa difficile condizione si riverbera nella decadenza della città greca la cui struttura è chiarita da Mutti. La cancellazione dell’identità e della visione del mondo degli avi erano ben visibili: venivano meno i principii basilari della comunità tradizionale, anche nelle espressioni quotidiane come la fedeltà alla parola data, ai vincoli di sangue, la mancanza di rispetto verso i genitori, l’incomprensione che cresceva fra genitori e figli, sempre più distanti fra loro. Parallelamente si affermava il materialismo e la bramosia del denaro, che ebbero riflessi nella visione politica, come Aristotele sottolineò. Si andava verso la “democrazia estrema” e il passaggio alla tirannia fu breve.

Tirannia che spesso si sovrapponeva alla talassocrazia. Clistene introdusse una riforma dello Stato mirata alla “uguaglianza dei diritti” gettando le basi della democrazia ateniese; concesse la cittadinanza a stranieri e meteci; i rappresentanti del popolo vennero scelti con il sorteggio, si sviluppò l’usura, le ricchezze erano accumulate e utilizzate per ottenere e gestire il potere.

Sembra un racconto dei nostri giorni ma le testimonianze di grandi scrittori coevi arricchiscono e supportano l’interpretazione di Mutti, che tratteggia una sorta di genealogia delle talassocrazie, del capitalismo e del materialismo.

*Testimoni della decadenza di Claudio Mutti (L’Arco e la Corte ed., pagg. 196, euro 17; ordini:

info@arcoelacorte.it)

 

Manlio Triggiani

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Tags: manlio triggianiTestimoni della decadenza

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Comments 11

  1. Guidobono says:
    1 settimana ago

    La decadenza è solo una delle declinazioni della nostalgia, nei confronti di un passato immaginario.

  2. Guidobono says:
    6 giorni ago

    Mutti è un uomo intelligente e colto con strane idee.

  3. Guidobono says:
    6 giorni ago

    Più che decadenza la storia umana registra continui cambi, a intervalli più o meno lunghi. Se è decaduto l’Impero Romano l’odontologia ha fatto grandi progressi. Ad esempio. Oggi il popolo italiano vive meglio di 200 anni fa, anche se va meno in chiesa, ad esempio… Vale più una bistecca nel piatto o una tradizionale Messa cantata, ad esempio?

  4. Valter Ameglio says:
    6 giorni ago

    Non si va più in Chiesa ma non per cuocere braciole
    La forbice tra chi se le può permettere e chi no si allarga sempre più
    Da qualunque prospettiva la vogliamo analizzare la realtà non mi sembra indice di progresso

  5. Guidobono says:
    6 giorni ago

    Ogni epoca ha quasi sempre considerato decadente la propria rispetto al passato (per gli anziani soprattutto): lo era l’Italia Fascista nei confronti di quella Liberale, e poi il contrario, la Francia di Saint-Simon rispetto a quella di Luigi XIII, i contemporanei di Luigi XVI nei confronti di quella del Re Sole, la Germania di Weimar rispetto a quella Imperiale (lì lo era veramente), la Venezia del ‘700 rispetto a quella del ‘400, l’Italia del ‘600 rispetto a quella della Rinascenza, il Secondo Impero rispetto al Primo ecc. ecc.

  6. Ferna says:
    6 giorni ago

    Molto ma …..
    Molto meglio una Messa cantata,(Gregoriana)
    Ed è anche per merito di questi esercizi spirituali che l’umanità ora sta’ molto meglio.!!

  7. Guidobono says:
    5 giorni ago

    Tranne una ristretta élite, la gran maggioranza degli italiani di 200 anni fa viveva malissimo, nella miseria, nell’ignoranza, nella sporcizia. Certo ”di non solo pane vive l’uomo”, ma inutile rimpiangere tempi infami, come quando c’era una latrina sul ballatoio per piano e la gente crepava di freddo, mangiando malissimo, mandando i figli a lavorare ad 8 anni… Quindi lasciamo perdere esercizi spirituali passatisti e cerchiamo di mettere ordine e disciplina sociale per vivere tutti bene (o meglio) dal punto di vista materiale e della sicurezza. Poi, le porte dei templi siano pure aperte, spalancate…

  8. Guidobono says:
    5 giorni ago

    Ancora mio padre, nato a Torino nel 1914, andò a lavorare a 11 anni! Poi se c’era un po’ d’intelligenza, volontà, fortuna, riuscivi a sfangarla… altro che talassocrazie e Messe cantate…

  9. Guidobono says:
    5 giorni ago

    Del resto anche Vittorio Valletta, poi potente presidente della Fiat, divenne ragioniere tramite la frequenza di corsi serali all’ITC Sommeiller di Torino…

  10. Ferna says:
    3 giorni ago

    Sì sì, come la tassa sul macinato, deliziosamente liberale, altro che il nero ventennio!!

  11. paleolibertario says:
    3 giorni ago

    Per me la messa in latino è il momento centrale della giornata, mi fa star bene nel profondo e in modo prolungato, non c’è paragone con la pur buona bistecca, che ti può dare solo un piacere superficiale, immediato e non duraturo. Oggi si dà la precedenza a ciò che conviene, rispetto a ciò che è giusto; nonostante questo, non si è più felici rispetto al passato.

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