La mamma di Paolo Di Nella è salita in cielo, incontrerà suo marito e, insieme, riabbracceranno Paolo. Una vita familiare sconvolta dall’aggressione mortale del 2 febbraio 1983, giorno in cui Paolo fu colpito alla tempia mentre affiggeva con Daniela manifesti scritti a mano per chiedere l’esproprio di una Villa romana e la sua restituzione alla comunità di quartiere. Poi il coma e quindi la morte, il 9 febbraio.
Liliana ha portato nel cuore con dignità e nel silenzio il suo grande dolore, uno schianto che ha dilaniato un’intera generazione, segnandone il destino. L’atteggiamento vergognoso, superficiale, omertoso e, infine, complice di inquirenti e magistrati non ha consentito di trovare gli autori del crimine e questo ha sempre rabbuiato gli sguardi di ciascuno.
Quasi mai i nostri ragazzi lasciati sul selciato da ogni genere di violenza hanno avuto il rispetto della Repubblica italiana, mai una vera ricerca degli assassini, mai giustizia.
Ma oggi, nel dolore di una vita che compie il suo corso, Paolo dopo essersi ricongiunto con il padre ritrova sua madre. Squillino le trombe in paradiso, i cirri si rincorrano, gli angeli danzino in tondo e il vento scompigli i capelli del nostro ‘soldato’. Il soldato Paolo.