
Quando penso ai “valori del nostro Occidente”, dei quali tanti e tanto dottamente (per quanto non altrettanto analiticamente) straparlano oggi sui giornali, nelle TV, sui blogs e in quant’altro, io – vecchio ragazzaccio di San Frediano ormai forse un po’ rincoglionito, dati i miei vent’anni festeggiati nell’agosto del 2020 per la quarta volta – non riesco a non tornare con la mia mente decrepita a quel carissimo amico della mia infanzia, Uncle Ebenezer Scrooge, che all’epoca però io (stupido come adesso, ma anche molto più ignorante…) chiamavo Zio Paperone piegandomi bovinamente alla volontà di Mondadori che si piegava a quella della Disney Co.

Zio Paperone era una paradossale eppure a modo suo fedelissima e lungimirante caricatura dei sogni dell’Occidente moderno: solo che era un Occidente ingenuamente arcaico, che nel suo immenso maxideposito cubico sito in un’imprecisata collina alla periferia di Paperopoli amava tuffarsi e rinfrescarsi in un oceano di denaro. Danaro come quello di una volta, come Dio comandava: bei lucidi cerchietti d’oro. I pur leggendari dollari d’argento non erano nemmeno ammessi in quel paradiso, dove comunque di quando in quando i disegnatori disneyani ammettevano qualche verde mazzetta di banconote da chissà quanti dollari timidamente emergenti in quell’oceano luminoso del più magico tra i metalli.
Ed era largo di saggi, lapidari consigli, Zio Paperone: amava elargirli soprattutto ai suoi spiantati nipoti in eterna attesa di un’eredità irraggiungibile, giacché Zio Paperone è immortale. Ho cominciato a frequentarlo ch’ero coetaneo dei simpatici frugoletti Qui, Quo, Qua: e lui era già decrepito. Ora sono più vecchio di lui, per quanto non usi né cilindro né bastone (ammennicoli da magnati yankees d’un secolo fa, ormai in disuso) né tantomeno ghette. Mi piacerebbe semmai portare i suoi “favoriti” alla Francesco Giuseppe, ma non oso.
Fra i suoi consigli, ch’erano altresì insegnamenti, ho ancora in mente la seguente sua aurea (è il caso di dirlo) massima: “Il denaro non è tutto nella vita. Ci sono anche gli assegni, le carte di credito, le cedole azionarie, i buoni del tesoro, i lingotti d’oro, le pietre preziose, gli attestati di proprietà, i beni mobili e immobili eccetera”.
Negheremo che tutti questi siano valori? Ne conoscete altri, nel nostro beato Occidente moderno? Quali? La “libertà individuale”? Quel che ne resta è in effetti poca e per pochi: se poi la sottoponiamo alla distinzione fra “libertà di” e “libertà da”, ci rendiamo conto che è davvero povera cosa. La libertà di pensiero? Certo: i pochi che possano permettersela, ma è prudente che non la esprimano per non incorrere in dispiaceri dal momento che è vero che non esistono più da noi i sistemi di coercizione arcaici delle dittature d’una volta, ma Pensiero Unico e Political Correctness ci stendono attorno un’invisibile gabbia di fili elettrificati percorsi dalla disinformazione, dalle menzogne e dal conformismo tale da far invidia al peggior Lager e al più duro Gulag. Libertà di parola, di espressione, di residenza, di viaggio, di studio, di vacanze, di cure mediche, di stile di vita? Certamente: a patto di appartenere agli happy few che possono economicamente permettersi tutto ciò: altrimenti sei uno schiavo, e il 90% e più degli oltre sette miliardi degli abitanti della terra attualmente è tale. Libertà di religione o di non-religione? Senza dubbio: se vivi in un àmbito sociale che te la consente e hai la cultura sufficiente a goderne? Libertà come “democrazia”, contrapposta evidentemente a “dittatura” o ad altri termini ancora più strampalati che i media usano a casaccio, quali “autoritarismo”, “dispotismo”, “tirannia”, “autocrazia” eccetera, in un mondo che a gran passi procede verso restrizioni e condizionamenti che conducono a sempre nuove forme di oligarchie e di gerarchismi mentre i vecchi giochetti elettorali sono ridotti sempre più ad esili illusorie parvenze.

In attesa di risvegliarci da un sinistro incantesimo che ci fa vivere in un paese che rifiuta la guerra e respinge l’energia nucleare salvo poi ospitare in casa sua senza nemmeno accorgersene interi arsenali di ordigni nucleari vietati dalla Costituzione e che è costretto a miliardi di spese militari a sue spese e a suo danno, al servizio e a vantaggio di un esercito “occidentale” comandato da un generale che ha ricevuto i gradi a Washington e prende ordini dalla Casa Bianca, guardiamoci intorno. Quali sono, in realtà e nel concreto, i “valori dell’Occidente”, al di là di un certo livello di libertà individuale peraltro superficiale e apparente e di un certo livello di comfort e di comodità disponibili soltanto però da parte di chi se li può permettere, vale a dire di strati e ambienti sociali che di giorno in giorno si riducono a vista d’occhio in un contesto di concentrazione della ricchezza, di restringimento dei ceti medi e di allargamento a macchia d’olio della base proletaria-sottoproletaria?
Quel ch’è certo è che le vecchie contrapposizioni sociopolitiche e socioculturali non esistono più. Il processo di globalizzazione, avviato ormai mezzo millennio fa, si è quasi concluso. Lo “stile di vita” e i “modelli culturali” del cosiddetto Occidente sono ormai patrimonio di tutte le upper classes del mondo, le alternative sono ridotte a nicchie per la maggior parte illusorie, l’antitesi Occidente-Oriente è un ferrovecchio. Ma se accettiamo l’equazione Occidente = Mondo della Modernità progressiva e del Privilegio, allora bisogna ammettere che buona parte della nostra Europa – quella del cristianesimo, dell’umanesimo, della philosopie des Lumières – non esiste più, per quanto abbia lasciato alcune patetiche tracce giuridicoformali e psicolessicali. D’altra parte, se all’interno del cosiddetto Occidente paragoniamo il concetto di libertà individuale statunitense (che a destra è libertarian, a sinistra è liberal) a quel pur pochissimo che ancora ci resta di libertà come sinonimo di coscienza civica e di senso di giustizia e di condivisione sociale (nonché, aggiungiamo pure, di “qualità della vita”) ancora vivi in parte della cultura europea, si è costretti piaccia o no a concluderne che l’equazione di cui prima dicevamo non esiste più, che bisogna smetterla di considerare Occidente ed Europa come sinonimi.
Parliamo allora di noi, qui e adesso. “Questa guerra c’insegna a punir”, cantava una vecchia canzone libertaria del ’15-’18 risolta in feroce e disperata parodia della Saga di Santa Gorizia. Ebbene, questa guerra iniziata non già nel 2022, come pur molti ancora gonadocefalicamente ripetono, bensì nel 2014 e forse ancora da prima, c’insegna – ci deve insegnare – a scegliere nuovi parametri e nuovi schieramenti. L’Europa è il piccolo apice nordoccidentale del grande continente eurasiatico: ma dall’indomani della seconda guerra mondiale un’alleanza presentatasi come “difensiva” e rivelatasi ormai come una mostruosa macchina politico-militare di istruzione delle sovranità e in prospettiva delle identità, la NATO sorta come organizzazione di difesa nordatlantica che a suo tempo ha spostato gli USA dalla sua tradizionale area egemonica sul Pacifico e si è quindi profondamente dislocata nel Mediterraneo, in Europa centrale e orientale, nel Vicino e Medio Oriente rischia ora davvero di “annullare l’Atlantico”, o meglio di spostarlo su una linea fluviale che almeno nei disegni di qualcuno mostra di ambire a coincidere con la linea Don-Golfo Persico (non dimentichiamo né la questione israelo-palestinese né la vergogna yemenita).
Dinanzi a tutto ciò, bisogna scegliere: non subito magari, gradualmente e saggiamente senza dubbio, ma con un rigore che ancora non è chiaro a tutti ma che lo diventerà. Ora che l’unanimismo artificiale e forzato “pro-Ucraina” (cioè pro-NATO) comincia a mostrar segni di metabolizzazione mentre sempre più evidente appare che pagheremo noi europei buona parte del peso delle demenziali sanzioni alla Russia, che sono direttamente o indirettamente dirette anche contro di noi, nonché di quelle del riarmo di un esercito “nostro” che noi non comandiamo e che non agisce dietro nostro ordine, resta la decisione di fondo che spetta a noi e solo a noi: se accettare in quanto europei di essere d’ora in poi “ameuropei” (ricordate America amara di Emilio Cecchi?) oppure riprendere un cammino millenario ch’era nostro fino dall’antichità e con sempre più severa consapevolezza dirci “eurasiatici”. Proposta paradossale? Meditate sulle carte geografiche che illustrano il piano One Belt one Road elaborato dal presidente Xi Jinping fino dal 2013; considerate il ruolo che in esso hanno Mediterraneo e Mare del Nord; richiamate quel che a suo tempo De Gaulle e Gorbaciov, in differenti occasioni, ebbero a definire “Casa Comune”; guardatevi dallo scegliere di restar vassalli della grande potenza più indebitata del globo, di rassegnarvi a esser parte di una decadenza che affonda abbracciata a un’altra decadenza in un matrimonio d’interesse stipulato più di sette decenni or sono e che non presenta più alcuna attrattiva. In politica internazionale non esiste vincolo nuziale indissolubile: e quello di allora, benedetto dallo stesso presidente statunitense che aveva premuto il bottone delle bombe di Hiroshima e di Nagasaki.
Oggi, ciascuno di noi europei è chiamato a scegliere se preferisce vivere nella periferia occidentale dell’Eurasia o in quella orientale dell’Ameuropa. Il sole è sempre sorto ad oriente, è sempre andato a morire a occidente. Decidiamo.
Qualcuno spieghi al prof. Cardini che le sparate ideologiche alla Jean Thiriart non sono né l’avvenire né la tradizione né la destra. Sono residui fasciocomunisti degli anni Sessanta. Vecchiume, modernariato. Esattamente come vecchiume è Putin con la sua guerra che ipocritamente non chiama tale. Capisco che Cardini sia affezionato alla sua giovinezza, ma è un problema suo, non di chi lo critica.
E la risposta alla sua lagnosa e sciocca domanda finale gliel’ha già data negli anni Sessanta un autentico statista “di destra”, Antonio Salazar, il cui Portogallo era nella NATO -alleanza difensiva, checché ne dicano Putin e Cardini – ma allo stesso tempo litigava con gli USA a causa dell’Africa, in cui gli americani volevano che il Portogallo concedesse l’indipendenza all’Oltremare mentre Salazar ostinatamente si rifiutava dichiarando di difendere lui i veri valori dell’Occidente, per esempio contro l’India che reclamava Goa. Quando qualcuno fece venire in Portogallo il “grande” Thiriart, il governo lusitano gli vietò di tenere una conferenza a Lisbona, reputandolo un provocatore che voleva solamente dividere il campo occidentale facendo un favore all’URSS. Una sorta di Cardini, insomma.
L’Occidente siamo NOI. Ed è Putin – sottoprodotto del bolscevismo, merce avariata occidentale ibridata con il peggio della Russia – a dover ascoltare noi, non noi a dover giustificare Putin. Di Roma ce n’è una sola, non tre. E quella autentica sta da noi.
Preferisco stare dalla parte di chi mi garantisce supermercati forniti, una decente libertà di respressione, la possibilità di viaggiare all’estero o di mandarci (ormai) i miei nipoti a studiare. Le lugubri Lubianke, i Beria, gli emuli sanguinari di Stalin, i genocidi alla Mao, Pol-pot, Putin, gli ideologi folli ecc. li lascio tutti a voi, destri pentiti… Io rimango scrutoniano… La mia patria è l’Europa occidentale, l’Eurasia sta solo nella mente e pagine di geopolitici farneticanti o che avevano alzato il gomito nelle nebbie dell’Est… Andate, andate pure verso il sol dell’avvenir!
Inventammo, tra l’altro, la scrittura 17 secoli prima dei russi….
Chi ci ha impedito, 70 anni fa, di tirare avanti con l’Esercito Europeo? La Comunità europea di difesa (CED) fu un progetto di collaborazione militare tra gli Stati europei che fallì per l’opposizione politica della Francia, che paradossalmente l’aveva proposta….
Altro che mezzo rincoglionito, il Prof. Cardini è più lucido che mai. Tra l’altro, se continuiamo di questo passo, saremo Ameuropa dal punto di vista geo-politico, ma Eurafrica da quello della composizione etnica. E’ il tempo delle scelte e non ce n’è molto a disposizione.
No, Francesco, Cardini purtroppo si dimostra diventato tale…
Luca ha perfettamente ragione. Ormai i nemici si annidano a destra, subdolamente. E lo dicano, perbacco che son diventati marx-leninisti tendenza Stalin….
Ma quand’è che ci libereremo da questa finto scontro “Capitalismo liberale” (Occidente) contro “Socialismo marxista” (Oriente)?
Sono solo due frutti diversi dello stesso albero del male!
Nel programma pubblico dei congiurati (liberalissimi) del WEF, ovvero abolizione della proprietà privata per il ceto medio-piccolo, esistenza biologica livellata e manipolabile, politica “scientizzata”, non vedete proprio le medesime linee-guida marxiste-leniniste che tanto la Destra detesta? Ormai le due visioni di mondo si sono perfettamente saldate, dopo un’evoluzione trentennale che ha visto la prima sempre più preda di un delirio di onnipotenza e l’altra che silenziosamente si adattava al presente sotto mentite spoglie, pregustando la rivincita.
Ma a differenza degli anni 60-70, stavolta lo Spirito Maligno è qui, in casa nostra: e prospera pure.
Thiriart, URSS, Salazar, appartengono ad un mondo ormai finito e lontanissimo, con tutte le vicende umane che di quel mondo sono state artefici e vittime.
Guardare a Oriente (stando bene attenti all’autoritarismo russo o al dispotismo cinese) non è un atto nostalgico o utopico: è sano realismo politico. I processi tecnologici di microelettronica più avanzati sono stabilmente patrimonio delle industrie cinesi-taiwanesi; la Cina è già di fatto la prima economia mondiale; le materie prime più facilmente estraibili sono in Russia (sostituire il gas russo con quello algerino è pura illusione, e non parliamo del gas di scisto USA).
In un modo o nell’altro Putin dal 24 febbraio scorso ha seppellito l’illusione scema della “fine della Storia”: e noi dobbiamo rimettere in discussione tutte le nostre certezze.
Resta da vedere se dal tornado che si sta formando saremo trascinati per aria o ci ancoreremo da qualche parte e penseremo finalmente in lungo termine al futuro della nostra Nazione, senza nostalgismi e preconcetti
Eurafrica occidentale, ecco cos’è la vostra patria ! I supermercati saranno anche pieni (di robaccia tra l’altro), ma il vostro Occidente è vuoto. Continuate ad insultarlo come peggio credete (Biden style), ma Putin dovrebbe ascoltare chi esattamente ? E la NATO, chi diavolo difende dal 1989 ?
Il destrume occidentalista è qualcosa di ridicolo, si vanta di difendere non si sa quali valori e libertà europee(dopo due anni di restrizioni e terrorismo sanitario!) senza accorgersi che è proprio il loro caro Occidente ad aver distrutto l’Europa ed ora vuole fare la guerra alla Russia proprio sulla pelle di noi europei… Gente come i qui presenti Luca e Guidobono sono pronti ad andare al fronte per conto del padrone yankee? Bene se non è così smettetela di sproloquiare su una mai esistita identità occidentale, l’Europa non è e non è mai stata occidente, siamo stati occidentalizzati prima con le bombe sulle nostre città e dopo con le merci e le finte libertà dei costumi, i vostri valori non sono altro che un miscuglio decadente di capitalismo di destra e liberalismo di sinistra, delle vostre “magnifiche sorti e progressive” che hanno portato a cancellare tutto ciò che era vera Identità europea ne facciamo volentieri a meno, e se ci sono ancora dei valori che meritano di essere difesi da noi europei, sono proprio quelli che difende la Russia, paradossalmente ultimo vero baluardo di un Europa che affonda sempre più nelle lande dell’Occaso, nell’inciviltà del trans-umano… Auguri, suicidatevi pure.
Luca viecce a Roma per vedere come sta la “vera Roma”… L’occidente siamo noi, ovvero come dire il peggio del peggio siamo noi, e non siamo niente caro Luca perchè l’occidente come tu lo intendi non rappresenta nemmeno la metà dei popoli mondiali, se pensi di essere il centro del mondo e che tutti debbano ruotare intorno a noi ti sbagli di grosso, nell’era ormai multipolare stati come India, Cina, Pakistan, Iran, etc non hanno bisogno di noi per andare avanti, siamo noi al contrario ad aver bisogno di loro e nel vostro delirio autoreferenziale non ve ne rendete conto, anche i sauditi l’hanno capito, Orban l’ha capito e voi dietro ai deliri senili di “sleepy Joe” che anche negli stessi states viene duramente messo in discussione, basterebbe guardare Fox news per rendersi conto che siamo noi ad essere più realisti del Re…
A Guidobono dico semplicemente che se preferisce stare dalla parte chi gli garantisce supermercati forniti e libertà di espressione e di viaggio, beh evidentemente non si sa bene in quale occidente egli viva, forse non si è accorto che i supermercati sono sempre più vuoti, la libertà d’espressione inesistente e quella di viaggio controllate e limitate attraverso misure ridicole e coercitive…Insomma, vivete in un gigantesco paradosso che non è altro che “wishful thinking”, per dirla alla anglosassone così magari capite meglio…
Da vecchio europeo preferirei sentire parole di speranza e strategia per la costruzione di una nuova centralità del nostro continente e non di una o altra periferia
Comunque Putin con la sua dissennata strategia non potrà che provocare danni alla Russia ed alla Europa tutta
A casa mia si chiama eterogenesi dei fini
Chi non si ravvede dalle sbornie duginiane mi sembra quello che continua a dormire da solo nel letto con la mascherina
Auguri di pronta guarigione
Concordo pienamente con quanto scritto da Bardamu80. Altro che sbornie duginiane, è puro realismo politico. D’altronde, restare nell’orbita “occidentale” a guida statunitense, vuol dire continuare ad alimentare quel processo di disarticolazione e disintegrazione della cultura europea già tanto, troppo vicino alla sua completa realizzazione.
Io vivo in Uruguay da anni, ma fruisco anche qui, in misura limitata, dei ‘vantaggi’ del consumismo spicciolo e della globalizzazione. Dell’Eurasia, Dugin, geopolitiche di 100 anni fa, non me ne importa nulla. Sono purtroppo ormai vecchio. Forse saggio, forse ormai insensibile e scettico….Mi basta una casa confortevole, Internet, TV, aria condizionata, un’auto a benzina (son vaccinato Covid, ma senza obbligo), cucinare, scrivere, vedere crescere le nipotine e nessuno che mi aliti sul collo. Poi accetto filosoficamente questi tempi, come i nostri conterranei del 1830 i loro, senza neppure gli antibiotici o l’odontologia di oggi… Il mondo è ormai di ignoranti, i giornali sono scritti in un pessimo spagnolo, italiano, inglese ecc. Domina un edonismo avvilente…ecc. Ma che cosa ci posso fare?
Roman Ungern von Sternberg è un interessante personaggio della letteratura, non della storia. Così come i ragazzi della HitlerJugend che a fine aprile 1945 affrontavano a Berlino i tanks russi con i Panzerfaust… e morivano poco dopo. Le persone servono da vive non da morte, eroi o vigliacconi che siano… Per giunta nuoiono sempre di più i coraggiosi…Poi le Termopili ci son già state….
Il sinistrume marxista-stalinista può agghindarsi come vuole, persin baciare icone, ma sempre, come dicesi qui, ‘bolches de mierda quedan’…
Dugin è un ubriacone scombinato, uno che fa insalate di cose diverse, un cortigiano in fondo…