È Austin, nel Texas, ad ospitare il Gran Premio degli Stati Uniti, sestultima prova del Campionato 2021 di Formula 1: il Circus torna così a gareggiare sull’impegnativa pista texana, con le sue venti curve, dopo la cancellazione dell’edizione 2020.
Le prove libere
Nelle FP1 la miglior prestazione è di Bottas (1’34”874), mentre sia le FP2 che le FP3 sono appannaggio di “Checo” Perez, rispettivamente in 1’34”946 e 1’34”701.
Le qualifiche
Anche ad Austin fioccano le penalità, che costringono Vettel, Alonso, Russell a partire dal fondo (causa sostituzione di diverse componenti dell’unità motrice) e Bottas a scontare cinque posizioni sulla griglia per aver montato il sesto motore endotermico della stagione.
Penalità a parte, nella Q1 si mette in mostra Charles Leclerc, che da sfoggio della propria Ferrari fermando il cronometro sull’1’34”153; la Q2 va invece a Max Verstappen, con 1’33”464.
L’olandese si conferma straordinario protagonista anche nella Q3, la manche conclusiva, azzannando il cronometro nell’ultimo run e abbassando di 209 millesimi il tempo fatto segnare in precedenza da Hamilton: per il pilota della Red Bull, il conclusivo 1’32”910 è sinonimo di una splendida pole position, la dodicesima della carriera, una prova di forza rimarcata dalla grintosa esultanza via radio a prove ultimate.
Le prime cinque file dello schieramento, in ordine di partenza, sono dunque per: Verstappen, Hamilton; Perez, Leclerc; Sainz, Ricciardo; Norris, Gasly; Bottas e Tsunoda.
La gara
Allo spegnimento dei semafori, Hamilton parte decisamente meglio del poleman Verstappen e lo infila all’interno della prima staccata, proteggendosi in uscita; alle spalle dei primi quattro, Sainz (l’unico delle prime cinque file, insieme a Tsunoda, ad essersi qualificato con la mescola Soft e non con la media) ingaggia un duello con entrambe le McLaren per tutto il primo giro, perdendo la quinta posizione in favore di Ricciardo.
In testa, il duello tra Verstappen e Hamilton ci mette pochissimo ad infiammarsi: archiviata una partenza “difficile”, l’olandese si mette sulle tracce dell’avversario ma arrivatogli nello scarico, preferisce cambiare le proprie gomme (per le dure) già alla fine del decimo giro (imitato del resto pure da Norris, come da Ricciardo e Sainz al termine dell’11), provando l’undercut.
Rientrato in pista quinto, il 33 attacca e passa subito Ricciardo; al giro 12 è il turno di “Checo” Perez e Leclerc, il primo per le medie, il ferrarista per le dure.
Il capofila Hamilton rientra solo al giro 13 (dure) ma quei giri in più gli costano la posizione su Verstappen, che si riprende la testa con oltre sei secondi di vantaggio, cominciando una sorta di elastico con l’inseguitore più diretto che comunque controlla senza troppi problemi.
A quel punto, se davanti le posizioni sembrano cristallizzate, a centro gruppo la corsa viene animata dai “ruota a ruota” tra Alonso e Giovinazzi, per l’undicesima posizione e tra Vettel e Russell, col tedesco che si prende la tredicesima.
Il leader Verstappen intanto dà il la alla seconda tornata di soste: l’olandese si ferma al 29 (ancora dure), rientra terzo ma è subito secondo sul compagno di squadra (che “pitterà” al giro 30, sempre per le Hard); anche Sainz al 29 (sempre sulle Hard), mentre i due della McLaren cambiano in successione al trentesimo e Leclerc al 32.
Hamilton allunga ancora lo stint e cambia di nuovo per le dure alla fine del 37, ripartendo secondo, con circa 9” di ritardo da Verstappen: l’intento è chiaramente quello di sfruttare la gomma più fresca nelle ultime tornate; Verstappen cerca invece di gestirsi, nei limiti del possibile, in vista di un finale preannunciatosi rovente.
Se i primi due si sfidano in questa ottica, Sainz riesce finalmente a riprendere Ricciardo: lo spagnolo prova un affondo nel misto (giro 42) ma si vede rintuzzato dall’australiano alla curva 14, con tanto di toccatina tra le due vetture che costa al ferrarista un piccolo danno al baffo anteriore destro; della situazione approfitta Bottas (il secondo pit stop per le Hard era arrivato al 34), che riuscirà a passare Sainz per la sesta piazza.
Gli ultimi dieci giri vivono del disperato tentativo di Hamilton di riagguantare Verstappen: l’inglese, nonostante la mescola meno usurata e la mole di parziali record, non riuscirà mai neanche ad impostare un tentativo di sorpasso; dal canto suo, l’olandese guida da campione qual è, non si scompone e si prende una straordinaria, pesantissima vittoria, con 1”333 sul grande rivale, vittoria salutata dalla bandiera a scacchi.
A sugellare una domenica favolosa, il 33 si guadagna inoltre la nomina a “Pilota del Giorno”.
E gli onori, su quel gradino più alto, non può che farglieli Shaquille O’Neal (grande centro del basket NBA negli anni ’90, ‘00) che gli consegna il trofeo del vincitore.
A Hamilton resta solamente il secondo gradino del podio (oltreché il punto bonus del giro più veloce in 1’38”485, fatto segnare al giro 41 durante la forsennata rincorsa), se non la sensazione che in Mercedes, alla voce tattiche, una volta di più il tempismo delle scelte non sia stato in assoluto dei migliori.
Inoltre, a far riflettere, dovrebbe esser il fatto che persino nei momenti successivi alla seconda sosta, in cui la squadra anglo-tedesca sembrava realmente, tempi alla mano, potesse aspirare al gran colpo, in Red Bull non hanno mai perso il pieno controllo della situazione, limitandosi (certo, sempre nel rispetto di situazioni di estrema delicatezza) a ben gestire quella che nel complesso è apparsa una superiorità ben marcata.
Al terzo posto, bene ancora Perez, al secondo podio consecutivo, così come molto positiva deve essere considerata la quarta piazza di Leclerc, autore di una gara regolare.
I restanti punti iridati se li spartiscono Ricciardo, Bottas, Sainz, Norris, Tsunoda e l’ottimo Vettel, tornato in zona punti con la sua Aston Martin (e protagonista di una gara tutta all’attacco) dopo esser partito diciottesimo.
Prossimo appuntamento, tra due settimane, a Citta del Messico, sul circuito dedicato ai Fratelli Rodriguez.
Spettacolare magari no. Al solito lo risolve il cambio dei pneumatici…. Che poi Verstappen sia ora il migliore pilota lo sappiamo…
Beh attenzione…spettacolare perché correre un Gran Premio intero, di quel livello, senza sbagliare un colpo, né scomporsi, è indice di grande maturità e forza.
Lo spettacolo nasce dal fatto che ha tenuto bene a bada, in quel modo, recuperando e girando su tempi velocissimi, un Hamilton che ha sbagliato zero.