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La rubrica telefonica della Meloni più forte delle scomuniche mainstream

E’ questo l’esito più sorprendente dell’ultima edizione di Atreju, la festa nazionale di Fratelli d’Italia

by Gerardo Adami
16 Dicembre 2021
in Politica
1
Giorgia Meloni

Immaginate una formazione di calcio, modello Zoff, Gentile, Cabrini… Rimodulatela per Atreju, con l’elenco degli ospiti sul palco: Sabino Cassese, Luciano Violante, Enrico Letta, Alfredo Mantovano, Giovanni Minoli, Luciano Fontana, Giuseppe Conte, Marcello Pera, Matteo Renzi, Luigi Di Maio e Matteo Salvini…  In panchina…

Alla fine la “rubrica telefonica” di Giorgia Meloni e il suo carisma diventano l’archetipo che ha demolito il tentativo di ripristinare l’arco costituzionale contro la destra, promosso da trasmissioni tv orientate, quotidiani digitali rimasti agli anni settanta e da giornalisti faziosi come Andrea Scanzi in primis. E’ questo l’esito più sorprendente dell’ultima edizione di Atreju, la festa nazionale di Fratelli d’Italia.

Campagne d’odio archiviate

Le campagne d’odio contro i patrioti, le inchieste con il discutibile metodo dell’infiltrazione, il rispolverare il “fascismo eterno” di Umberto Eco nulla hanno potuto contro la capacità di creare una rete politica, trasversale, della leader della destra, forte di una credibilità costruita su idee e proposte (delle quali si può discutere, ma che non si possono escludere dal dibattito pubblico). Il nodo non riguarda dunque le posizioni della destra su green pass o blocco navale (discutibili come le piattaforme dei pro immigrazione), ma il clima di ostracismo che qualcuno ha orchestrato in questo delicato frangente della politica nazionale, e soprattutto scientemente a ridosso delle ultime amministrative.

Evaporate le invettive

La rubrica sullo smartphone meloniano, il network dei rapporti e, in definitiva, la Politica pesano più di una invettiva tv, di un post social, di una campagna di stampa negativa. I  distinguo sulla agibilità democratica da limitare per una destra ormai fuori dai vecchi e logri schemi dimostrano la labilità delle loro stesse fondamenta. I pregiudizi sciorinati da un giornalista dei media mainstream progressisti, o una scomunica di uno scrittore campano ferocemente anti-Meloni dopo aver scritto in gioventù pagine non antipatizzanti per il mondo missino, non sono la Cassazione, non funzionano erga omnes.

Il successo di Atreju è stato proprio questo: aver finalmente declassato a propaganda – legittima in democrazia – la retorica antifascista e anti destra che i talk riversano ogni sera dalla Tv. Bene, la propaganda non può regolare la dialettica politica di questo paese. E su questo sono convenuti tutti i maggiori esponenti politici dei partiti nazionali, con la propria presenza consapevole alla manifestazione capitolina. Carlo Verdelli se ne faccia una ragione.

Dopo la lezione tv di Tarchi e Cardini

La Meloni ha reso plastico il flop delle scomuniche di Scanzi, uscito piccolo piccolo dal confronto con due intellettuali liberi come Marco Tarchi e Franco Cardini: gli argomenti strumentali, i pensierini da mitragliare in 12 secondi di intervento video, non reggono contro i rilievi scientifici politologicamente fondati. E Tarchi e Cardini non sono mai stati teneri con Fdi e le vari destre aspiranti al governo…

Lo stile della leader romana – che ha imposto il termine “patriota” nell’agenda politica dei nostri giorni – ha convinto interlocutori distanti come Giuseppe Conte o Enrico Letta ad andare sul palco della storica kermesse: lì si sono confrontati il Pd, i 5S, Forza Italia, Toti, Salvini con la Lega… Sono Letta e Conte, con Renzi e tanti altri leader, ad aver una volta per tutte minimizzato la sindrome dell’Uomo nero con cui alcuni opinionisti di parte rivendicano il diritto di dare patenti per accedere allo spazio pubblico politico. Le loro patenti contano sempre meno, se non solo per la propria curva di tifosi. Contano evidentemente poco e niente anche per i leader del campo progressista. 

La legittimità la conferisce il popolo

Chiudiamo aprendo, per i soliti noti, il rubinetto dell’acqua calda: in politica l’energia alle forze politiche la dà il consenso degli italiani, degli elettori, non di presunti funzionari di Motorizzazioni ideologiche che pensano di sfornare surreali patenti per l’accesso alle istituzioni. I giornalisti fautori di campagne di propaganda se ne facciano una ragione. 

Ps Ora speriamo ora di poter tornare a discutere di argomenti seri, che toccano la vita degli italiani: l’aumento dei costi di gas e luce, la modernizzazione, il welfare, la difesa dell’interessa nazionale, il connubio tra energia e produzione e il rispetto dei diritti dei lavoratori, tra i cardini della civiltà italiana, e anche il termine “conservatori” che su queste colonne non scalda del tutto…

@barbadilloit

Gerardo Adami

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Gerardo Adami su Barbadillo.it

Tags: atrejugiorgia melonirubrica telefonicascanzi

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Comments 1

  1. Fernando says:
    8 mesi ago

    Finalmente un reportage doveroso su BARBADILLO sul fenomeno politico Italiano di nome Giorgia Meloni.Atreju voluto da lei in questo periodo sebbene non fosse il suo periodo naturale è divenuto non solo una festa prettamente della destra,ma bensì di grande partecipazione di popolo variegato.Consapevole quale fosse la realtà di quell’atmosfera curiosamente gioiosa ed attenta.Lontanissima dalle propagande settarie dei mai stream manipolatori.Gli spargitori di odio e menzogne certamente sarebbero fuori luogo ( Formigli,Scanzi,Gruber etc) in un ambiente così lontano dalle loro(chiamiamole) sensibilità. Oramai la Meloni si è guadagnato sul campo la nomia di politico Italiano di primissimo piano,e non solo. Sarei curioso di sapere,visto il successo,chi siano i suoi spin doctors che la consigliano,le organizzano e spero che pensino pure ad un piano di difesa!! In futuro credo non saranno rose e fiori purtroppo..
    PS. Grave mancanza non menzionare GAETANO SCIREA dinanzi Zoff Cabrini Gentile…

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