Enrico Vanzina continua a essere sceneggiatore e comincia a essere regista, regista di donne in particolare: Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocio Muñoz Morales, Nadia Rinaldi.
Sono Roma, San Felice Circeo e Oriolo Romano lo sfondo di Tre sorelle, commedia che esordirà su PrimeVideo il 27 gennaio.
Se c’è un motivo di nostalgia in questo film, è cronologicamente di essere ambientato nella primavera 2019, ultima pre covid, e di schierare fior di caratteristi, quelli che erano così importanti nella commedia all’italiana anni ’60-’70.
Come archetipo di Tre sorelle, oltre che a Cecov + Tolstoi, penso a Enrico + Carlo Vanzina di Le finte bionde…
“Le finte bionde era un film sul costume. Tre sorelle è un film sui sentimenti, una commedia romantica. L’altro film era una commedia buffa, ma anche un po’ cinica. Io tornerei a Tolstoj, soprattutto al finale, quando il personaggio di Luca Ward – al matrimonio della nipote – dà un senso al film. Citando il grande scrittore russo, dice: ‘La calma è una vigliaccheria dell’anima’…”.
Dopo Lockdown all’italiana, su due coppie incrociate del 2020, lei ora firma una vicenda ambientata nel 2019, con sorelle spaiate e in crisi di nervi. Qui gli uomini sono marginali. Perché?
“Ho voluto fare un film ‘sulle donne’ e ‘con le donne’. In questo periodo di conquiste femminili regolate dal politicamente corretto, volevo lanciare uno sguardo anche sulle loro fragilità. E anche sulla loro forza, talora poco raccontata dagli uomini. In questo film gli uomini sono ridotti alla loro miserabile condizione attuale: non hanno più valori e si attaccano al solo che è rimasto loro, essere maschi”.
Lei racconta sorelle mature senza giudicarle. Però le hanno già giudicate, e male, i loro uomini. L’ emancipazione è questa?
“Certo che no. Questa è una storia. La storia di ‘quelle’ donne. Non è un trattato di sociologia amorosa. Un film deve raccontare una storia. Io ho scelto questa, senza velleità didattiche. Solo per ‘narrare’ una piccola vicenda”.
Nel 2019 il covid aveva ancora re-imposto il sesto comandamento, però Tre sorelle è un film “erotico” solamente de relato. Rispetto al sesso, l’amore rimane ben indietro rispetto per ogni personaggio del film, tranne che per il ragazzino…
“L’amore è centrale sempre. Ci sono vari tipi di amore. Le mie protagoniste lottano con l’orgoglio, il passato, la stupidità dei maschi, la difficoltà di essere sorelle. La storia della massaggiatrice trentenne (Rocio), al seguito delle tre sorelle, col ragazzino è una via di fuga nella purezza e nella tenerezza”.
Figlie dello stesso padre e di madri diverse, sono personalità polarizzate. Una ha famiglia, prole ed è ricca; una è meno ricca e non ha prole; una lavora come costumista cinematografica ed è sempre sola. Direi che lei prediliga quest’ultima.
“Io le amo tutte e tre. Perché le ho scritte. Quando scrivi di qualcuno devi sempre amarlo. Anche se è un personaggio negativo. Il cinema di commedia non ammette il moralismo. Le brutte commedie sono moraliste. Come dicevano Age e Scarpelli: devi sempre rispettare ‘le ragioni degli altri’…”.
Ogni sorella s’invaghisce dello scrittore “vincitore del premio Campiello cinque anni prima”. Fascino del mascalzone?
“Fabio Troiano ha interpretato questo ‘mascalzone’ con la leggerezza che gli ho chiesto. Alla fine questo maschio allo sbaraglio fa addirittura tenerezza. Ma anche compassione. Credo sia un vero personaggio da commedia all’italiana”.
Mettere un ragazzino di provincia a corteggiare senza malizia la massaggiatrice venezuelana immigrata deve far sperare nel futuro multietnico?”
“Il futuro multietnico già esiste. E meno male. Il mondo va avanti, da sempre, sulle ibridazioni delle varie culture. Isolarsi è un delitto della coscienza. In Italia questo futuro sta accadendo con un po’ di ritardo rispetto ad altri grandi paesi. Ma sarà un valore aggiunto”.
Il maggiordomo indiano dell’attico romano “di 300 mq e con terrazzo grande come piazza del Popolo” è sussiegoso; la custode napoletana della villa al Circeo è fiera di esser pigra… Così, oltre al marito e ai figli, anche la servitù scarica la signora borghese. E’ la via italiana al tramonto dell’Occidente?
“L’Occidente resisterà a tutto. Perché è una civiltà basata su sistemi giudiziari e politici superiori. Questo è un momento storico di transizione. Ma la Storia riesce sempre a fare emergere i valori migliori. Possono oscurarsi per qualche tempo, ma alla fine riemergono. Il mondo di oggi è comunque più giusto di quello di tanti secoli fa. Addirittura di pochi anni fa. Io sono scettico di natura, ma su questo sono ottimista”.
Sembra interessante
Ho visto Le finte bionde quando uscirono, nel 1989, e me lo ricordo ancora come una pellicola deludente, più una raccolta di barzellette e di siparietti che un film. Infatti fu un flop al botteghino e anche il Morandini lo stronca come “un pallone gonfiato di aria fritta”. Spero di cuore che Le tre sorelle sia migliore
p.s. però che bello quando si andava al cinema anche per vedere dei film mediocri, anzi proprio quando ancora si andava al cinema