Il campionato di Formula 1 2021 arriva alla sua terzultima prova: esordio assoluto del Gran Premio del Qatar, sulla pista di Losail (in sostituzione di Melbourne) pista, che al di là delle problematiche del calendario, si è assicurata un posto in calendario, per dieci anni, dal 2023.
Inaugurato nel 2004 dal Gran Premio motociclistico, il tracciato è lungo 5380 metri, presenta un unico vero rettilineo, quello principale, di 1068 metri e si caratterizza per le sue sedici curve, oltre che per la disputa del Gran Premio in notturna, similmente a quanto il Motomondiale fa ormai dal 2008.
La gravosità del tracciato porta la Pirelli scegliere le C1, C2, C3, le tre mescole più dure.
Prove libere e qualifiche
Il venerdì, Verstappen si prende le FP1 in 1’23”723 e Bottas le FP2 in 1’23”148; il finlandese della Mercedes replica nella sessione di sabato mattina, conquistando le FP3 con il tempo di 1’22”310.
È Lewis Hamilton il grande protagonista del sabato sera di Losail: l’inglese fa sue la Q1 (1’21”901) e la Q2 (1’21”682), per poi prendersi la pole position nella Q3: il 44 abbassa addirittura il primo crono (1’21”262) di oltre quattro decimi, portandolo sull’1’20”827 e chiudendo davanti a Verstappen, Bottas, Gasly (quest’ultimo, nonostante il brivido finale dell’ala e dell’anteriore destra danneggiate su un dissuasore), Alonso, Norris; male Perez (11°), Leclerc (solamente 13° per una lesione al telaio, che prontamente sostituito prima della gara non causerà comunque alcuna penalità; settimo Sainz) e Ricciardo (14°).
Il caso “bandiere gialle” nelle qualifiche
Il concitato finale delle qualifiche aveva visto Gasly abbandonare la vettura danneggiata sul rettilineo: regola vuole che in questi casi di pericolo vengano esposte le bandiere gialle nella specifica sezione di pista, di fronte alle quali i piloti hanno l’obbligo di alzare il piedi; ebbene, le bandiere gialle, sia singole che doppie, effettivamente c’erano ma solo sventolate dai commissari fisicamente e non sui tabelloni luminosi di segnalazione, tabelloni invece di colore verde (colore che significa pista libera).
In questa “trappola” cadono Sainz, Bottas e Verstappen, tutti convocati dai commissari: se lo spagnolo però riesce a dimostrare la propria innocenza, dalle telemetrie degli alfieri di Mercedes e Red Bull si evince un mancato rallentamento (con l’olandese che aveva persino migliorato il proprio tempo di qualifica).
Il finlandese viene dunque arretrato di tre posizioni sulla griglia del Gran Premio (da terzo a sesto) per non aver rispettato la singola bandiera gialla; per Verstappen le posizioni sono addirittura cinque (scivolando da secondo a settimo), in quanto la violazione si era verificata al cospetto della doppia bandiera gialla: ne approfittano Gasly, Alonso e Sainz che si ritrovano secondo, terzo e quinto.
Ancora una volta però, è il tempismo della decisione che fa discutere, giacché la nuova griglia viene formalizzata a quaranta minuti dall’inizio del Gran Premio.
La gara
Allo spegnimento delle luci, Hamilton tiene bene la testa, Alonso sopravanza Gasly, mentre la straordinaria partenza di Verstappen lo porta direttamente dalla settima alla quarta posizione; non bene invece Bottas, scivolato in undicesima posizione.
L’olandese sfrutta un leggero errore di Gasly all’ultima curva per passarlo al quarto giro, salendo in terza posizione e si mette secondo nella tornata successiva, grazie all’attacco riuscito su Alonso.
Non vuole essere da meno “Checo” Perez che anima i primi giri con i bei duelli contro Tsunoda, Sainz, Ocon: il messicano è sesto all’inizio del giro 9, quinto su Gasly (che era stato passato anche da Norris, al dodicesimo) quattro tornate dopo e quarto al sedicesimo passaggio, portando un affondo vincente all’interno della prima curva su Norris.
Archiviato un inizio di gara complesso, anche Bottas prova la risalita, sfruttando in parte i primi cambi gomme: in finlandese corre il sesta posizione al giro 19; intanto, nelle due tornate precedenti, si erano nell’ordine fermati Verstappen e Hamilton, entrambi passati dalle medie alle Hard, come per altro Perez alla fine del diciannovesimo.
Bottas sorpassa Norris al giro 23 ed è quarto, Alonso si ferma alla fine della medesima tornata, riuscendo a difendersi dal tentativo di undercut di Perez, anche se il messicano non ci mette molto a raggiungerlo, ne prende la scia e lo attacca all’esterno della prima curva (giro 29), passandolo grazie alla traiettoria favorevole e nonostante la dura difesa opposta dall’asturiano.
Il primo colpo di scena al giro 34, quando Bottas, temporaneamente terzo, forte di una buona gestione delle gomme medie (non si era infatti ancora fermato), fora l’anteriore sinistra, esce di pista e danneggia l’ala anteriore: percorsa una buona parte di tracciato praticamente su tre ruote, la sosta forzata lo fa sprofondare quattordicesimo (per i danni riportati, il finlandese sarà successivamente costretto al ritiro).
Cambio anche per Verstappen, che alla fine del 41 si ferma in sicurezza per il secondo pit stop, ripassando alle medie (dalle dure); l’olandese è imitato poco dopo da Perez e il giro successivo da Hamilton, tutti sulle medie.
L’ultima sezione di gara vive della rabbiosa rimonta di Perez, alla ricerca del podio, dopo esser scivolato settimo, in seguito alla seconda sosta: il messicano scarta Stroll (giro 46), poi al 47 attacca Ocon all’esterno della prima curva ma deve usare tutta la sua abilità, per averne la meglio nelle curve successive, vista la strenua resistenza del francese, che pure aveva degli pneumatici duri, maggiormente usurati.
“Checo” torna quarto, approfittando del cambio gomme di Norris (foratura, alla fine del quarantanovesimo) ma il ritardo accumulato da Alonso, in conseguenza di un errore di calcolo del suo muretto nella scelta della seconda sosta, è un conto salato da pagare che gli costa un piazzamento migliore; Verstappen stesso si ferma di nuovo, per le Soft, al terzultimo giro e può sfruttarle per segnare il giro più veloce proprio all’ultimo, in 1’23”196, con correlato punto bonus.
La bandiera a scacchi saluta la vittoria di Hamilton, davanti a Verstappen ma l’eroe di giornata è Fernando Alonso (eletto ovviamente “Driver of the Day”) che alla veneranda età di quarant’anni, si toglie la soddisfazione del podio, per sé e per l’Alpine-Renault (che su questa pista andava veramente forte): l’asturiano non concludeva tra i primi tre dalla seconda piazza in Ungheria nel 2014 (alla guida della Ferrari), mentre l’ultimo podio alla guida di una Renault risaliva addirittura a Singapore 2009.
Gli altri punti iridati vanno a Perez, Ocon, Stroll, Sainz, Leclerc, Norris e Vettel, con Gasly undicesimo, fuori dalla zona punti e Giovinazzi quindicesimo (alla prima uscita dopo l’annuncio della sostituzione con il cinese Guanyu Zhou dal 2022).
Peccato per le Ferrari (entrambe sulla tattica della sosta unica, con partenza sulle medie e cambio per le dure), riscopertesi “relativamente” competitive, sulla mescola più dura, solo nel finale del secondo stint ma rimaste bloccate nel trenino con Ocon e Stroll, quando avrebbero potuto puntare alla quinta e sesta posizione finale.
Prossimo appuntamento, tra quattordici giorni, per una ennesima novità: il Gran Premio dell’Arabia Saudita nel cittadino di Jeddah, città portuale sul Mar Rosso.