Archiviate le prime due tappe stagionali, la Formula 1 si appresta a disputare il Gran Premio di Australia, un gradito ritorno, dopo l’assenza durata due anni a causa delle vicende pandemiche: per l’occasione, il circuito cittadino di Albert Park (a Melbourne, la sede dell’evento) è stato modificato e reso più veloce con l’eliminazione della chicane Clark, successiva alla curva 8, che ha consentito di realizzare un nuovo allungo verso la frenata delle curve 9 e 10.
L’ambizione, chiaramente, quella di movimentare la gara e in questo senso sono già state annunciate ben quattro zone DRS, un vero e proprio record, nonostante i recenti dibattiti sui “giochini” fatti da Verstappen e Leclerc in Arabia per non concedere il vantaggio dell’ala mobile al rispettivo avversario.
La tendenza, l’abbiamo capito, sarà sempre quella dei continui cambi di posizione, così da non concedere mai un attimo di pausa ed ottenere delle classifiche che si rimescolino più volte, anche nella medesima tornata.
Tra Ferrari ed assetti
Al netto delle questioni sportive, a tener banco è soprattutto la lotta in testa alla classifica: sembra quasi di essere tornati al 2010-2012, quando a giocarsi le gare erano costantemente la Ferrari e la Red Bull (insieme alle allora McLaren di Hamilton e Button, più qualche outsider occasionale).
Sembrano questi, al momento, gli unici due team in grado di competere ai massimi livelli, con la Ferrari leggermente avanti: ciò che più impressiona della vettura italiana, senza dubbio una piacevole sorpresa dopo le grandi difficoltà del recente passato, è proprio la grande trazione generata in uscita dalle curve a bassa, media velocità.
Avere una buona trazione significa avere anche stabilità: tutto questo si traduce certamente in una migliore guidabilità, il che significa maggiore pulizia nell’affrontare le traiettorie, come pure una migliore velocità in percorrenza e soprattutto una ottimale gestione degli pneumatici che tendenzialmente si rovineranno meno.
In risposta, gli anglo-austriaci, per guadagnare velocità, hanno addirittura dovuto inventare degli assetti maggiormente scarichi, impostando dunque le vetture in maniera radicalmente diversa rispetto alla filosofia di Adrian Newey che ha sempre privilegiato il carico aereodinamico e la velocità in curva, piuttosto che in rettilineo; e invece, Gedda insegna, sulle RB18 sono comparse delle ali da minor carico e più in generale, Verstappen ha vinto proprio sfruttando le possibilità negli allunghi dell’ultimo settore del tracciato arabo.
Questo equilibrio, quello tra la velocità di punta e la massima efficienza nei curvoni, giocherà un ruolo fondamentale in Australia, visto che il tracciato è uno stradale atipico, con lunghe curve di percorrenza ma anche allunghi notevoli nei quali scaricare la potenza delle unità motrici.
Delusi eccellenti
Alle spalle delle due battistrada, spicca un grande vuoto, destinato a non colmarsi: è inutile girarci intorno ma la Formula 1 contemporanea, nonostante proponga dei calendari lunghissimi, non consente di migliorarsi.
Tra tetti alle spese e divieto di test, un progetto sbagliato è impossibile da rifondare e l’esempio lampante, sotto gli occhi degli addetti ai lavori, sembra essere la F1 W13: la Mercedes del 2022 ha tutte le carte in regola per essere la peggiore vettura prodotta a Brackley dal 2011, mostrando le proprio lacune soprattutto in termini di fondo e di pance; il motore poi (si vedano le prestazioni dei vari motorizzati Mercedes) sembra un lontano parente di quello incredibile che era stato portato in pista sul finire dello scorso anno.
Voci di corridoio hanno annunciato degli stravolgimenti in vista di Imola ma i dubbi restano numerosi.
Male anche la McLaren, addirittura imbarazzante alla prima in Bahrain e che solo in Arabia ha conquistato i primi punti: se da una parte Ricciardo sta ancor scontando l’assenza per l’intera durata dei test in Bahrain, a causa del Covid, anche Norris non sta certamente impressionando; in attesa di capire se realmente la scuderia di Woking verrà acquistata dall’Audi, è indubbio che viste le premesse e la prima parte di 2021, nella quale i britannici erano divenuti la terza forza del campionato, come minimo ci si dovrebbe attendere di più.
Un discorso che vale anche per l’Aston Martin di Stroll e Vettel, col tedesco che finalmente negativo tornerà a gareggiare in Australia.
Insomma, soddisfatti e delusi, non ci resta che attendere Melbourne per un altro Gran Premio che si presenta con tutte le carte in regola per divenire oggetto di dibatti e analisi, tra gli appassionati e non solo, una volta che la pista avrà emesso i propri verdetti.