Il Messico, assente nel 2020, torna in calendario con la nuova denominazione di “Gran Premio di Città del Messico”.
Si è così deciso di sottolineare il ruolo (oltre quello di una cordata di imprenditori locali) dell’esecutivo cittadino nel salvataggio finanziario del Gran Premio disputato nell’autodromo dedicato ai “Fratelli Rodriguez”.
A proposito del circuito: costruito a 2.238 metri sul livello del mare, l’aria rarefatta condiziona il funzionamento dei turbo e riduce la resistenza all’avanzamento; inoltre, la pista molto sporca rende ulteriormente difficile il settaggio delle vetture.
Le prove libere
Le prime libere del venerdì, vanno a Valtteri Bottas (1’18”341), mentre le FP2 vengono conquistate da Verstappen, che migliora il primato delle FP1, portandolo a 1’17”301; nelle FP3 di sabato mattina, le luci della ribalta sono per l’idolo di casa “Checo” Perez, davanti a tutti in 1’17”024.
Le qualifiche
Ancora una volta, in qualifica fioccano le penalità: eccetto Russell (sostituzione del cambio), Tsunoda, Norris, Ocon e Stroll (autore anche di un brutto incidente nella prima manche) sono tutti costretti a scattare dal fondo, per la sostituzione di diverse componenti delle unità motrici.
Le prove cronometrate si aprono col miglior tempo di Bottas nella Q1, in 1’16”727; la Q2 è di Hamilton, in 1’16”474.
Nella decisiva Q3, l’assoluto protagonista è ancora Bottas, al quale basta uno straordinario primo run per stampare l’1’15”875 che gli dona la pole position, giacché nessuno, compreso lui, riuscirà a migliorarlo nel tentativo successivo.
Alle sue spalle il compagno Hamilton, poi Verstappen e Perez; seguono Gasly, Sainz, Ricciardo, Leclerc.
La gara
Dei venti partenti, solamente Tsunoda e Ocon montano le Soft nello stint iniziale; tutti gli altri optano per cominciare con le medie.
Allo spegnimento dei semafori, Verstappen ha una suntuosa partenza, sfrutta tutto il rettilineo e sopravanza all’esterno della prima curva entrambe le Mercedes, prendendosi la testa dopo aver frenato tardissimo.
Negli stessi concitati istanti, Ricciardo arriva lungo, tampona Bottas e lo manda in testacoda, divellendo la propria ala anteriore: per entrambi sarà necessario effettuare una sosta (con annesso cambio di gomme dalle medie alle Hard), che li farà sprofondare in fondo al gruppo; nelle retrovie, un incidente coinvolge diversi partecipanti e costringe la Safet Car ad entrare in pista.
Grande anche l’inizio di Giovinazzi, che scattato undicesimo, transita sesto alla fine del primo giro (neutralizzato), anche se quando la gara ricomincia nella sua valenza agonistica, al giro 5, l’italiano viene subito passato da Sainz.
Con Verstappen davanti a fare l’andatura, le maggiori attenzioni vengono monopolizzate dalle battaglie a centro gruppo: al giro 9 Raikkonen passa in nona posizione su Russell, all’esterno della curva 1, manovra replicata con successo da Alonso, nella successiva tornata; l’inglese della Williams perderà la posizione anche su Norris (giro 15) e infatti deciderà di passare alle mescola Hard proprio al termine di quella tornata.
L’olandese della Red Bull riesce a costruire un buon vantaggio sugli inseguitori e così, arrivato il distacco di Hamilton dal capofila a 10”, l’inglese effettua il cambio, cercando di anticipare il passaggio dalle medie alle dure al giro 29: il pilota della Mercedes torna in pista quinto, alle spalle di Leclerc che però si ferma alla fine di quello stesso passaggio (il trentesimo).
Verstappen pitta alla fine del 33, rientrando largamente davanti ad Hamilton, in seconda posizione provvisoria dietro Perez che, lasciato in testa, manda la folla in visibilio; la gloria del messicano dura lo spazio di sette tornate, fino al momento della fermata che lo rispedisce in terza piazza.
Ripresa la carreggiata e potendo contare sulla mescola più fresca, il messicano prova a mettersi sulle tracce di Hamilton, a suon di giri veloci; intanto, al giro 42, si ferma anche l’altra Ferrari: con un passo nettamente migliore, Sainz si vedrà lasciare la quinta posizione da Leclerc, posizioni prontamente riscambiate quando appare chiaro che Gasly, quarto, sarebbe stato irraggiungibile.
Alla fine comunque, il riaggancio di Perez non riuscirà a materializzarsi, concludendo il messicano a poco più di 1” da una clamorosa doppietta Red Bull.
La bandiera a scacchi saluta il dominio di Verstappen: un trionfo senz’appello, costruito sin dai primissimi metri; con lui, sul podio, Hamilton, mai seriamente in grado di insediarne il primato e lo stesso Perez, il cui terzo gradino più basso del podio consecutivo viene acclamato dalla folla festante (tra l’altro, non era mai accaduto che un messicano salisse sul podio della gara di casa).
Punti iridati per Gasly, splendido quarto con l’AlphaTauri, Leclerc, Sainz (primo dei doppiati), Vettel, Raikkonen, Alonso e Norris.
Il giro più veloce lo fa segnare Bottas al 69, in 1’17”774, al termine di una domenica sfortunata e deludente: arrivato solamente quindicesimo, il finlandese non potrà fregiarsi del punto aggiuntivo, in quanto fuori dalla Top 10.
Prossimo appuntamento, tra sette giorni, per il ritorno di Interlagos in quel di San Paolo del Brasile, appuntamento anch’esso assente dal 2019.
Le Ferrari perdono più di un secondo al giro. Se non è un fallimento questo…