Il fine settimana turco ha dato lustro a Valtteri Bottas, alla migliore prestazione stagionale, nell’arco di una tre giorni complessiva.
Pulito, deciso, senza sbavature, il finlandese ha costruito sin dalle fasi immediatamente successive alla partenza un buon vantaggio e quando, in seguito alla girandola delle soste ai box, si è trattato di riprendere e passare Leclerc, l’unico momento realmente delicato della sua domenica (per quanto il ferrarista avesse gomme finite), lo ha fatto senza perdere tempo, né mostrando la benché minima indecisione.
Da quando è stato siglato e ufficializzato il passaggio del finlandese all’Alfa Romeo-Sauber in vista del futuro prossimo, è arrivato un crescendo tangibile nel rendimento, a partire dal podio in rimonta a Monza, transitando per il quinto posto di Soci (grazie alla tattica), fino al dominio senz’appello del Gran Premio di Turchia.
Un successo questo che vale ancora di più, se si pensa che un anno fa, sempre all’Istanbul Park e sempre in condizioni metereologiche mutevoli (un mix di pista bagnata, umida, poi asciutta), Bottas era arrivato 14°, doppiato di un giro, ed era stato autore di innumerevoli testacoda.
Il nervosismo di Lewis Hamilton
La brillantezza di Bottas stride senza dubbio con la domenica di Lewis Hamilton, soltanto 5° alla bandiera a scacchi (pur con lo scotto della penalità).
L’inglese è apparso nervoso con la squadra, rea di non avergli consentito di completare la gara senza mai fermarsi, né in alternativa di essersi giocata il jolly degli pneumatici da asciutto nel finale.
In verità, tempi alla mano, la scelta di non fermarsi affatto sarebbe risultata suicida, col rischio della disfatta più totale (a riprova del fatto che l’intenzione di Hamilton fosse velleitaria e disperata, è arrivata l’azzardata scommessa di Ocon: il francese ha fatto tutto il Gran Premio con le stesse gomme Intermedie con cui aveva cominciato e negli ultimi giri è letteralmente crollato, salvando il decimo posto per il rotto della cuffia); probabilmente, anche la scelta delle slick poteva apparire troppo azzardata, vista la posta in gioco.
Alla fine dunque, la scelta “conservativa” di un nuovo treno di Intermedie per Hamilton va letta nell’ordine di una più che giustificata prudenza, volta a contenere i danni e a conquistare il maggior numero possibile di punti iridati, sebbene le ultime tornate di gara siano state per l’inglese tutt’altro che una passeggiata, a causa dei ben noti problemi di graining.
A questo nervosismo fa da contraltare la solidità di Verstappen, secondo, autore di una gara in controllo ma non per questa scevra di preoccupazioni, nello specifico a causa di alcuni problemi di stabilità del volante, con possibili conseguenza sul decadimento della mescola; in tal senso, dopo aver preso le misure della situazione, il 33 è ancora una volta riuscito a massimizzare il risultato finale senza ulteriori patemi d’animo, tornando così in testa alla classifica (+ 6 su Hamilton).
E la Ferrari?
Mentre la McLaren non ha brillato, la Ferrari prosegue a piccoli passi nel suo processo di crescita: in primis, c’è da registrare la buona rimonta di Sainz (da 19° ad 8°), che ha portato in pista la nuova unità motrice (già testata da Leclerc nel Gran Premio di Russia).
A proposito del nuovo 065: per quanto si sia gareggiato sull’umido, dunque a velocità sensibilmente inferiori, le iniziali buone aspettative sembrerebbero confermarsi; sempre in vista del 2022, il Direttore Sportivo Mattia Binotto ha confermato le novità anche per la parte termica (Binotto, sbilanciandosi, ha addirittura parlato di un “motore termico molto diverso rispetto al passato”).
Archiviata per il momento la questione motore, è il capitolo Leclerc che merita il maggiore approfondimento: il monegasco, specialmente al venerdì sull’asciutto, tempi alla mano, aveva fatto davvero sognare.
Alla domenica, tenuto il terzo posto nel primo stint, a seguito della girandola delle soste ai box Leclerc si era ritrovato persino al comando e a quel punto, ritardata così tanto la sosta, si potevano quasi azzardare le slick.
Certo, anche in questo caso si sarebbe trattato di un azzardo enorme ma se non altro c’era un colpo grosso da conquistare e un minimo di “fantasia” in più sarebbe stata pienamente comprensibile; e invece, montate (a quel punto in ritardo) le Intermedie, anche il monegasco ha sofferto di graining, venendo alla fine raggiunto e passato da Perez, scivolando giù dal podio.
Non è peregrino pensare che la scelta di un assetto meno carico potrebbe alla distanza averlo penalizzato.
Insomma, da “pedalare” c’è ancora molto ma finalmente a Maranello, almeno per una volta negli ultimi tempi, sembrerebbero aver intrapreso la giusta via per tornare, se non ai vertici, quantomeno a competere da protagonisti, lì dove meritano.
Inurtile cincischiare. Ai box Ferrari sbagliano sempre quasi tutto, purtroppo…