Il Campionato di Formula 1 2022 non si ferma e archiviato il Gran Premio di Spagna, offre uno dei suoi scenari maggiormente iconici: il fascino senza tempo del Gran Premio di Monaco risplende lungo i 3.337 metri del cittadino ricavato lungo le stradine tortuose del Principato, forse una delle ultime piste dove l’abilità e la sensibilità di guida dei piloti ancora possono fare la differenza.
D’altronde, mai come a Monaco, con le barriere a fil di carreggiata e senza praticamente vie di fuga, la cesura tra la traiettoria della vita e una sospensione divelta, è realmente una questione di millimetri.
Per l’occasione, la Pirelli fornisce pneumatici di mescola C5 (Soft), C4 (Medium), C3 (Hard), l’opzione più morbida della gamma, in linea con un asfalto non molto abrasivo.
Le prove libere
È Charles Leclerc il grande protagonista del venerdì: l’idolo locale, sulle strade di casa, fa segnare il miglior tempo in entrambe le sessioni di libere, fermando il cronometro sull’1’14”531 (FP1; sulle medie) e poi sull’1’12”656 (FP2; sulle Soft); al sabato mattina, il 16 lascia il primato a Perez, in 1’12”476 (FP3; Soft) ma gli si accoda per soli 49 millesimi.
Le qualifiche
La prima manche di qualifica è appannaggio di Leclerc, in 1’12”569 (sulle Soft) che replica nella Q2, con il tempo di 1’11”864 (sempre sulle morbide).
Il ferrarista è irresistibile nella Q3, fa subito segnare un tempo di 1’11”376 nel run iniziale e nell’ultimo tentativo è record nel primo settore; a sigillare la sua pole position, però, ci pensa la bandiera rossa, esposta a trenta secondi dalla fine, per il groviglio che coinvolge Perez e Sainz, terzo e secondo nella classifica provvisoria: dapprima è il messicano a picchiare col posteriore in uscita dal Portier, poi lo spagnolo, sorpreso, per evitare danni peggiori sbanda a sua volta e colpisce la Red Bull sull’anteriore sinistra (contestualmente, Alonso aveva sbattuto al Mirabeau Alto).
Congelati i tempi, resta comunque la prima fila tutta Ferrari, seguite da Perez, Verstappen, Norris, Alonso, Hamilton, Vettel, Ocon: degne di nota, in negativo, le prestazioni di Bottas, Ricciardo (autore per altro di un brutto contato alle Piscine, nelle libere di venerdì pomeriggio) e Gasly, rispettivamente 12°, 14° e 17°.
La gara
La pioggia, arrivata a pochi istanti dal via, costringe i commissari a ritardare la procedura di partenza e ad obbligare l’intero lotto dei partenti a montare gli pneumatici da bagnato estremo; provato ad effettuare comunque un doppio giro di formazione dietro la Safety Car, la Direzione espone la bandiera rossa per motivi di sicurezza.
Trascorsa oltre un’ora di attesa e cessato il temporale, il Gran Premio (sulla distanza di 77 giri e non più di 78) comincia sotto Safety Car, con la partenza lanciata data alla terza tornata e i piloti nelle retrovie a giocare il jolly delle Intermedie.
Ad animare le prime fasi ci pensa Gasly, tra i pochi ad aver rischiato quasi subito le Intermedie: il francese si impegna in un lunga rincorsa su Zhou e lo passa al Mirabeau (giro 12), per mettersi tredicesimo, replicando poi su Ricciardo in uscita dal Tabaccaio nella tornata successiva.
Alla fine della tornata 15, cambio anche per Hamilton che passa alle Intermedie ma ogni velleità di recuperare si spegne, rimanendo il britannico della Mercedes bloccato nello scarico di Ocon, molto più lento in quanto su Full Wet usurate.
Al giro 16, Sergio Perez viene richiamato dalla Red Bull per le Intermedie, imitato al 17 da Norris e al 18 dal leader Leclerc e da Verstappen, mentre Sainz, che pure era stato richiamato subito dopo il messicano per coprire il compagno, aveva deciso invece di restare in pista, in attesa di passare direttamente alle slick entro pochi passaggi, vista una pista in rapido miglioramento.
A quel punto però, la decisione di far rientrare comunque Leclerc, e a maggior ragione con due giri di ritardo da Perez (il quale, nonostante un giro di rientro non eccezionale, aveva recuperato sfruttando gli pneumatici maggiormente in temperatura) lo fa scendere in terza posizione provvisoria, alle spalle del compagno spagnolo e soprattutto del messicano, pur ancora davanti a Verstappen.
L’asciugatura del tracciato consente presto di passare alle gomme da asciutto, nello specifico a quelle dure: al giro 21, questa mossa viene effettuata da entrambe le Ferrari, con Leclerc accodato a Sainz, oltreché da Alonso; al 22 è la volta di Perez e Verstappen.
A conti fatti, l’errore di valutazione del muretto ferrarista costa la gara al suo alfiere monegasco.
Per di più Sainz non riesce a sfruttare la sosta in meno, rallentato involontariamente dal doppiato Latifi nel giro successivo al pit stop; e così, quando gli stessi Perez e Verstappen passano agli pneumatici (Hard) da asciutto, le Ferrari si ritrovano seconda e quarta, tra le vetture della squadra anglo-austriaca.
Dalla girandola dei cambi gomme si forma un quartetto ravvicinato, composto da Perez, Sainz, Verstappen, Leclerc, tutti a districarsi tra i doppiaggi, fino a che la competizione non venga nuovamente neutralizzata al giro 27, prima virtualmente e poi con Safety Car, a seguito del brutto incidente di Mick Schumacher alle Piscine
Dopo tre giri, a pista praticamente pulita, si decide però di esporre ancora la bandiera rossa, questa volta per risistemare le barriere danneggiate; le vetture devono di nuovo allinearsi alle spalle della vettura di sicurezza al giro 31 e completare due tornate, fino alla numero 33 che le vede impegnate in una nuova partenza lanciata.
Si alza dunque il sipario su una mini gara di 45’ che i piloti scelgono di affrontare con mescole differenti: tra quelli di testa, Perez e Verstappen avevano scelto di montare medie nuove durante la pausa, mentre le Ferrari erano rimaste sulle Hard, sperando nel decadimento dei diretti avversari.
In effetti, Checo Perez si ritrova ad affrontare l’ultima parte di gara con le anteriori non perfette, una situazione che Sainz sfrutta per rifarsi sotto, come per altro fanno Verstappen e Leclerc nei confronti dello spagnolo: i primi quattro si ritrovano di nuovo in un fazzoletto ma il messicano gestisce la pressione fin sotto la bandiera a scacchi che dunque saluta la sua terza vittoria in carriera.
La Red Bull numero 11 conclude i 64 giri (in loco dei 78 inizialmente previsti, a causa del raggiungimento delle due ore) davanti a Sainz, Verstappen e Leclerc.
Punti iridati anche per Russell, Norris, Alonso, Hamilton, Bottas e Vettel mentre Ocon, che pure era giunto nono sotto la bandiera a scacchi, a causa di 5” di penalità comminati per una chiusura irregolare su Hamilton, scivola in dodicesima posizione finale, con Gasly undicesimo.
Il giro più veloce, al 55° passaggio, lo conquista Lando Norris (che si era fermato ad un quarto d’ora dal termine per cambiare e passare alle medie, essendo anche lui rimasto sulle Hard durante la bandiera rossa), in 1’14”693.
Prossimo appuntamento, tra due settimane, sull’ennesimo cittadino, quello di Baku, per il Gran Premio dell’Azerbaigian.