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Il “Progetto Cassandra” della Difesa tedesca e la letteratura che prevede i conflitti

L'iniziativa era cstruita sull’analisi dei testi letterari come strumento di monitoraggio delle future guerre e contrapposizioni

by Dario Fuoco
19 Gennaio 2022
in Cultura
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Un quadro di Cassandra

Cassandre è la nuova sentinella 

 che vigila sul mondo del domani,

 ad intercettare il futuro.

Il Professore Jürgen Wertheimer, docente di letteratura comparata all’università di Tubinga è riuscito a realizzare un progetto ambizioso, finanziato dal Ministero della Difesa tedesco, denominato Cassandra, che si avvale dell’analisi dei testi letterari come strumento di prevenzione e monitoraggio dei futuri conflitti armati. 

Il “Projekt Cassandra”, ha studiato tre centri di conflitto per le analisi dei modelli, in particolare il conflitto serbo-kosovaro (1998-1999), il terrorismo nigeriano causato dal gruppo Boko Haram e le tensioni in Algeria che hanno preceduto le elezioni del 2019.

La capacità di leggere il mondo e prevenire gli accadimenti ha sempre affascinato gli esseri umani. 

Se gli antichi consideravano come un segno di chiaroveggenza il volo degli uccelli, Leonardo analizzava il volo come manifestazione fenomenica del mondo. 

Questa dualità ha da sempre caratterizzato gli aspetti della conoscenza e del sapere umano: da un lato la scienza e la matematica, per Leonardo unici strumenti di indagine del mondo; dall’altra le arti e la letteratura che sostenevano la conoscenza e l’ascolto dell’animo umano, del suo mondo interiore, come unico faro per far luce al di là del velo dell’alètheia.

Anche il Guardian ha scritto del progetto Cassandra

Per questo il progetto Cassandra ha quel quid di sorprendente ed inaudito, fusione di potere e difficoltà di essere ascoltati, e porta il nome della sacerdotessa Troiana, figlia di Priamo ed Ecuba, che grida nella notte l’insidia del Cavallo, regalo dei greci. 

Da un certo punto di vista, la ricerca di Cassandra non rappresenta un progetto originale: le macchine che usano i big data, come il sistema Preview (“Prediction, Visualisation, Early Warning””, sviluppato dall’Università di Monaco, analizza le informazioni come possibili indizi di crisi emergenti: Feed RSS di siti web di notizie, banche dati che tracciano conflitti militari, proteste civilI, PIL pro capite, strutture educative regionali, dati sul cambiamento climatico. Tutte queste informazioni primitive vengono poi inserite in Watson, la piattaforma di intelligenza artificiale di IBM, la quale converte le informazioni in mappe che evidenziano i potenziali punti critici.

 Il sistema di previsione di Intelligenza Artificiale aveva già dato al governo tedesco qualche mese di preavviso sull’insurrezione dei ribelli nella provincia settentrionale di Cabo Delgado in Mozambico.

Tuttavia, nonostante l’algoritmo di Watson possa processare 500 gigabyte di informazione, l’equivalente di un milione di libri, non è però altrettanto grandioso a leggere fra le righe, a cogliere le sfumature o l’ironia delle parole.

 È possibile, viene subito da chiedersi, che l’indagine, un tempo trionfo del pensiero razionale, diventi esperienza di un mondo labirintico, di un avvenire non calcolabile solo attraverso gli strumenti della logica e della scienza? 

L’intuizione del Professore Wertheimer, si basa sull’assunto che i grandi scrittori abbiano un “talento sensoriale”, nel descrivere le energie della società, nel sondare i moti dell’animo umano. Non mancano certo esempi illustri di libri che hanno saputo sbalordire nelle loro previsioni: H.G Welss con The world set free del 1914, parlava di bombe nucleari – tre decenni prima di Hiroshima e Nagasaki. Nel 1968 j. Brunner pubblica Stand on Zanzibar in cui viene immaginata un Unione degli Stati Europei; con 1984 la lungimiranza di Orwell anticipa l’uso sistematico delle tecnologie come strumento di controllo di massa.                                                                                  

Da un punto di vista socio-politico, Cassandra ha dimostrato che i testi letterari possono indicare temi legati agli aspetti emotivi (percezione delle minacce, sentimenti nazionalisti/separatisti) e conflitti inter-sociali molto prima di altri mezzi di comunicazione. Inoltre, i testi letterari possono influenzare la percezione e quindi anche le azioni delle parti in conflitto: in questo senso i libri sono parte attiva della dinamica di una crisi.

 A volte, la guerra inizia già dalle parole. Tuttavia, il piccolo gruppo di ricercatori si è reso conto che sarebbe stato impossibile leggere ogni libro nelle diverse lingue del mondo o mettere in atto un sistema di catalogazione delle evoluzioni lessicali, del rapporto significato-significante (per cogliere il grado maggiore o minore di aggressività). Per questa ragione, il gruppo del progetto Cassandra ha sviluppato un metodo di analisi basato sull’infrastruttura letteraria dei vari Paesi (dal mercato del libro ai premi letterari alle liste di best-seller). 

 Per trasformare questi segnali in informazioni che possano essere utili i ricercatori hanno sviluppato un sistema di punteggio di rischio con nove indicatori per ogni libro (portata tematica, censura del testo, risposta dei media etc.). Il lavoro del gruppo Cassandra ha prodotto risultati brillanti prevedendo con uno o due anni di anticipo il conflitto in Azerbaigian e le proteste che in Algeria hanno portato alle dimissioni di Bouteflika.                                                                                                                  

Tuttavia nell’inverno 2020 il progetto è stato chiuso: colpa della pandemia o forse – secondo fonti del ministero tedesco, Cassandra avrebbe rilevato i costi più salati dei programmi costruiti sui big data.                                                                                      Così come la sacerdotessa il progetto Cassandra è stato rilegato nel silenzio. Eppure è riuscito a mostrare il potere della letteratura nel descrivere e analizzare i comportamenti umani, ha portato alla luce l’enorme potere della diplomazia culturale. 

E come direbbe l’Ispettore Ingravallo der Pasticciaccio di Gadda

 “le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti.”

 

Dario Fuoco

Dario Fuoco

Dario Fuoco su Barbadillo.it

Tags: Dario Fuocogermaniaministero della difesaprogetto cassandra

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