Li chiamano “fact checking” (“controllo dei fatti”) e hanno la pretesa di spiegare la verità. Spesso, però, si tratta di opere di carattere politico e non storico, negazioniste su temi come le foibe, la liberazione, il comunismo, il regno delle Due Sicilie ecc. Insomma, pamphlet di battaglia politica più che di ricerca scientifica che tendono a riscrivere la storia sotto il segno della cancel culture e del negazionismo.
Invece, un’opera di fact checking reale, che si basa su date, fatti, nomi, documenti tratti dagli archivi pubblici e basata anche sul diritto internazionale, è Controstoria della resistenza. Uomini, fatti e responsabilità della guerra di Tommaso Indelli, edita da Altaforte.
Un libro opportuno perché verifica i fatti e li analizza sulla base di dati storici e interpretazioni scientifiche. Analizza la liberazione sulla base di ciò che è stata: una reazione di una minoranza di uomini (al massimo 30mila) divisa al proprio interno al punto da dar vita a stragi di resistenti “bianchi” compiute dai resistenti comunisti, come la strage di Porzus. Ma rientrano fra questi contrasti anche la concorrenza nella gestione dei rapporti con gli alleati e gli attentati contro militari italiani o tedeschi per stimolare rappresaglie contro la popolazione civile nella speranza di coinvolgerla nella guerra civile. Non solo: la resistenza collaborò con gli angloamericani anche segnalando obiettivi strategici dell’Esercito della Repubblica Sociale Italiana come fabbriche, ponti, industrie, snodi ferroviari sul territorio della propria nazione.
Indelli, ricercatore di Storia nell’Università di Salerno, passa in rassegna tutti gli aspetti di questo fenomeno. Emerge un quadro molto chiaro, strettamente legato alla realtà e ai documenti: la resa incondizionata dell’Italia nel 1943 per volere della Corona e di Badoglio, il crollo del fascismo causato da un colpo di Stato della Corona e di alcuni gerarchi fascisti, il voltafaccia dell’Esercito dei Savoia che collaborò con gli alleati, il contributo notevole della mafia nello sbarco in Sicilia (e la regione “liberata” cadde sotto il dominio di Cosa nostra), la perdita dell’Impero coloniale, dei territori orientali come Fiume, l’Istria, la Dalmazia, con le stragi di civili italiani perpetrate nelle foibe, i bombardamenti continui con stragi di civili e distruzioni consistenti del patrimonio artistico e storico.
Il pregio di questo libro si estende anche ad aspetti giuridici che vengono indagati e chiariti: la natura giuridica della Repubblica Sociale Italiana e la sua fondatezza statale, le sentenze giudiziarie italiane e la reponsabilità dei partigiani nelle stragi di civili, il Regno del Sud come protettorato coloniale degli angloamericani. Ma Indelli propone anche analisi di falsi storici quali l’insurrezione di Milano e la vera entità delle forze partigiane. Inoltre lo storico passa al setaccio alcuni luoghi comuni della resistenza. Un libro che mostra le contraddizioni, gli errori e le inesattezze di una realtà che storicamente non regge. E che solo la polemica politica (e non la storia) ha potuto alimentare. Almeno finora.
Tommaso Indelli, Controstoria della resistenza. Uomini, fatti e responsabilità della guerra civile (1943-1945), Altaforte ed., pagg. 233, euro 15,00 (ordini: altafortedizioni.it).
L’ho letto e lo consiglio vivamente