Post-comunista. Reazionario. Cattolico. Un intellettuale ideologicamente ri-usato. Molto citato a destra. Meno a sinistra. Per essere anti-televisivi, si ricorda Pasolini. Per spiegare il fascismo, si tira fuori una frase di PPP. Per meglio caratterizzare il linguaggio, i grillini usano la terminologia pasoliniana “Fuori dal palazzo” o “Dentro il palazzo”.
In più, tra pochi giorni, nell’ambito della Settantesima Mostra del Cinema di Venezia, parte un omaggio alla sua filmografia, con un’ attenzione al film ‘Uccellaci e uccellini’.
Dopo tanti anni dalla morte, per lui si rincorrono eventi e citazioni. Così la cultura italiana continua ad elaborare il lutto, l’assassinio di un poeta, la soffocazione di una voce libera.
Allora PPP è come la fontana nicciana. Scriveva Nietzsche che i pensatori sono fontane sul ciglio della strada; chiunque può fermarsi e abbeverarsi a quelle fonti di pensiero; e la fonte pasoliniana – insieme progressista e reazionaria, rossa o nera – offre sempre acqua.
Ma se il poeta friulano non fosse morto, come sarebbe continuata la sua carriera intellettuale?
A sinistra questo ragionamento non piacerebbe di sicuro (!) Nella seconda parte degli anni settanta, negli anni ottanta, da settantenne negli anni novanta, Pasolini come avrebbe elaborato il suo pensiero? Risposte certe sono impossibili. Però. Senza un grande azzardo, piace ipotizzare un intellettuale critico con il Pci (“Il Psi e il Pci non possiedono più una interpretazione culturale della realtà…” Lettere luterane, 1975) Piace supporre il suo disaccordo con il Compromesso storico; egli aveva fiutato che il Pci e la Dc stavano imparando la prassi politica uno dall’altra. E piace pensare ad una sua risposta in difesa dei ragazzi uccisi dal terrorismo rosso; egli, come Sandro Pertini, con la stessa onesta morale, avrebbe abbracciato i familiari dei fascisti o dei poliziotti crivellati dall’odio (così come fu crivellato suo fratello dai partigiani slavi comunisti).
Tuttavia, le uniche certezze sono i suoi testi. Gli ultimi. Vale a dire, Lettere luterane, nate dalla collaborazione con il Corriere della Sera (gennaio/ottobre 1975) e Petrolio, il romanzo non terminato (1973/1975). In queste due opere sono leggibili i contenuti terminali dell’ideologia pasoliniana, per la quale sorgono indiscutibili considerazioni in una prospettiva di destra.
Primo: Un contenuto centrale resta la battaglia pasoliniana di conservazione dei luoghi del patrimonio nazionale (contro “…ogni distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia”, Lettere luterane); un’ idea questa da tener presente in un paese liquido che sta sciupando tutto.
Secondo: il Fascismo è principalmente una questione culturale (‘Il fascino del Fascismo’, Petrolio).
Oggi come ieri, è possibile spiegare il consenso dei giovani ai movimenti di destra attraverso un’analisi sulla cultura del passato, sulla memoria dei padri, sulla corporalità attiva e ideale della gioventù ( “Il Fascismo … dà il primo posto alla filosofia irrazionale e all’azione, che sono le forme attuali e logiche del Mistero corporale. Nessuno di noi ne è esente, indenne o libero. Anche quando non lo vogliamo il Passato determina le forme di vita che immaginiamo e progettiamo per il futuro”, Petrolio).
Terzo: Sembra superatissima la disapprovazione di sinistra ( cfr. A.L. de Castris) contro un Pasolini che difende “poesia della tradizione”. Se Pasolini tentava di custodire la verginità della poesia dalla contestazione sessantottesca, probabilmente egli difenderebbe una poesia eroica dall’attacco di un individualismo di massa in cui siam tutti scrittori e poeti.
PPP di sicuro rifletterebbe sui processi culturali in corso nella Rete. Sarebbe pronto a chiarire i significati del vociare illimitato di un Network. Alla ricerca di voci innocenti. Alla ricerca di quella innocenza che, a volte, gli sembrava vedere negli occhi di un giovane fascista innamorato della Patria.
Egli, da sinistra per arrivare a destra, denuncerebbe la distruzione dell’ultimo ventennio con “la responsabilità della stupidità delittuosa della televisione” e con la “distruzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori.” (Lettere luterane)
E PPP si sarebbe divertito… a massacrare gli adulatori di questo evo berlusconiano.