Nulla era scontato alla vigilia del Gran Premio di Argentina, visti i rischi corsi per i ritardi nel trasporto dei cargo che addirittura erano arrivati a mettere in dubbio il corretto svolgimento del Gran Premio, costringendo alla fine a comprimerlo in due giorni, anziché tre.
Domenica, lo spettacolo sulla pista Termas de Rìo Hondo lo danno subito le categorie Moto3 e Moto2 nelle quali primeggiano, rispettivamente, Sergio Garcìa (sulla GasGas) e Celestino Vietti (su Kalex, al secondo successo stagionale)
La cronaca
In Classe Regina pole position c’è Aleix Espargarò, alla prima storica partenza al palo dell’Aprilia in MotoGP. Al via però Martin prende subito la testa alla prima curva e al comando si forma dunque una coppia, formata dallo stesso spagnolo della Ducati Pramac e da Aleix (entrambi partiti su Hard-Soft).
Alle loro spalle, si assestano Pol Espargarò sulla Honda e Rins (Suzuki) che invertiranno le rispettive posizioni al giro 7.
Il 44 cade però al giro 15, poco prima che in testa si accenda il confronto per la vittoria: Aleix prova una prima volta sul rettilineo opposto a quello principale ma arriva lungo alla curva 5 e Martin si riprende la prima posizione.
Il pilota dell’Aprilia ci riprova due giri dopo, sempre in curva 5 e di nuovo non centra il punto di corda, allarga la traiettoria e Martin lo ripassa.
Il terzo tentativo, al giro 21, è quello decisivo: il 41 prepara bene l’accelerazione in uscita dalle curve 3-4 , si affianca sul rettilineo e completa la manovra ancor prima di chiudere la curva, inserendosi all’interno della Ducati.
Gli ultimi quattro passaggi e mezzo sanno di lunga passerella, fino al trionfo sotto la bandiera a scacchi, per la prima storica vittoria dell’Aprilia (e anche personale) in MotoGP.
Sul podio, con lui Martin e Rins.
Tra rimonte e delusioni
Il fine settimana argentino, al netto delle difficoltà logistiche, ha rappresentato un momento a suo modo storico per il motociclismo italiano: dopo i titoli conquistati nell’allora 125cc, in 250cc o in Superbike, a Noale hanno massimizzato il lungo e delicato lavoro invernale, conquistando una vittoria che da lustro al progetto MotoGP.
Un progetto, in cui l’Aprilia si era rituffata a partire dalla stagione 2015 (tornando a competere nella Classe Regina a distanza di undici anni dal quasi fallimentare prototipo RS Cube col motore a tre cilindri, in pista tra il 2002 e il 2004).
Espargarò poi ha guidato in maniera impeccabile: conquistata la prima storica partenza al palo dell’Aprilia in MotoGP (in 1’37“688, vicinissimo al tempo record in prova), l’iberico non ha mai perso contatto da Martin e lo ha poi infilato, perfezionando gradualmente la manovra, dopo aver anche fatto segnare il giro più veloce del Gran Premio (all’undicesimo passaggio, in 1’39”375 ), senza scomporsi.
Buona la rimonta di Bagnaia, nonostante partisse quattordicesimo, 5° alla fine davanti a Binder e all’altra Aprilia di Maveric Vinales, che può recriminare la perdita di due posizioni nella parte finale del Gran Premio.
Tra i delusi, sicuramente le Yamaha ufficiali, con Quartararo 8° e Morbidelli ritirato, Oliveira (KTM; 13°) e l’altro Ducatista “ufficiale” Miller, quattordicesimo.
Il Motomondiale non si ferma e tornerà in pista già nel prossimo fine settimana ad Austin, nel Texas.